Turchia, manifestazioni e scontri in occasione dell’anniversario dell’arresto di Öcalan

curdi

Ieri nel Kurdistan settentrionale si sono tenute decine di cortei e manifestazioni in occasione del sedicesimo anniversario della cattura del leader del PKK, Abdullah Öcalan, arrestato in Kenya da agenti speciali turchi il 15 febbraio 1999. Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan negli scorsi giorni aveva invitato alla mobilitazione generale tramite un comunicato ufficiale in cui si invitava a trasformare “quest’anno di lotta nell’anno in cui finalmente spezzeremo le catene di Imrali”, con un riferimento all’isola-prigione nella quale Öcalan è detenuto in isolamento e in precarie condizioni di salute dovute al difficile ambiente carcerario.

Le forze di sicurezza turche hanno vietato le marce di protesta, che hanno comunque radunato decine di migliaia di curdi a Diyarbakir, Batman, Qizil, Tepe, Mardin, Cizre, Botan, Sharnakh e Midyat. La polizia ha attaccato con i gas lacrimogeni e i blindati le manifestazioni a Nusaybin, nel quartiere Sirnak di Cizre (dove almeno 17 persone sono state arrestate), a Diyarbakir – la principale città a maggioranza curda nel sud-est della Turchia -, a Silopi, Amed e Gever. Nel corso degli scontri, a cui hanno preso parte centinaia di persone, diversi manifestanti sono risultati intossicati dai gas e feriti dalle violente cariche della polizia, alle quali però la popolazione ha opposto una resistenza durata diverse ore; numerosi automezzi blindati sono stati dati alle fiamme e le vie principali delle città sono state bloccate dalle barricate.

Nel quartiere Kızıltepe di Mardin, i manifestanti, tra cui politici locali e rappresentanti delle ONG sono stati caricati a colpi di lacrimogeni, e tra i numerosi feriti risultano anche i politici curdi Haşim Baday e Fettah Tekin. La polizia ha inoltre perquisito diversi appartamenti a Istanbul e del sud-est della Turchia, arrestando 8 persone, tra cui 4 bambini.

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