Gorizia, 27.1.17, Tra CasaPound, questura e intellettuali di sinistra

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Nulla di che stupirsi, sia chiaro. La merda si ricicla, si recupera e si ripresenta, sempre più maleodorante di prima. Solo, è importante capire in quanti ancora si riesca a sentirne il tanfo nauseabondo.

Quello che più è da sottolineare dell’iniziativa di CasaPound con questura e comune di Gorizia non è, come si sente sempre piagnucolare in queste occasioni, il sostegno istituzionale che, a Gorizia, con particolare enfasi, o altrove, viene dato ai fascisti dei più svariati gruppi. Ma per favore! E dove la vedrebbero i buoni democratici la contraddizione? Dove starebbe il problema che i fascisti organizzino insieme agli sbirri e alle istituzioni democratiche la loro propaganda? Non riesco a capire quale sia il problema. Forse la coerenza? Non ci piace che il nemico, a differenza nostra, sia tanto più coerente e sincero di noi, a partire dai linguaggi che utilizza sui suoi giornali più reazionari, che tante volte dipingono i sovversivi in maniera molto più accurata di movimenti, cittadini indignati e “compagni” vari, o qualunque cosa siano.
La cosa più importante invece, da mettere in luce in questo caso, è, lo si nota scorrendo l’elenco dei relatori di questo convegno su legge e crimine del 27 gennaio a Gorizia, la bellezza della sincerità e della coerenza del nostro nemico, che non si lascia mai solo. Sono tutti lì, non giocano mica tra loro a quella stronzata di gioco chiamata “democrazia” come i “compagni”. Loro sanno che tra gli scrittori di sinistra, gli psichiatri, gli sbirri, i politici e i fascisti non c’è alcuna differenza, che sono la stessa merda e che stanno dalla stessa parte. E quindi è quanto meno dignitoso vedere insieme Marco Dotti, che pubblica e collabora con Mimesis, Feltrinelli e il Manifesto, Adriano Segatori, ora di CasaPound, psichiatra, che ha pubblicato due libri per Sensibili alle Foglie inerenti al suo lavoro di merda, nonché altri come uno per la casa editrice di Simone Paliaga, pennivendolo di Libero, altro relatore, Carlo Benevento, responsabile dell’azienda sanitaria, (a moderare) Vicsia Portel, giornalista di “Di Martedì” di La7, e, dulcis in fundo, Luigi Di Ruscio, ex digossino, trasferito poi a dirigere il traffico, poi responsabile per le deportazione dei migranti a Messina e adesso questore vicario di Gorizia.
In mezzo a tutta questa merda non posso che apprezzare almeno la sincerità del nemico. La farsa delle bandierine è finita.

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