Anarchists and Action

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Alfredo M. Bonanno

Anarchists are not slaves to number but continue to act against power even when the class clash is at a low level in the mass. Anarchist action should not therefore aim at organising and defending the whole of the class of the exploited in one vast organisation to see the struggle from beginning to end, but should identify single aspects of the struggle and carry them through to their conclusion of attack.

If anarchists have one constant characteristic it is that of not letting themselves be discouraged by the adversities of the class struggle or to be enticed by the promises of power.

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Nasce lo Studentato occupato a Cagliari

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Il 12 mattina, alla fine del corteo per lo sciopero generale un numeroso gruppo di studenti ha occupato la vecchia scuola G.Manno in Castello, abbandonata da anni, riaprendola alla città per diventare un luogo di aggregazione e di sviluppo di percorsi culturali e politici.

Questo il comunicato diffuso il giorno seguente:

12 Dicembre non un passo indietro.
Nasce lo Studentato Occupato Sa Domu

Comunicato post tentato sgombero – Benevento

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Pensavano che sarebbe andata come và di solito in queste situazioni. Ma i segugi comandati da Moschella forse neanche quando hanno intimato di aprire e si sono sentiti rispondere che sarebbe stata una lunga giornata per loro, hanno realizzato che gli occupanti di via Niccolò Franco non erano del tipo con cui sono soliti mettere in atto le loro angherie. Hanno provato ad abbattere il portone che dava sul vicolo senza riuscirci.
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Dalla Politica alla Vita

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Wolfi Landstreicher

 

Fin dai tempi in cui per la prima volta si è definito movimento radicale autonomo, l’anarchismo è stato associato alla sinistra. Un’associazione il più delle volte problematica. I militanti di sinistra con un incarico di potere (compresi quelli anarchici, come i capi della C.N.T. e della F.A.I. nella Spagna del 1936-37) hanno sempre considerato d’ostacolo ai propri programmi politici il fine anarchico della trasformazione totale della vita — e il conseguente principio secondo cui i fini dovrebbero essere già insiti nei mezzi di lotta impiegati. L’insorgenza reale è sempre scoppiata altrove rispetto a qualsivoglia programma politico e gli anarchici più coerenti hanno intravisto la possibilità di realizzare i loro sogni proprio in un luogo sconosciuto ed altro. Tuttavia, a più riprese, quando i fuochi dell’insurrezione si raffreddavano (e talvolta perfino mentre bruciavano ancora ardentemente, come nel 1936-37), i leader anarchici hanno finito coll’assumere il ruolo di «coscienza della sinistra». Ma se l’espansione dell’utopia anarchica ed i principi ad essa connessi sono stati un ostacolo agli schemi politici della sinistra, questi schemi hanno costituito un ben più pesante macigno attorno al collo del movimento anarchico, appesantendolo con quel “realismo” che non sa sognare.
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Internazionalismo pratico

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Alfredo M. Bonanno
Il capitale, nelle sue molteplici espressioni, sia a livello di formazione economico-sociale, sia a livello di progettualità repressiva e di controllo, si estende su tutta la superficie del globo, nessun piccolo recesso geografico escluso. Ciò comporta, com’è ormai comunemente accettato, un processo relazionale costante, nel senso che non c’è azione, qui, in questa parte del mondo, che non si possa porre, e di fatto non si ponga, in relazione con le situazioni di tutte le altri parti del mondo. Ciò determina conseguenze, spesso non visibili a livello immediato, ma che si insinuano nei rapporti del capitale e ne modificano i processi.

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