Auro d’Arcola
La Civiltà non è altro che il raffinamento della Barbarie.
Norma e pregiudizio diffuso tra la generalità degli uomini è quella di mantenersi in vita lungamente, rinunciando a vivere intensamente. Laddove si deduce come gli uomini si auto-castighino e si auto-sacrifichino a vivere il meno possibile e quasi inutilmente nel maggior tempo possibile.
Nel sano Vizio sta la Vita; nella Virtù il Castigo.
La Virtù conosce tutte le rinunce e tutte le angosce, ma non conobbe mai premio.
Le azioni come i vizi sono ammirevoli o detestabili non già in se stessi, ma per quanto si ammira o si detesta la persona che li consuma.
Nessuno è più altruista del misantropo solitario.
Se l’uomo non fosse un animale politico, sarebbe un essere capace di vivere in libertà.
Il Potere e la Legge sono i genitori naturali del Delitto.
Ogni individuo trova spesso e volentieri criticabili e condannabili gli atti, anche i più disinteressati, del proprio simile; rilevandone ch’egli avrebbe operato diversamente e meglio.
Ma nessun individuo si è mai domandato come egli avrebbe potuto operare diversamente e meglio da colui che censura e condanna, se si fosse trovato nelle analoghe condizioni fisiologiche, mentali e spirituali di quest’ultimo. Se per poco ci rivolgessimo questa domanda, troveremmo che tutte le azioni umane contengono una loro giustificazione.
«Tu non dovevi fare quello che hai fatto!» è l’obiezione che ti muove l’amico come l’avversario o il nemico ad ogni tuo gesto, aggiungendo «Avresti dovuto fare, invece, a quest’altro modo». Vale a dire che avresti dovuto fare non bene o male, ma a seconda del gusto, dell’interesse e delle disposizioni organiche altrui.
L’individuo si sente spinto alla ricerca di tutte le cose esteriori, fuorché se stesso.
È per questa ragione ch’egli si renderà sempre più complicata e pesante l’esistenza, senza mai ritrovarsi.
Se vi è un individuo – a qualsiasi condizione sociale egli appartenga – che sente il bisogno di tenervi in ogni occasione un sermoncino sull’onestà e sui precetti morali del ben vivere, tenete per certo che costui è un furfante e un farabutto di professione.
Si dice: «Non curatevi delle indegne bassezze degli individui, ma figgete lo sguardo alle sublimi e immacolate altezze dell’Idea». Ma l’Idea rimarrà sempre un’astrazione deformata ed abbrutita, finché avrà per militi degli individui indegni.
L’Anarchia è il vero ideale dell’individuo come dell’umanità, perché non ha stazioni d’arrivo, ma è un perpetuo moto di lotte e di aspirazioni come la vita stessa.
L’Anarchia resterà il solo ideale umano capace di Libertà, per quanto l’Anarchismo saprà essere un libero movimento sociale schiettamente antipolitico.
Se il superuomo esiste – inteso come l’uomo superiore a tutte le passioni umane – egli non è identificabile che nel fantoccio meccanico o nell’idiota.
Quando si sono sfogliate, dall’albero della Vita, tutte le preziose illusioni che potevano renderla interessante e ci si trova in faccia alla realtà fatta di nulla e di inutilità, due sole vie restano a scegliersi: suicidarsi, o crearsi delle nuove illusioni.
Se non volete avvelenare il vostro amore, non siate tanto stolti fino a cercare di voler conoscere il passato dell’essere che amate.
Quando, ai nostri giorni, sentiamo definire civile la tal nazione o società, significa sostanzialmente che quella nazione o società è completamente e intelligentemente barbara.
Ignorare le ingiustizie e le miserie di cui si è vittime per commuoversi al cospetto di quelle che altrui subisce levandosi a vendicarle, è un privilegio delle anime elette.
L’uomo è schiavo dei suoi bisogni, ma si è reso ancora maggiormente schiavo quando questi bisogni genuini li ha snaturati e deturpati col centuplicarli. Il progresso meccanico e industriale rappresenta questa denaturata e insana centuplicazione dei naturali bisogni umani che dà come portato una maggior somma di schiavitù e di fatiche inutili all’uomo.
Nulla è più odioso della politica. Essa è l’ignobile negriera che rende possibile e sorregge con la frode, la corruzione e l’inganno ogni potere oppressore ed usurpatore. Diffidate dell’individuo che coltiva il senso dell’arte politica come di un vostro implacabile nemico. Costui, anche se oggi vi è amico e compagno, ha in sé quanto basta per divenire, domani, l’usurpatore dei vostri diritti.
[Culmine, anno I, n. 5, gennaio 1926]