Atene, Grecia: Dichiarazione letta al processo da Nikos Romanos e Giannis Michailidis (29/11/2013) it/es

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Oggi inizia il teatro delle ombre che voi chiamate processo. È più che evidente che si tratta di un processo dove si stanno giudicando gli anarchici rivoluzionari che hanno rigettato il sistema e i suoi benefici per passare all’attacco contro di esso. Perciò hanno operato decine di questi “colpi di stato speciali” per affrontarci. Tribunali speciali, trasferimenti speciali, leggi speciali antiterroriste, “protezione” speciale da parte della polizia. Tutti questi esempi sono delle ammissioni segrete che vengono nascoste dietro la flessibilità e i duplici discorsi che ci offre il sistema ma in realtà sono cosi codardi che coprono tutta questa parodia con argomenti ancora più ridicoli, negando di ammettere l’ovvietà.

Il fatto che siamo in guerra, che siamo nemici e che ci divide una linea divisoria. Rivoluzione e Controrivoluzione.

Ah, non siamo cosi ingenui da credere che voi adorate il vostro ruolo “speciale” per qualche sacro dovere. Le condanne che ci darete sono dettate politicamente dai vostri superiori politici che state fedelmente servendo per salire in questa gerarchia mafiosa e occupare i ranghi importanti che tanto desiderate.

Siete degli “esperti” ordinari nominati nel loro interesse personale in questa epoca malvagia. Oggi sono venuti qui con tutta la loro solennità e maestà richieste per tali circostanze “speciali”. Inoltre non si tratta solo di fare giustizia e salvaguardare la legalità. I vostri superiori politici sicuramente vi ricompenseranno.

In quanto a noi, almeno avremo la fortuna di essere condannati ufficialmente. Perché, rispetto a migliaia di detenuti e famiglie che con ansia aspettano quanto uscirà dalle vostre labbra, le vostre condanne possono dipendere da vari criteri.

Ciò che conta per voi è che il menu della mensa del tribunale sia gustoso, che ci sia molto traffico per andare a lavoro o se siete rimasti soddisfatti la notte prima. Ma va bene, non bisogna generalizzare, sappiamo che vi sono eccezioni.

Sappiamo che quando toccherà a chi ha i soldi e capacità di entrare nei vostri giri, i loro casi saranno giudicati con clemenza e le porte della libertà si spalancheranno. Questo è il senso di giustizia che avete.

E così giustizia è fatta. Oggi potete dormire sonni tranquilli. Gli eserciti di fantasmi dei morti viventi che avete abbattuto con le vostre condanne non vi perseguiteranno stanotte.

Onorabili signori giudici, la vostra giustizia ha l’odore repellente della morte. Siete becchini che stabilite quanta formaldeide va usata per mantenerci in uno stato d’eccezione permanente, per mantenerci vivi come oggetti da museo, nelle terre del tempo congelato. Presenti nella sopravvivenza, assenti nella vita reale.

Noi non ci nascondiamo dietro le nostre dita e ci assicuriamo che le nostre intenzioni siano molto chiare. Siamo guerriglieri urbani anarchici, nemici dell’economia, della democrazia, della polizia, dell’esercito, della giustizia borghese, delle prigioni, delle leggi, della scienza tecnologica. Contro tutto ciò che schiavizza e assoggetta la libertà dell’individuo.

Si! per noi, le banche sono i pilastri portanti della dittatura economica e saranno sempre un obiettivo per l’attacco. Sia espropriando la ricchezza per rafforzare le strutture della lotta anarchica o per distruggerla durante un corteo o farla esplodere in un attacco guerrigliero.

Mentre ciò che voi avete come obiettivo finale per questo processo è difendere le banche e castigare in modo esemplare l’opzione di armarsi e attaccarle. In poche parole siete la migliore prova di quanto i vari potenti che gestiscono l’esistente sono interconnessi tra di loro, con l’unico obiettivo di perpetuare la propria dominazione.

Ma adesso, visto che parliamo direttamente, è venuto il momento di far cadere le vostre maschere. Avete il coraggio di condannarci come rapinatori. Ma siete voi e tutta la vostra combriccola quelli che succhiate anni e anni di vita alla gente e questo in nome di una società sottomessa. Quindi se c’è qualche responsabile di certo siete voi. E il martellare di domande senza risposta sta girando come una mannaia sulle vostre teste.

Quante famiglie avete rovinato con le vostre condanne? Quanta oppressione e dolore avete causato a causa delle istituzioni che difendete con tanta passione? Di quanti “suicidi” di detenuti/e nei vostri carceri siete istigatori? Quante persone sono state condannate ad una lenta morta in carcere?

