CASA: A MILANO SGOMBERATO IL BRANCALEONE A BRESCIA 5 PICCHETTI ANTI-SFRATTO

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Sgomberata questa mattina all’alba Casa Brancaleone, una villetta abbandonata da lungo tempo ed occupata da appartenenti all’ area anarchica poco più di un anno fa in via Casella, a , nel quartiere Quarto Oggiaro, per “…organizzarci per affrontare collettivamente quei problemi legati alla sopravvivenza quotidiana nella giungla urbana, e per cercare in tutti i modi di soddisfare i nostri bisogni primari e i nostri desideri individuali.” come scrivevano nel loro primo comunicato. Al momento dell’intervento contro gli occupanti, circa una decina di persone, la polizia ha sparato lacrimogeni dentro la villetta.

Tre di loro sono riusciti a salire sul tetto, mentre gli altri si trovano in stato di fermo e rischiano di essere portati in questura. La polizia ha blindato l’area, con i solidali tenuti a notevole distanza, e sta procedendo anche al sequestro di tutti i materiali presenti all’interno.

Dal presidio, la testimonianza di un solidale

A giornata campale per il diritto all’abitare. Ben cinque gli sfratti previsti, tre a Lonato del Garda, uno a città e uno nella Bassa, a Coniolo di Orzinuovi. A l’associazione Diritti per Tutti e il csa Magazzino 47 hanno ottenuto un rinvio al 10 novembre, mentre a Orzinuovi al 19 gennaio. Infine sul Garda, con il Collettivo Gardesano Autonomo: anche qui sfratti bloccati e rinviati uno al 2 e gli altri all’8 dicembre.

radio onda d’urto

 

Milano – Nuova occupazione, nasce Casa Brancaleone

Abbiamo occupato via Casella 14 perché da tempo sentivamo la necessità di vivere assieme e sperimentare modalità di autosostentamento libere dalle logiche di mercato e formule di socialità altre dalla noiosa vita passata tra scuola, casa, lavoro e chiesa. Non intendiamo rivendicare alcun diritto all’abitare, ma vogliamo organizzarci per affrontare collettivamente quei problemi legati alla sopravvivenza quotidiana nella giungla urbana, e per cercare in tutti i modi di soddisfare i nostri bisogni primari e i nostri desideri individuali. Non stiamo cercando consensi, altrimenti avremmo chiesto il benestare del quartiere, la benedizione della parrocchia e il patrocinio del comune; ci prendiamo invece ciò di cui necessitiamo, senza mediazione alcuna. Con questa occupazione non ci interessa aprire al pubblico l’ennesimo centro sociale, né dispensare servizi ai buoni cittadini, ma fare quello che ci pare e piace, con chi avrà il coraggio di guardarsi allo specchio ed esprimere il suo sacrosanto desiderio di autorealizzazione.