Atene: aggiornamenti dalla manifestazione di solidarietà coi 5 sotto estradizione

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Martedì 24 novembre alle ore 18 si è svolta una manifestazione di fronte all’Ambasciata italiana di Atene (in Vassilissis Sofias Avenue & Sekeri Road), in solidarietà con i 5 studenti universitari greci perseguitati da una mandato di cattura europeo. La manifestazione era finalizzata al blocco della loro estradizione verso l’Italia e in solidarietà coi 4 italiani indagati nello stesso caso.

I manifestanti, più di 1000 persone, hanno bloccato il traffico su Vassilissis Sofias Avenue di fronte all’Ambasciat Italiana, distribuendo in massa volantini. In seguito si sono mossi verso piazza Syntagma e il Parlamento Greco, per giungere infine a Propylaea.

Sabato 28 novembre, una marcia di solidarietà partirà da Monastiraki, nel quadro della giornata europea di solidarietà.

La solidarietà è la nostra arma!

No all’estradizionedi 5 attivisti, solidarietà con tutti gli inquisiti!

da: http://free5.gr/update-from-the-solidarity-demo-about-the-5-requested-activists-students/?lang=en

In Tuesday 24/11 at 18:00, a demo solidarity occurred outside the Italian Embassy (Vassilissis Sofias Avenue & Sekeri Road), about the five Greek university students who are prosecuted via a European Arrest Warrant. The demo aimed to block their extradition to Italy, and the announce solidarity to the 4 Italians who are prosecuted for the same case. The protesters blocked the traffic at Vassilissis Sofias Avenue in front of the Italian Embassy, distributed informational leaflets en masse and throwed flyers. The protesters were more than 1,000 people. Then, the protesters marched to the Syntagma Square and the Greek Parliament, and they finally arrived at Propylaea.

In Saturday 28/11 at 12:00, a solidarity march will occur in Monastiraki, in the context of the European Day of  Solidarity Actions.

SOLIDARITY IS OUR WEAPON!

NO EXTRADITION TO THE 5 ACTIVISTS, SOLIDARITY TO ALL THOSE PROSECUTED FOR THE SAME CASE

 

Inceppare la macchina della contro-insurrezione, continuare la lotta! “28 novembre giornata di solidarietà diffusa”

Inceppare la macchina della contro-insurrezione, continuare la lotta! “28 novembre giornata di solidarietà diffusa”

Di nuovo, è arrivata la repressione: giovedì 12 novembre hanno arrestato, in Italia, quattro compagni e altri cinque in Grecia, tutti accusati di aver partecipato al primo maggio milanese. Arresti, denunce, indagini non sono estranei alla vita di chi lotta: attraverso la polizia il governo cerca di controllarci, di limitare il nostro agire e, attraverso provvedimenti esemplari, cerca di dissuadere chi, nella propria vita, decide di non accettare lo stato di cose presenti.

 

Così, a Milano il primo maggio, venne istituita una zona rossa per proteggere la passerella della borghesia e della classe industriale e finanziaria italiana che si trovava alla Scala di Milano, ma anche per proteggere quei simboli del potere e di Expo responsabili delle politiche di impoverimento a cui siamo sottoposti. Venne così posta una scelta: accettare di stare nel luogo preposto dalla polizia per l’espressione del dissenso, oppure non accettarne i confini, senza alcuna mediazione. E’ la scelta di non scivolare lungo quei confini predeterminati che, di nuovo,  la repressione tenta di combattere.

 

Per questo preferiamo parlare di contro insurrezione, perché lo stato mira al governo e al controllo dei corpi, delle menti e dei territori. Quando ci colpiscono lo fanno per evitare che si ripeta e si riproduca all’infinito il conflitto, per mandare dei segnali a quegli operai, insegnanti, studenti che domani davanti a una legge  e a un attacco politico decideranno di ribellarsi. In questo modo lo stato impone la propria egemonia culturale e politica.

