Apprendiamo da Notav.info che questa mattina, sul presto, è iniziata un’operazione giudiziaria contro alcuni no tav, due agli arresti e quattro con obblighi di firma (per La Stampa, ma sono sette le persone coinvolte per Notav.info) con la perquisizione della Credenza di Bussoleno e del presidio di Venaus.
L’episodio contestato sarebbe un’azione di solidarietà nella quale sono stati coinvolti alcuni no tav dopo una cena del nucleo pintoni attivi in Clarea, quando uno dei manifestanti era stato fermato in paese per un “controllo” ed altri compagni, saputa la notizia erano accorsi per vedere cosa stesse
capitando. Secondo l’indagine, coordinata dal pm Andrea Padalino, “gli attivisti destinatari delle misure avevano oltraggiato e gravemente minacciato i militari, rifiutando di farsi identificare“, ma durante l’azione “avrebbero anche interrotto il traffico della strada statale 25 dove erano in corso i controlli“.
Questo è il racconto della serata in questione, pubblicato su Notav.Info il giorno dopo: “erano da poco passate le 19 e i primi no tav stanno giungendo dalla strada di Giaglione alla val Clarea, presso il cantiere tav di Chiomonte. E’ la settimanale cena in clarea organizzata dagli anziani no tav, anche old bloc o grey bloc. E’ la prima dopo l’azione al cantiere di venerdì scorso, quando incappucciati e attrezzati assaltarono le reti. La tensione è alta, è la prima cena ufficiale organizzata dal gruppo dopo l’assalto. Mani negli zaini e via, ecco un salame, poi un altro, poi vino e molto altro. Si ride e si scherza, ma più che altro si mangia e si beve fino circa alle 22. Dalla tettoia presidio si scende verso le recinzioni tutti insieme, alcune decine di no tav e inizia una battitura sulle recinzioni del cantiere, che poi diviene blocco dei cancelli. Come di consueto ecco che arriva l’idrante della Polizia e un plotoncino della guardia di finanza. Dopo alcune decine di minuti di idrante iniziano anche i gas lacrimogeni. Sulla via del ritorno, si attraversa dunque in gruppo e anche in macchina la nube di gas. Saluti e abbracci sembrano chiudere la serata ma le sorprese continuano. Durante il tragitto verso casa, poco dopo l’abitato di Susa ci accorgiamo delle attenzioni di una bravo del nucleo radiomobile dei carabinieri di Susa che incrociamo. La medesima auto sopraggiunge poi alle nostre spalle a forte velocità (immaginiamo dopo aver invertito in velocità il senso di marcia) andando a piazzarsi alle spalle di un’auto di un amico no tav di Bussoleno che con noi era all’inizitiva. Ci segnalano inoltre la presenza di un’altra auto dei carabinieri ancora che sopraggiunge nell’abitato di Bussoleno e si piazza in attesa in via Traforo, nel centro del paese. Da subito pensiamo a una trappola e così inizia il tam tam di avvisi a tutti i presenti che stanno anche loro rientrando a casa in auto di stare all’erta. E così è, arrivati a Bussoleno la macchina no tav con tanto di adesivi ben evidenti viene fermata. Inizia la trafila “documenti… no!… allora andiamo in caserma!… e andiamo…” e poi ancora e intanto arriva gente, tanta, dalle case, dalla vicina Credenza e con un detto in idioma locale arriva un commento alle spalle “a l’an pru basà al baul subit” (hanno subito abbassato il baule-cresta”). Si la situazione non è semplice e così i militi ritirano la squadra e se ne vanno. Pessima scelta inseguire un valsusino nei paesi. Ma quello che ci fa riflettere è uno scambio di battute con i carabinieri “c: ho avuto meno problemo con gli albanesi e i rumeni che con voi… notav: ma questo è razzismo! sono persone!come fa a dividerle in razze!… c: ma chi ha parlato di razzismo, quelli dovrebbero essere quelli che rubano e …” E poi ancora uno scivolare di luoghi comuni che possiamo tranquillamente saltare. Avevamo dei dubbi sull’utilità dell’opera, dopo anni di studi l’abbiamo catalogata come inutile, fuori dal tempo, costosa… Con i carabinieri in valsusa sono bastati alcuni secondi.”