Quanti anni di vita avete rubato nel corso della vostra esistenza? 5000, 10000 o 20000?

È vero che tornando all’apparente sicurezza delle vostre case da bravi genitori vi pulite dal sangue? Meglio non parlare della quantità di soldi che hanno ricevuto i baroni della vostra mafia in cambio di un trattamento più favorevole. Meglio istituire qualche commissione “indipendente” che poi pubblicherà i risultati delle sue indagini. Inoltre, come ovunque, anche nel vostro settore lavorativo la corruzione è sinonimo di onestà.

Per questo riteniamo necessario riferirci al valore che secondo noi hanno le vostre vite. Mentre annullate giornalmente il valore della vita, tanto la nostra come quelle di migliaia di persone, crediamo che non abbiate alcun diritto di vivere. Potete essere sicuri che se fossimo in posizione di forza, i ricercati e i catturati sareste stati voi. E appena trovati, vi avremmo calpestati totalmente.

Per questo non abbiate dubbi a vendicarvi, a vostro modo, per le nostre ingiurie e minacce. State sicuri che alla prima occasione faremo lo stesso con voi.

Le maschere sono cadute signori giudici e non abbiamo intenzione di rimetterle su per nascondere. Buona fortuna col vostro nuovo spettacolo e la sua compagnia teatrale. Noi lasciamo il processo e rigettiamo, con tutto il disprezzo, il diritto di scusarci e cercare attenuanti. Se avete la necessità di giudicare, giudicate le nostre sedie vuote. Ma giudicatele bene, con tutto il sentimento di giustizia che avete. È l’unica cosa che potete farci.

Perché l’anarchia ce l’abbiamo dentro le nostre teste e voi non riuscirete mai a processarla, non importa quanto impegno metterete per seppellirci, non importa quante carceri costruirete per metterci dentro, quanti anni ci darete e quante leggi antiterroriste verranno fatte per rendere ancora più rigorosi i vostri spettacoli teatrali.

La nostra anarchia fuggirà di nuovo ogni volta per riunirsi con gli spiriti liberi, per costruire relazioni libere, per cercare nuovi complici, per cercarvi e attaccarvi. Fino a quando ci libereremo di voi. Questa è l’anarchia che abbiamo dentro.

Se voi siete onesti con voi stessi lasciate questo teatro del processo e queste vostre sbruffonate e condannateci in anticipo.

Nessun passo indietro!
Tutto per la Libertà!
Viva l’Anarchia!

Giannis Michailidis e Nikos Romanos

http://it.contrainfo.espiv.net/2014/02/03/atene-grecia-dichiarazione-letta-al-processo-da-nikos-romanos-e-giannis-michailidis-29112013/#more-11689

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[Grecia] Textos de compañeros anarquistas procesados por el doble atraco en Velvedo

El juicio contra compañeros asaltantes comenzó el 29 de Noviembre de 2013 (más información aquí: http://es.contrainfo.espiv.net/2013/12/18/atenas-actualizacion-del-juicio-sobre-el-doble-atraco-en-velvendos-kozani/).

Aunque con retraso, presentamos la declaración conjunta de N.Romanos y G.Mihailidis(en griego acá: https://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1503670) y un breve texto firmado por todos 6 acusados (en griego aquí:

https://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1503984).

La tercera sesión de juicio (10 de Enero) fue aplazada y el proceso continuará el 20 de Enero. .

Además, se ha fijado la fecha de un siguiente juicio por atraco a banco (se trata de un atraco realizado en finales de 2012 en localidad Filota cerca de Florina, norte de Grecia). El juicio empezará el 3 de Febrero de 2014 y citados son 6 compañeros anarquistas (todos ellos presos): Giannis Mihailidis, Dimitris Politis, Argyris Dalios, Fivos Harisis y Grigoris Sarafoudis.

Posicionamiento de Nikos Romanos y Giannis Mihailidis leído en el primer día del juicio

Hoy comienza el teatro de sombras que ustedes quieren llamar juicio.

Es más que evidente que se trata de un juicio en que se está juzgando a los anarquistas revolucionarios quienes rechazaron el sistema y sus beneficios y pasaron al ataque en su contra. Por esto han montado decenas de esos “golpes de Estado especiales” para enfrentarse a nosotros. Salas judiciales especiales, traslados especiales, leyes especiales antiterroristas, “protección” especial por parte de la policía. Todos estos ejemplos son unas admisiones encubiertas que hagan escondidos detrás de flexibilidad y doble habla que os ofrece el sistema. Pero en realidad sois tan cobardes que a toda aquella parodia la cubren en unos argumentos de lo más ridículos, negándoos de admitir lo obvio.

