Niente sorveglianza speciale per Chiara, la compagna che nel 2013 partecipò in Valle di Susa a uno degli attacchi al cantiere. Lo hanno stabilito i giudici della Corte d’appello dell’Aquila che hanno accolto il ricorso contro il provvedimento emesso a settembre dal tribunale di Teramo su richiesta della questura teramana. Secondo i giudici aquilani la misura non poteva essere richiesta dal questore di Teramo per incompetenza territoriale. «Deve ritenersi», scrivono i magistrati, «che il luogo ove la Zenobi esprimeva la propria pericolosità sociale all’atto della proposta fosse Torino e che, di conseguenza, titolare dell’azione di prevenzione fosse il questore di Torino e non il questore di Teramo». Per l’attacco al cantiere, Chiara è stata condannata a tre anni e sei mesi e attualmente si trova agli arresti domiciliari in provincia di Teramo. L’annullamento della sorveglianza speciale è, per la nostra sorella, un altro passo verso la libertà, dopo oltre due anni di carcerazione, tra alta sorveglianza in galera e arresti domiciliari… Dai Chià!