La servitù accettata
Il più grande ostacolo all’emancipazione del proletario risiede in se stesso. Il vero disastro per l’operaio è la sua arrendevolezza nei confronti della propria miseria, il suo modo di adattarsi e consolarsi della propria impotenza. Eppure l’esperienza gli ha ben insegnato che non può attendersi nulla dal sistema che l’opprime e che non potrà uscirne senza lottare. Ma preferisce continuare a sfogarsi a vuoto e a rivestire la propria passività di apparente collera.
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Abbasso il proletariato
La servitù accettata
Il più grande ostacolo all’emancipazione del proletario risiede in se stesso. Il vero disastro per l’operaio è la sua arrendevolezza nei confronti della propria miseria, il suo modo di adattarsi e consolarsi della propria impotenza. Eppure l’esperienza gli ha ben insegnato che non può attendersi nulla dal sistema che l’opprime e che non potrà uscirne senza lottare. Ma preferisce continuare a sfogarsi a vuoto e a rivestire la propria passività di apparente collera.
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Les Amis du Potlatch (1979)
[Pubblichiamo qui la prima parte del testo A bas le prolétariat! Vive le communisme!, apparsa in traduzione italiana sulla rivista «Anarchismo», serie I, n. 28, 1979]
Il nemico del proletariato non è tanto il potere dei capitalisti o dei burocrati, quanto la dittatura della leggi dell’economia sui bisogni, l’attività e la vita degli uomini. La controrivoluzione moderna si incentra sulla difesa della condizione proletaria e non sul mantenimento dei privilegi borghesi. È in nome del proletariato e delle necessità economiche, con l’aiuto dei suoi rappresentanti politici e sindacali, che si tenta di salvare la società capitalista.
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