El hecho que estamos en guerra, que somos enemigos y lo que hay entre nosotros es una
línea de guerra divisoria. Revolución y Contra-revolución.

Ah, no somos tan ingenuos como para creer que ustedes adoran su papel “especial” por algún deber sagrado. Las penas de cárcel a que nos van a condenar están dictadas políticamente por
sus superiores políticos a quienes están sirviendo fielmente para subir en esa jerarquía mafiosa suya y ocupar los rangos cruciales que ustedes desean tan fervorosamente.

Sois unos ordinarios “expertos” fijados en su interés personal en esa época malvada. Hoy han venido aquí engalanados con toda su solemnidad y majestad presumida que se requiere para tales circunstancias “especiales”. Además no es poco eso de rendir la justicia y salvaguardar la legalidad. Sus superiores políticos seguramente os van a recompensar a esta hazaña.

En cuanto a nosotros, por lo menos vamos a tener la suerte de ser condenados de manera oficial.

Porque, respecto a miles de presos y sus familias que con ansiedad esperan a lo que saldrá de vuestros labios, sus condenas tal vez dependen de diferentes criterios.

Lo que les importa a ustedes es si el menú del comedor del tribunal era sabroso, si hubo mucho tráfico por el camino a su trabajo o si han quedado satisfechos la noche anterior. Pero bueno, no hay que generalizar, sabemos que hay excepciones.

Sabemos que cuando habrá aquellos que tienen el dinero y capacidad de acceder a vuestros círculos,
sus casos serán examinados con clemencia y las puertas de libertad se abrirán. Este es el sentido de la justicia que os posee .

Y es así como se hizo la justicia. Hoy pueden dormir tranquilos. Los ejércitos de fantasmas de muertos vivientes que habéis abatido con vuestras condenas no os van a perseguir esta noche.

Honorables señores jueces, su justicia arrastra consigo el olor repulsivo de la muerte.
Sois sepultureros que deciden cuánto formaldehído van a echarnos para mantenernos en un estado
de excepción permanente, para mantenernos vivos como objetos de museo, mantenernos en las tierras de tiempo helado. Presentes en supervivencia, ausentes de la vida real.

Nosotros no nos escondemos detrás de nuestros dedos y nos aseguramos de que nuestras intenciones sean bien claras. Somos anarquistas guerrilleros urbanos, los enemigos de la economía, de la democracia, de la policía , del ejército, de la justicia burguesa, de las prisiones, de las leyes,
de la ciencia tecnológica. En contra de todo que esclaviza y subyuga la libertad del individuo.

¡Sí! Para nosotros, los bancos son los principales pilares de la dictadura económica y siempre serán un objetivo para el ataque. Sea expropiando su riqueza para reforzar las estructuras de la lucha anarquista o ya sea destruirlos durante una manifestación o dinamitarlos en un ataque guerrillero.

Mientras que lo que ustedes tienen por objetivo final tras este juicio es defender a los bancos y castigar de manera ejemplar la opción de armarse y atacarles. En pocas palabras sois la mejor prueba de la forma en que los diferentes poderes que manejan lo existente están enredados uno con otro, con único objetivo siendo perpetuar su dominación.

Pero ahora, ya que hablamos directamente, vino la hora para que caigan vuestras máscaras .
Tenéis el descaro de condenarnos como atracadores. Pero sois vosotros y toda vuestra calaña los que chupáis años y años las vidas únicas de la gente y eso en nombre de una sociedad sumisa. Así que si alguien tiene que rendir cuentas lo sois vosotros. Y el martilleo de preguntas sin respuesta está girando como un hacha sobre vuestras cabezas.

¿Cuántas familias habéis arruinado con vuestras sentencias? ¿Cuánta opresión y dolor habéis causado tras las instituciones que con tanta pasión defendéis? ¿De cuántos “suicidios” de presxs dentro de vuestras instituciones penitenciarias sois instigadores? ¿Cuántas personas habéis llevado
a la muerte lenta de la prisión?

¿Cuántos años de vida humana habéis robado en su vida? ¿5000, 10000 o 20000?

¿Es verdad que regresando a la aparente seguridad de su hogar como buenos padre de familia estáis limpiando la sangre en el limpiapiés?

