I Compromessi – Alexandre Marius Jacob + Considerazioni

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Questo brano è tratto da una lettera che Alexandre Marius Jacob scrisse alla madre tra il 1909 e il 1910, dal bagno penale in cui era recluso, in risposta alla proposta della madre di chiedere favori, o di supplicare giudici e magistrati per farlo rilasciare.

Mia cara mamma, credo di averti già detto che non volevo sentire parlare di favori. È molto deplorevole che tu non te ne sia ricordata. Ci sono elasticità, ginnastiche per le quali non ho né voglia né inclinazione (…). Per prinipio, vedi, non serve a niente contare sulla protezione di questo o sull’ influenza di quello. È meglio non contare che su sé stessi. Inoltre, è ugualmente preferibile non dare preoccupazioni a delle persone fortunate con delle richieste. Anche in caso di insuccesso, ciò impegna alla riconoscenza e questo sentimento è molto spesso una catena penosa da tollerare. Da parte mia, amo troppo la libertà per legarmi in questo genere di compromessi.

Tralasciando le condizioni in cui è stata scritta questa lettera e tutto il contorno che ne consegue, trovo questo pezzo veramente bello e interessante.
Leggendolo in senso più lato, infatti, si può estendere questo discorso non soltanto a quell’episodio in particolare, ma a tutti gli ambiti della vita.
Contare solamente su sé stessi e sulle proprie forze, vuol dire rifiutare qualsiasi tipo di delega, qualsiasi rappresentazione. Vuol dire mettersi in gioco in prima persona, per effettuare qualsiasi tipo di cambiamento che ci interessa. Vuol dire che se abbiamo bisogno di qualcosa, dobbiamo solamente prendercela. Vuol dire che se qualcosa non ci sta bene, non abbiamo che da cambiarla o eliminarla. Con ciò che abbiamo a disposizione, unendoci con chi ci è affine a livello di mezzi e di scopi.
Nessun compromesso vuol dire rifiutare il male minore, in favore di un bene maggiore, perché il male minore oggi, vuol dire non avere ciò che ci sta bene in futuro.
Nessun compromesso vuol dire rifiutare che qualcuno prenda decisioni per noi, al posto nostro, vuol dire prendere in mano la propria vita.