Martedì 10 marzo. Puntata dedicata ad una fra le tante pratiche di dominio e sfruttamento: l’allevamento di visoni.
Non esistono allevamenti accettabili, non esiste sfruttamento accettabile, neanche quando dicesi perfettamente a norma con la direttiva europea sul “benessere animale” o “animal welfare” che dir si voglia, tanto sbandierato da chi si occupa di questa e altre nefaste attività. Facciate ipocrite, ben sapendo che la salute dell’animale è strumentale a quanto rende, specie poi se si parla del pelo di un visone. Ma in nome della lotta alla crisi economica, nelle campagne della bassa bergamasca e nel cremonese, gli allevamenti di visoni si intensificano, si moltiplicano le gabbie, le morti tramite gas e gli scuoiamenti. Pochi mesi di vita, morte per asfissia, pelli strappate alla carne, messe all’asta e attentamente selezionate in base a sesso, colore, taglia e qualità. Un business in aumento per la crescente richiesta dall’estero, dai paesi che l’AIAV (Associazione Italiana Allevatori Visone) cita come “emergenti” e a cui strizza l’occhio, pubblicizzando opportunità sia per chi già si occupa di altri allevamenti, sia per giovani e… donne!
Il coordinamento Liber* Selvadec rilancia nuove iniziative di mobilitazione ribadendo quanto un movimento per la liberazione animale debba mantenere alto il livello di critica radicale nel suo percorso di informazione, condivisione e azione contro ogni forma di sfruttamento dell’umano sulla Terra, dell’umano sull’umano, dell’umano sugli altri animali.
“Una società tecno-industriale non può fare a meno di sfruttare l’intero vivente. Una sensibilità che vuole veramente essere forza di cambiamento non può non mettere in discussione l’intera società: con le sue nocività, la sua tecnologia e scienza, le sue logiche di dominio e prevaricazione”
Qui la diretta con un compagno del coordinamento Liber* Selvadec e l’appello alla settimana di mobilitazione
FERMIAMO TUTTI GLI ALLEVAMENTI DI VISONI !
Dal 16 al 21 Marzo 2015 giornate di mobilitazione in tutta Italia
Ci volevano seppellire ma
dimenticavano che siamo semi
(da un manifesto solidale)
Il discorso della crisi economica continua ad essere la forma per giustificare e legittimare ogni pratica di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sugli altri animali e sulla Terra.
Consideriamo la presenza e l’apertura di allevamenti di visoni come una delle manifestazioni evidenti di una crisi ben più profonda che sconvolge le relazioni sociali e politiche di ogni essere vivente.
Se il territorio delle province di Bergamo e di Cremona ne è particolarmente esposto, le logiche di dominio e le più diverse forme di prevaricazione si possono rintracciare in tutti i territori.
Per questi motivi sentiamo l’esigenza di coinvolgervi e, insieme, dare vita a nuove pratiche ed esperienze che puntino ad una riappropriazione di metodi autogestionari di lotta perché questa sia veramente diffusa,
condivisa e costruita dalla base. Coinvolgervi è un modo, per noi, di opporci alla diffusione di pratiche e discorsi animalisti ambigui che fanno dello spettacolo del dolore, della delega, del pietismo e dell’apoliticità il “nuovo discorso” sull’animale.
Discorso che, di fatto, si allontana dal senso profondo e radicale della liberazione animale che è, invece, una continua riflessione e azione politica per scardinare ogni pratica di dominio.
E per questo che abbiamo pensato di moltiplicare i luoghi della mobilitazione, i pensieri, i modi, le proposte affinché ognuno, a partire dal “proprio” territorio, possa dare contenuto alla liberazione animale.
Così è nata l’idea di una prima settimana di mobilitazione durante la quale ogni realtà e individualità potrà contribuire a proprio modo a diffondere l’urgenza di fermare gli allevamenti di visoni e non solo.
Scrivendovi abbiamo il desiderio che si riesca e si possa costruire una rete che, seppur in questo momento, passa dal virtuale attraverso questa mail, non si fermi a questo ma diventi una realtà concreta che si incontra, agisce e si coordina. Questo è, per noi, un modo per non farci travolgere dalla crisi delle relazioni.
E’ con lo stesso obiettivo che vorremmo chiudere e rilanciare queste giornate di mobilitazione con una biciclettata qui a Bergamo alla quale vi chiediamo di partecipare. Una rumorosa e creativa Critical mass per dare voce alla critica contro qualsiasi progetto di allevamento e contro ogni forma di sfruttamento verso ogni animale, il giorno sabato 21 marzo. Giornata che ci piacerebbe concludere con una riflessione collettiva su come ridare vitalità e senso ai territori delle pratiche nel segno della liberazione animale.
Una giornata simbolica: l’inizio della primavera. Una giornata in cui spargere i semi di continue, necessarie, urgenti prese di coscienza sui discorsi e i linguaggi che sempre più spesso vengono utilizzati come un grande alibi per giustificare l’ingiustificabile ed incentivare sempre più l’adesione e la complicità a questo sistema di annientamento. Sicuramente le responsabilità dell’attuale situazione di sfruttamento generalizzato, di disagio e miseria non vanno attribuite ad un singolo settore “sbagliato” ma all’intero sistema che nella sua concezione di mondo condanna, a priori, l’esistenza di animali, umani e non, e della sopravvivenza della
Terra stessa.
Non casualmente, gli allevatori stessi, ricorrono ad un subdolo discorso che fa della “necessità” il movente delle loro pratiche per far fronte alla “crisi” economica: dal nostro punto di vista, questo stesso dire, svela la fallacia del loro discorso che, di fatto, non fa altro che mostrare gli interstizi nei quali si insinua piuttosto una grave e costante deresponsabilizzazione verso ogni forma vivente.
Per la liberazione di tutte gli animali!
Contro gli allevamenti di visone e i mondi che li producono!
Coordinamenti Liber*Selvadec
Per informazioni:
liber.selvadec@inventati.org
liberselvadec.noblogs.org
da Liberation Front, trasmissione del martedì h 21,30-23 su Radio Blackout