Prigionieri | G8 2001 – Appello alla solidarietà per Gimmy

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Il 25 ottobre scorso a Genova si è suicidata Paola, la compagna di vita e di lotta di Gimmy, compagno in carcere per i fatti del G8.
Gimmy ci ha fatto sapere che i genitori di Paola sono in difficoltà economiche e che hanno bisogno di un aiuto per sostenere le spese del funerale.

Per dare un contributo economico potete mandare un vaglia alla madre di Francesco a questo indirizzo:

Pace Giuditta
Via Zurria 37
95100 Catania

Si occuperà lei di fare arrivare i soldi ai genitori di Paola

Per scrivere a Gimmy:

Francesco Puglisi
Casa Circondariale “Nuovo complesso”
Via Raffaele Majetti 70
00156 Roma Rebibbia


Segue il testo di un volantino diffuso a Trento:

GENOVA NON E’ FINITA, LIBERTA’ PER GIMMY!

“Nell’ora della rivolta non si è più soli nella città. ” Furio Jesi

Il 14 luglio 2012 la Corte di Cassazione condanna in via definitiva 5 compagni per i fatti del G8 di Genova nel 2001, con pene fra i 10 e 15 anni di carcere. Il 13 novembre 2013 la corte d’appello di Genova condanna altri 4 compagni a condanne comprese fra i 6 e gli 8 anni.
Dopo la sentenza della Cassazione del 2012 due compagni, Gimmy e Vincenzo, decidono di scappare e continuare a vivere liberi. Vincenzo ad oggi fortunatamente è ancora libero, mentre Gimmy viene arrestato insieme alla sua compagna nel giugno 2013 a Barcellona, dove si era rifugiato.
Da allora si trova nel braccio G9 del carcere di Rebibbia, dove deve scontare una pena fino al 2024.
Una condanna che è stata possibile grazie anche alle delazioni di un “pacifista” di Ravenna, presente in cui giorni a Genova.
Il 12 gennaio 2016 presso la corte d’appello di Genova ci sarà un udienza riguardo il “continuato” fra un arresto del 2000 e quello dei giorni della rivolta contro il G8. Un udienza cui Gimmy presenzierà e in cui sarà importante fargli sentire la solidarietà dei compagni.
In vista di questo giorno è importante scrivergli e supportarlo nei modi che ognuno reputa opportuno. Anche un aiuto economico è necessario, viste le varie spese da sostenere, fra cui anche quelle processuali.
Oltre alla difficile situazione legata alla detenzione, nei giorni scorsi Paola, la compagna di vita e lotta di Jimmy, ha deciso di togliersi la vita. Ora più che mai è fondamentale stargli vicino.
Un altra vita spezzata dalle sentenze dei giudici di Stato, pronti a seppellire in carcere per decenni compagni accusati di aver attaccato un bancomat o delle vetrine, mentre poliziotti, carabinieri e secondini che hanno ucciso e torturato in modo sistematico al g8 di Genova come nelle questure e nelle carceri negli ultimi anni vivono tranquilli nelle loro case.
Tutto ciò serve solo a rendere più evidente che mai quanto l’apparato della giustizia sia un apparato di classe, al servizio di chi detiene il potere politico ed economico di questo paese.
Solo la solidarietà dal basso può fare la differenza; può segnare il confine che esiste fra la nostra idea di società e la loro, fra la nostra idea di libertà e la loro.

Facciamo in modo che la solidarietà torni ad essere un arma, ancora più affilata.

Scriviamo in massa (e mandiamo vaglia) a:

Francesco Puglisi
Casa Circondariale “Nuovo Complesso”
Via Raffaele Majetti 70
00156 Roma Rebibbia