Il 1 ° novembre a Trezzano sul Naviglio: concerto black metal satanico e neonazista

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Attesi centinaia di supporter

Nella pagina facebook Shot shower 3 è preannunciato per il 1° novembre un concerto “Black metal”, o “Satanic metal”. Il concerto, sempre secondo l’annuncio, si terrà «nelle immediate vicinanze di Milano, quasi certamente a Trezzano». Mentre si è in attesa del cosiddetto meeting point si comunica l’allestimento di un servizio di navetta con l’Hotel Europa di Rosate. Qui alloggerà una parte di coloro che intenderebbe assistere all’evento, per lo più proveniente da Austria, Germania, Inghilterra, ma anche dalla Finlandia. L’attesa è per 500 persone. Fra le band che dovranno esibirsi i brasiliani Goatpenis, i finlandesi Goatmoon, i francesi Ornaments of sin, i polacchi Infernal war e i danesi Sturmtiger, più altre di supporto.

I brasiliani dal nome provocatorio di Goatpenis  (letteralmente “Pene di capro”), nonostante abbiano dichiarato di non aderire a nessuna ideologia politica, calcano da sempre la scena neonazi, al punto che un loro cd del 2002 era stato intitolato con lo stesso motto ideato da Goebbels prima della presa del potere dei nazisti, quando ancora si cercava di porre dei limiti all’azione nazionalsocialista: Trotz Verbot, nicht tot!, ovvero “Nonostante il divieto, non siamo morti!”. I Goatpenis, oltre tutto, fanno parte della rete della nordamericana Satanic Skinhead Propaganda (che usa come proprio simbolo una svastica) e più volte si sono esibiti insieme alla band neonazista greca Der Stürmer. I polacchi Goatmoon (“Caproni, con la luna”) li troviamo invece ufficialmente inseriti nel sito del National Socialist Black Metal Movement (NSBM). Un loro motto è Death before Disonhour. I  loro testi sono violentemente xenofobi e antisemiti. Al NSBM aderiscono anche gli Ornaments of sin, che, per quanto di origini francesi, utilizzano titoli in tedesco per le loro composizioni: Inhale Zyklon (“Inalate Zyklon”, ossia il gas usato nei campi di sterminio) o  Durch Ruinen Und Düstere Kriegsfelder, “Attraverso rovine e campi di guerra”.
Gli Sturmtiger, appassionati di temi di guerra, fanno derivare il loro nome da un carro armato tedesco costruito negli ultimi anni della seconda guerra mondiale. Nelle intenzioni dei nazisti un’arma risolutiva per la sua potenza, da destinare a Stalingrado. Non fecero in tempo e l’unico uso che ne fu fatto fu per piegare l’insurrezione del ghetto di Varsavia dove furono utilizzati per spianare senza pietà gli edifici trasformati dagli ebrei in fortini.
I polacchi Infernal war si chiamavano originariamente Infernal SS. Pur non appartenendo al circuito NSBM, per loro «il satanismo e l’antireligione sono una personificazione delle leggi eterne della natura». I contenuti, quindi,  sono rivolti principalmente contro la tradizione ebraico-cristiana.
Ci fermiamo qui. Questi gruppi possono apparire folkloristici per il loro satanismo, i simboli e i nomi grotteschi, ma nei fatti si riallacciano alla tradizione esoterica e paganeggiante del nazismo. Il “Pagan front” non a caso, come dice una dichiarazione del NSBM, serve «per reclutare e per fomentare il risveglio razziale e una chiamata alle armi contro gli ebrei, il risveglio dell’istinto ariano oppresso da anni di propaganda liberale e avvelenato dalla modernità».
Qualcuno ci gioca, lo prende un po’ sul ridere, trovando attraenti le atmosfere lugubri, nere, misantrope, apocalittiche. Ma le principali band protagoniste del concerto del 1° novembre non scherzano. Appartengono a un preciso circuito di produzione e distribuzione, quello di due noti neonazisti di Berlino dell’NSBM, Hendrik Möbus e Christian Schöndorfer, e alla loro rete di paccottiglie vaie (magliette, poster ecc) denominato Merchant of Death. Altrove sono stati accolti dalla protesta degli antifascisti. Converrà anche stavolta far sapere chi sono e che non sono graditi.

Nell’allegato le immagini del circuito neonazista nordamericano Satanic Propaganda Skinhead, dei Goatpenis, di un manifesto nazista d’epoca con il motto Trotz verbotenen, nicht tot!, di un poster dei Goatmoon con il tipico motto Death before Disonhour e la spalla di una loro maglietta con il simbolo nazista, il post del concerto del 1° novembre con il motto Goat mit uns, che introducendo il “goat” (“capro”, il nome del gruppo vedette, i Goatpenis, nonché dei Goatmoon) al posto di “Gott” richiama ironicamente (?) il Gott mit uns (“Dio è con noi”) nazista.

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