Condannati a due anni e due mesi Paolo e Forgi

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Si è aperta questa mattina la terza udienza del processo a carico di Paolo e Forgi, i due giovani compagni fermati quest’estate poco prima di un’iniziativa No Tav in Clarea a bordo di quella che i media si affannarono a definire “auto arsenale”, che trasportava materiale per azioni di disturbo alle reti e di difesa dai lacrimogeni che la polizia è solita sparare ad altezza uomo contro i No Tav.

Dallo scorso 30 agosto i due sono sottoposti a misure cautelari: dopo qualche settimana di detenzione al carcere delle Vallette, da più di sei mesi sono tuttora detenuti agli arresti domiciliari.

L’udienza di questa mattina si è aperta dando prima la parola ai due pm che hanno ormai da tempo fatto dell’accanimento giudiziario contro il movimento No Tav la propria missione, Padalino e Rinaudo: i due pm hanno ricostruito la propria versione dei fatti, insistendo (come già nella prima udienza) sulla presunta “micidialità” del materiale trovato a bordo dell’auto, facendo continui rimandi ad episodi riguardanti altri momenti di lotta No Tav per dimostrare il presunto utilizzo violento cui il materiale sequestrato era destinato. Una ricostruzione evidentemente faziosa e suggestiva per creare un vero e proprio processo alle intenzioni, che ha portato i due pm a fare una richiesta di pena altissima e spropositata rispetto ai fatti in questione. Padalino e Rinaudo hanno infatti chiesto il pagamento di una multa di 10.000 euro e sei anni di detenzione per entrambi gli imputati, includendo tutte le aggravanti del caso ed escludendo invece il beneficio della condizionale (ricordiamo che si tratta di due giovani No Tav, entrambi incensurati…).

Una ricostruzione che è stata poi puntualmente smontata dall’avvocato della difesa, che rifacendosi anche alla perizia di un esperto chiamato a testimoniare nell’udienza precedente ha invece dimostrato come il materiale trovato sull’auto fosse perlopiù a carattere difensivo o volto a creare disturbo attorno al cantiere della Maddalena, non certo a costruire fantasiose molotov con bottiglie di plastica (!) come tanto si è affannata a sostenere l’accusa.

La sentenza è poi arrivata nel tardo pomeriggio: il Tribunale ha condannato in primo grado sia Paolo che Forgi ad una pena di due anni e due mesi e al pagamento di 5000 euro di multa, confermando (anche se in maniera ridimensionata rispetto alle richieste assurde fatte in precedenza) l’impianto accusatorio messo in piedi dai Pm. Tra qualche settimana verranno rese note le motivazioni della sentenza, cui seguirà la richiesta di appello da parte degli avvocati della difesa. Per ora, però, entrambi i giovani No Tav restano agli arresti domiciliari.

La sentenza di oggi conferma una volta di più il pesantissimo clima creatosi tra le aule del Tribunale attorno alla vicenda No Tav, per cui episodi anche di scarso rilievo vengono gonfiati e criminalizzati per creare un immaginario di pericolosità attorno alla lotta contro l’alta velocità, sdoganando accuse gravissime come quelle di terrorismo e richiedendo pene spropositate.

Tutta la nostra solidarietà va invece a Paolo e Forgi, colpevoli di lottare contro lo scempio del Tav e di battersi per il futuro di tutti/e, con l’augurio di rivederli presto liberi e al nostro fianco nelle lotte.

Paolo e Forgi liberi! Liberi tutti!

da infoaut.org-