Per una lotta autonoma,orizzontale e anarchica: invito alla carovana in sostegno delle persone in resistenza del Istmo di Oaxaca

caravana

Agli sforzi autonomi e libertari.
Ai famigliari di Ayotzinapa.
Ai mezzi di comunicazione indipendenti e comunitari.
E a tutt@ quell@ che si portano nel cuore un nuovo mondo.

La rabbia accumulata nei cuori agitati del sud del territorio dominato dallo stato messicano è riuscita a trascendere tramite un processo organizzativo che parte dall’orizzontalità come stile di vita. L’autodeterminazione è diventata indispensabile nella vita quotidiana delle persone che sono riuscite a gridare ai quattro venti le ingiustizie del dominio e del potere; dalle ribellioni indigene zapoteche, passando per il breve periodo del processo autonomo del generale Charis, fino ad arrivare alle lotte per la difesa della terra, del territorio, della territorialità e dell’autonomia che in questo momento sono più forti e più vive che mai.

A Oaxaca la lotta per l’autonomia è stata latente, si è espressa nella resistenza dei popoli e delle comunità della regione dell’Istmo dove convergono i popoli Binizaa e Ikoots. Da più di tre anni, il mega progetto che stanno cercando di fare in queste terre (che consiste nell’installazione di impianti eolici nella costa di Santa Teresa), è stato il fattore scatenante per l’acutizzazione dei conflitti e la generalizzazione della repressione.

Gui’Xhi ‘Ro’- Alvaro Obregon è una delle comunità che hanno rifiutato l’imposizione del progetto eolico. E ‘anche uno dei punti d’ingresso alla Barra diSanta Teresa, terra dove l’azienda capitalista Mareña Renovables cerca di penetrare per imporre il progetto eolico. A partire da questo conflitto la comunità è riuscita a passare dalla resistenza all’organizzazione.

Il processo di lotta in Alvaro Obregon è iniziata oltre due anni fa, con lo sciopero del pagamento dell’elettricità dovuta all’aumento delle tariffe della luce, e la loro forza è cresciuta nel conflitto contro il progetto eolico. In questo periodo è riuscita a cacciare l’azienda Mareña Renovables, è riuscita a resistere a una confronto con più di 500 membri della Polizia di Stato che erano venuti con l’intenzione di rimuovere le barricata poste di fronte alla ex tenuta del generale Charis, per consentire l’accesso alla impresa. Dopo questo avvenimento è nata la necessità dell’auto-difesa, così il 9 febbraio 2013 si è creata la polizia comunitaria di Binni Guiapa Guidxi. Il passo successivo è stato il rifiuto del sistema dei partiti e il boicottaggio delle elezioni del luglio 2013. Come risultato di questa lotta, si è creato il consiglio comunale, il consiglio degli anziani e si è deciso che il massimo organo decisionale è l’assemblea generale. L’agenzia comunale è sotto il controllo dell’assemblea comunitaria e finora è stato un bastione per il processo di autonomia.

E ‘in questo contesto che noi, come individui e collettivi anarchici abbiamo aderito a questo processo.

L’anarchia ha saputo camminare insieme ai popoli attraverso processi storici e movimenti indigeni. Ci sentiamo vicini a queste lotte in molti sensi, e ci sono diverse similitudini che ci uniscono: dai modi di relazionarsi basato sul sostegno reciproco, dal modo di lavoro condiviso e partecipativo, ecc, dalla’ orizzontalità che si rispecchia nell’Assemblea come la più alta espressione dell’ ordine (non maggioritario,ne fatto di correnti politiche, senza leadership, senza secondi fini nei discorsi, nessun vittimismo o capitalizzazione delle tragedie, ma soprattutto senza dinamiche autoritarie), dove le voci dei compagni e delle compagne sono ascoltate, apprezzate e rispettate per trovare delle soluzioni ai conflitti (nessun sindacato, nessun personalismo, o piattaforme politiche). Ma soprattutto condividiamo l’approccio a una vita anticapitalista, senza necessità dello stato, e in una relazione più armonica con la natura.

Noi, come collettivi libertari pensiamo che molti dei modi in cui i popoli vivono e che si materializzano nelle azioni quotidiane sono davvero imprescindibili per la vita della comunità. Ecco perché la teoria è stata superata dalle pratiche antagoniste, che abbiamo cercato di diffondere nei quartieri, villaggi, scuole e nelle strade.

Noi come collettivi anarchici ci rivendicano come gruppo di appoggio per sostenere e rafforzare il processo di autonomia che attualmente stanno portando avanti i compagni di Ghi’Xhi’Ro’-Alvaro Oregon e San Dionisio del Mar, perché abbiamo camminato mano nella mano, perchè con le mani abbiamo combattuto e difeso, perchè con le mani abbiamo imparato a costruire insieme un altro percorso sulle rovine del sistema elettorale, passando da un processo di integrazione nell’ assemblea comunitaria a quello con la polizia comunitaria e al consiglio degli anziani.

Denunciamo:

La strada dell’autonomia ha dei costi, non è stato facile resistere agli attacchi che si sono intensificati sempre più, cominciando dall’intento di privare gli abitanti del loro territorio, gli scontri con la polizia di stato, fino agli scontri interni con il gruppo contrario all’assemblea, guidati da Jorge Alonso, agente pagato al servizio di Saul Vicente, sindaco di Juchitan.