Mejor ni hablemos de la cantidad de dinero que han recibido los barones de vuestra mafia a cambio de un trato más favorable. Mejor monten alguna comisión “independiente” que luego va a publicar los resultados de su investigación. Además, como en todas partes, también en vuestro sector laboral la corrupción es sinónimo de honradez.

Por esto consideramos innecesario referirnos al valor que según nosotros tienen vuestras vidas.
Mientras que estáis anulando a diario el valor de vida, tanto nuestra como la de miles de personas, nosotros creemos que no tenéis ningún derecho de seguir viviendo. Podéis estar seguros que si estuviéramos en posición de fuerza, los en busca y captura serían ustedes. Y allí donde os encontraríamos os hubiéramos aplastado totalmente.

Por esto no debéis dudar ni por un momento a la hora de vengarse, a su manera, por nuestras blasfemias y amenazas. Podéis estar seguros de que con la primera oportunidad haremos lo mismo contra vosotros.

Las máscaras han caído señores jueces y no tenemos la intención de llevarlas más para disimular.
Buena suerte con su nuevo espectáculo y su compañía teatral. Nosotros nos alejamos del juicio y os devolvemos, con todo desprecio, el derecho de apología y sus circunstancias atenuantes. Si sienten la necesidad de juzgar, juzgad nuestras sillas vacías. Pero juzgadles bien, con todo el sentido de justicia que os posee. Es la única cosa que pueden hacernos.

Porque la anarquía la tenemos dentro de nuestras cabezas y ustedes nunca serán capaces de procesarla, no importa cuánto cimento nos echaran encima para sepultarnos, no importa cuántas cárceles construyan para meternos dentro, a cuántos años nos condenaran y cuántas leyes antiterroristas decretaran para ser aún más estrictos en sus actuaciones teatrales.

Nuestra anarquía se fugará cada vez de nuevo para reunirse con los espíritus libres, para construir relaciones libres, para buscar nuevos cómplices, para cazar y atacar a ustedes. Hasta que nos deshacemos de ustedes. Esta es la anarquía que tenemos dentro de nosotros.

Si ustedes son honestos con sí mismos dejen de lado esos teatros de procedimiento legal y esas fanfarronadas hipócritas suyas y condenad nos por adelantado.

¡Ni un paso atrás!
¡Todo por la Libertad!
¡Viva la anarquía!

Giannis Mihailidis y Nikos Romanos

Carta de los 6 anarquistas acusados por el caso de Velvedo

Por supuesto es hermoso y al mismo tiempo necesario constantemente buscar las palabras para interpretar y analizar el significado más profundo de la solidaridad.

El desarrollo de la teoría, tanto en nivel de esencia como de difusión, es fuerza motriz en el camino que lleva al desarrollo de una comunidad de lucha. La reciprocidad de relación se confirma a través de una comunicación continua y una capacidad de expresar en palabras esta mezcla de las vivencias, de la experiencia personal y de la percepción de la lucha en general, como también el tema de la solidaridad en particular.

Lo que hemos vivido el 29 de Noviembre en la sala del tribunal es la dimensión material de nuestras proyectualidades y nuestros “sueños”. Cualquier intento de pronunciar y “atrapar” todos estos sentimientos, emociones y su fuerza en un lenguaje escrito, está condenado a mediocridad. Nunca jamás vamos a poder, –nosotros por lo menos–, describir con palabras, palabras que, por suerte o no, conllevan la penumbra de un mundo sin libertad, la sensación de que se cumplieron nuestros deseos más fuertes.

Después de varios meses de aislamiento físico, la presencia de compañerxs y la intensidad con que “nos hemos liado” entre sus abrazos y miradas, nos dio la sensación/imagen de que se trata de dos ríos desbordados que se juntan inmediatamente después de destruir una presa.

Esto, compañeros, el romper de aislamiento, sea imaginario o real. A esta apuesta la habíamos ganado ahí.
Sí, la solidaridad es una de nuestras armas. Y ningún madero jamás podrá encontrar el “piso franco” donde ocultamos a este arma.

Postdata. La razón por que escribimos esta carta fue el primer día de nuestro juicio, sin embargo cada una de las consignas, lienzos, cada cartel que se pegó, cada incendio y cada una de las movidas solidarias que se hizo nos llena con fuerza de exactamente la misma manera.

JUNTOS HASTA LA DESTRUCCIÓN DE ESE MUNDO PODRIDO

JUNTOS HASTA LA LIBERTAD

Los anarquistas: Nikos Romanos, Fivos Harisis, Argyris Dalios, Andreas-Dimitris Bourzoukos, Dimitris Politis y Giannis Mihailidis

http://www.alasbarricadas.org/noticias/node/27574