sciopero della fame 20 dicembre . 1 gennaio
Solidarietà e partecipazione del compagno anarchico prigioniero Jonatan della Svezia allo sciopero della fame collettivo
Seppur posteriormente, d’accordo con Jonatan, comunico la sua sostanziale adesione all’iniziativa. In un sua lettera in inglese di fine dicembre 2009 che ho ricevuto solo in gennaio 2010 inoltrato, mi ha contattato. Jonatan (vedi anche ultimo numero di Terra Selvaggia) è un giovane compagno che si rivendica anarchico anticivilizzazione ed un anno fa è stato condannato a 15 mesi (“soli”, causa giovanissima età) per sabotaggio di un traliccio delle telecomunicazioni, di una gru edile, di un camion per il trasporto di legname, “cospirazione” per sabotare alcuni “obiettivi cruciali per la continuazione e la sicurezza dello Stato e della società Svedese” (la nostra “pubblica utilità”, cioè nocività… ) e per l’attacco ed il “ricatto” contro un’agenzia interinale. Dopo 1 mese e mezzo agli arresti domiciliari è stato liberato per 10 mesi sotto cauzione nell’attesa dell’appello, dieci mesi spesi bene portando avanti iniziative di discussione e workshop, sulla polizia segreta in Svezia. Per espiare i due terzi della pena, per motivi della giovane età viene dapprima rinchiuso in un “carcere aperto”. Poi però viene deportato lontano dalla gente cara nella “prigione più burocratica e fascista di Svezia”, un manicomio criminale ristrutturato in carcere duro dove ora espia la sua condanna in mezzo a degli psicotici, infami, ecc. Tanto per rendere l’idea… le celle sono aperte di giorno perché senza bagno e per la notte i detenuti hanno una bottiglia di plastica per pisciarci dentro.
Perlomeno non hanno l’obbligo dei lavori forzati.
Ha avuto notizia (dall’ABC Orkan) della nostra iniziativa purtroppo solo ad iniziativa già partita e mi comunica che questa volta non ha partecipato perché diabetico con esperienza di shock ipoglicemico e conseguente necessità giornaliera di iniezioni d’insulina e perché non saprebbe come gestirsi la glicemia scioperando e ci chiede se e cosa ne sappiamo.
Io gli ho risposto che non ne sapevo nulla e che fino a consiglio medico (“di parte” nostra, naturalmente) positivo ritengo assolutamente sconsigliabile il digiuno prolungato. Ma che ritengo il suo interesse e la posizione solidale e volontà di partecipazione equivalente a una sostanziane partecipazione all’iniziativa, da comunicare in tal senso. Per questioni linguistiche mi sono offerto d’incaricarmene dopo, naturalmente, il suo consenso, che ho ricevuto alcuni giorni fa con sua lettera dell’11 gennaio 2010.
Dove puntualizza che causa pancreas “morto” e dieta “offerta” dalla prigione ha bisogno di 4 o 5 iniezioni d’insulina al giorno e che, senza cibo, troppa insulina potrebbe portarlo fino agli attacchi epilettici e persino al coma. E gli aguzzini lo hanno minacciato di TSO/iniezioni d’insulina legato al letto in caso di rifiuto.
Ritengo importante e bello il contributo di questo guerriero che, ripeto, ritengo partecipazione a pieno titolo. Importante e bello tra l’altro perché supera grandi barriere linguistiche, geografiche, repressive e tra ambiti guerrieri per questo relativamente isolati ma non affatto distanti tra loro, e ci porta ad informarci, scambiarci e riflettere ancora sulla questione salute/sciopero della fame.
Saluti fraterni e solidali,
marco
lager di Regensdorf, Svizzera, 26.01.10
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