Processo a Matteo e Gabriele

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Venerdì 12 febbraio 2016 si terrà, presso il tribunale di Torino, l’udienza preliminare di un processo che vede imputati due compagni accusati di aver commesso reati di sequestro di persona, rapina, porto d’arma da guerra, e lesioni durante i fatti “avvenuti in Chiomonte località La Maddalena, il 3 luglio 2011”.

Questo procedimento, seguito da Caselli e Ferrando, portò ad un interrogatorio avvenuto verso la fine del 2012. Sembrava essersi concluso per l’irrisoria consistenza delle prove, tuttavia a metà dell’anno successivo Ferrando diveniva Procuratore Generale di Ivrea e le carte passavano in mano a tale Rinaudo che, ovviamente, non decideva di
archiviare.
I fatti in questione riguardano l’episodio specifico del carabiniere che cadde all’interno del bosco dell’area archeologica de La Maddalena, durante la grande giornata di resistenza del 3 luglio 2011.
Tutto ciò che avvenne durante la Libera Repubblica della Maddalena e nel successivo tentativo di difendere quel lembo di terra destinato ad essere devastato per profitto, è patrimonio di un intero movimento di Resistenza.
Il 3 luglio migliaia di persone hanno visto con i propri occhi chi ha agito per “procurarsi un ingiusto profitto mediante violenza”, chi ha rapinato la terra d’altri.

Migliaia di persone hanno visto chi tentò di farci desistere “portando in luogo pubblico numerose pistole “Beretta 92sbm”, chi causò numerose lesioni sparando gas CS ad altezza d’uomo.
Quel 3 luglio i “sequestratori” li abbiamo visti in molti, le immagini di Sabbo, di Marta, di Roby e di Gianluca mentre venivano trascinati di peso dagli aguzzini che sfogavano le proprie frustrazioni sui loro corpi rompendo teste e braccia, sono ancora ben nitide nella nostra mente.
Riconosciamo in questa richiesta di rinvio a giudizio l’ennesimo tentativo di Rinaudo e della procura di Torino di terrorizzare una intera popolazione in lotta sbandierando nuovamente ipotesi di condanne
a doppie cifre.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai Resistenti Gabriele e Matteo.
Se ancora non fosse ben chiaro: “La Valle di Susa paura non ne ha”.

Coordinamento dei Comitati NO TAV Alta Valle Susa