Uno dei limiti degli ultimi anni è stato concentrarci al 100% sulla questione repressiva dimenticandoci  di mettere in pratica quel famoso slogan “ Il migliore modo per combattere la repressione è continuare la lotta”. Concentrando tutte le nostre forze sulla burocrazia della giustizia e le questioni legali si rischia di perdere la rotta, di fermare l’avanzamento delle nostre comunità e delle lotte che portiamo avanti. Certo,  garantire il mantenimento dei compagni arrestati, raccogliere i soldi per questo e per la difesa legale, mantenere una buona comunicazione con i compagni colpiti e i propri familiari è qualcosa di fondamentale, ma ciò che permetterà a questi compagni di uscire, di far cadere i castelli giudiziari e soprattutto di non raggiungere il proprio obiettivo ai nostri nemici è continuare a lottare.

 

Su questa linea per quanto riguarda Expo, crediamo che non sia finito, che Expo è un sistema di governo e trasformazione dei territori, è il grande evento per mafie e speculatori. In fin dei conti quello che contava era distribuire gli appalti tra gli amici, rendere agli occhi del cittadino comune l’evento qualcosa da non perdere anche se per entrare bisognava fare ore di fila e si rischiava di non vedere niente.

 

Durante i 6 mesi di Expo gli sgomberi sono continuati, quattro scioperi sono stati precettati, ogni manifestazione a Rho, sito della fiera universale, è stata repressa con forza, la cantilena mediatica si è scagliata contro il movimento No Expo  e giornali e tv non hanno fatto altro che raccontarci e farci vedere un’immagine di Expo falsata. Infine sono arrivati gli arresti di Giovedì 12 novembre, guarda caso quando iniziava ad uscire la notizia dei 400 milioni di euro di buco di bilancio di Expo, guarda caso questa operazione repressiva era ferma da luglio. L’obiettivo dei signori di Expo, della polizia e della magistratura è quello di mantenere la pace sociale, soprattutto quando gli occhi del mondo sono puntati sulle nostre città e aspettare il momento giusto per colpire. Questo per legittimare le loro porcherie, il loro arricchimento, la devastazione dei territori e il saccheggio delle nostre vite in nome del progresso.

 

In questa strategia che continua e che ora si sposta a Roma, con il trasferimento del super poliziotto: il Prefetto Tronca, vediamo la continuità del modello di sfruttamento e arricchimento che si nascondeva dietro ad Expo e che ora agirà sulla piazza romana. Il Giubileo della misericordia che chiude gli occhi davanti all’emergenza abitativa, ai profughi che scappano dalle guerre create dall’occidente e che ora dopo l’attentato di Parigi rischiano di essere ancora una volta le uniche vittime di questa guerra che non ci appartiene e che ha due facce quella dell’Isis e quella delle democrazie occidentali. In mezzo i poveri , il mondo del basso che subisce le politiche neoliberaliste . Lo sciacallaggio governativo sulla pelle delle vittime di Parigi e la scusa della sicurezza del grande evento cercheranno di limitare l’agire nella capitale attraverso misure eccezionali create per l’occasione.

 

Per questo crediamo sia necessario da una parte rafforzare le nostre comunità e le nostre lotte, continuare a combattere questo modello di sfruttamento non dimenticandoci di costruire gli anticorpi nel quotidiano guardando all’appuntamento romano anche come una sfida per le lotte di ribaltare la rappresentazione mediatica del grande evento e riprenderci quella agibilità che ci vogliono togliere smascherando e combattendo la logica  di sfruttamento e rapina dei grandi eventi.

 

Dall’altra parte è necessario cogliere i segnali che arrivano dall’Europa, soprattutto dalla Grecia dove i percorsi e le lotte dei compagni arrestati hanno permesso la loro liberazione e cercheranno di impedire con ogni mezzo necessario la loro estradizione. Fuori dal “bel paese” le bottigliette di succo  di frutta e la carta igienica sono bottigliette di succo di frutta e carta igienica e non molotov, la resistenza e la rivolta di piazza non sono devastazione e saccheggio.

 

La nostra sfida è quella di impedire l’estradizione dei compagni e attaccare definitivamente il reato di devastazione e saccheggio tratto dal codice Rocco fascista.

 

Per questo, raccogliamo l’appello dell’assemblea in solidarietà ai 5 studenti in lotta di Atene e con loro lanciamo il 28 novembre una giornata di solidarietà diffusa nei territori, contro l’estradizione dei compagni greci, contro l’accusa di devastazione e saccheggio e per la libertà di tutti gli arrestati.  

 

 

Expo non è finito, ci vediamo nelle lotte! Stay tuned!

 

I compagni e le compagne per l’autonomia diffusa.