La incongruità della falsa sinistra, che una volta la comunità ha sostenuto, la mediocrità illusionista delle forme di “lotta” che implicano un circolo vizioso di manifestazioni, blocchi, picchetti, dialogo e mediazione, sono servite a rafforzare il discorso dello stato, accusando i compagni e le compagne che lottano di essere “violenti”, “selvaggi” e “chiusi” per aver rifiutato di negoziare e mediare con lo Stato. Lo stesso argomento con il quale il “PRI” forza egemonica nell’82 ha diffamato e insultato il nascente COCEI. Gli imputati di ieri sono gli inquisitori di oggi. A livello nazionale il copione si ripete e si può vedere come i compagni anarchici e incappucciati vengano accusati di essere”infiltrati”, “di far parte di gruppi al servizio dello Stato” e altre vaghe stronzate già ben analizzate dai compagni zapatisti nel loro comunicato Di Ayotzinapa, del Festival e dell’isteria come metodo di analisi e linea di condotta”.

Vediamo che questa sinistra negoziatrice, conciliante e riformista ha portato all’esaurimento della lotta in questo frangente; organizzazioni riformiste senza scrupoli hanno sfruttato la tragedia, vendendo e giocando con il dolore e la rabbia dei familiari degli scomparsi. Queste strategie in tutte le loro sfaccettature sono servite e continuano a servire per contribuire a rafforzare la struttura dello stato.

Sembra incredibile che 43 motivi non siano stati sufficienti per incanalare la rabbia contro il nostro vero nemico, e che la società civile si sia distratta così facilmente con la morale progressista e passiva imposta dal bombardamento mediatico contro gli anarchici, sull’azione diretta e i cappucci, che per noi sono una forma di sicurezza e di lotta. E ‘deplorevole che 43 motivi non siano bastati per dare un freno al mendicare del CNTE verso lo Stato, ribadendo così la loro posizione servile, di vinti, un ruolo da crumiri che è il più forte strumento che ha lo Stato-Capitale per mezzo della Sezione 22.

Tuttavia, abbracciamo e ci uniamo alla rabbia intrinseca del popolo che ha saputo esprimersi attraverso la diversificazione dei metodi di lotta, passando da uno stato di difesa alla solidarietà attiva e diretta.

Per noi, l’autonomia, la solidarietà e il mutuo appoggio vanno al di là dei limiti imposti dalle frontiere, imposti dagli stati, l’ offensiva avanza e i processi di lotta si sono rafforzati tramite reti a livello mondiale, dai compagni in Grecia che rivendicano l’autonomia di quartiere di Exarchia e il sostegno agli anarchici detenuti, passando alla difesa della terra e dei territorio in Francia con la sfortunata morte del nostro compagno Rémi Fraisse, con l’Operazione Pandora e l’attacco ai processi autonomi e anarchici dello Stato spagnolo o con l’ultimo attacco contro la comunità autonoma di Ghi’Xhi’Ro’-Álvaro Obregón da parte dei paramilitari al servizio di Jorge Alonso e della polizia di stato, quando si emise il seguente allarme da parte dell’Assemblea comunitaria:

“Il Gruppo di Jorge Alonso Santiago e una pattuglia della polizia di Juchitan hanno attaccato con armi da fuoco la macchina della polizia comunitaria e i compagni che erano dentro, e stanno così scatenando un clima di tensione e utilizzando come pretesto “un presunto furto” per minacciare l’ingresso nel paese della polizia statale e federale” che è rimasta appostata per diverse ore all’ingresso della comunità, il che ci ha lasciato costantemente in allarme.

Giorni prima l’ assemblea della comunità di San Dionisio del Mar, che si trova in un processo di costruzione di autonomia, è stata attaccata da più di 500 elementi appartenenti alla polizia, per far si che si potessero svolgere le elezioni per il sindaco, stesso processo che l’assemblea aveva boicottato e bloccato più una volta, bloccando l’accesso alla comunità per più di tre giorni.

Invito alla carovana:

A seguito di questi eventi e coerentemente con il nostro modo di agire solidario per il rafforzamento vicendevole tra le comunità in lotta e i processi autonomi e libertari, abbiamo deciso di intraprendere una carovana libertaria per la seconda settimana di gennaio 2015, in partenza il 15 gennaio da Oaxaca per l’Istmo, con la finalità di appoggiare, condividere e coordinarci tra quegli sforzi autonomi di inestimabile valore che avanzano con forza e fermezza, grazie alla modalità originarie della comprensione della vita in comunità.

Per moltiplicare gli sforzi autonomi e libertari!
Nessunx compagnx arrestatx è solx, nessun popolo lotta da solo, per rafforzare le reti di solidarietà!
Per il coordinamento autonomo dei popoli!
Con la ribellione difenderemo l’autonomia!
Per la pace tra i popoli, viva l’anarchia!
Dalla Istmo combattivo e insorgente!

Collettivi:
Barro nero
Croce Nera Anarchica Messico
Blocco autonomo di coscienza Rivoluzionaria
Centro Sociale e Biblioteca libertaria “Errico Malatesta”

Oaxaca Ingovernabile, 21 dicembre del maledetto secolo  capitalista

Per farsi un’idea della situazione e la lotta nell’Istmo de Tehuantepec segnaliamo il docu autoprodotto SOMOS VIENTO