L’ESPROPRIATORE (it/fr/es/en)

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Renzo Novatore (1922)

“L’Espropriatore”

(apparso su Iconoclasta!, Pistoia, a.I, 1° s., n.10, 26 novembre 1919)

La mia libertà e i miei diritti sono tanti quanto la mia capacità di potenza.
Anche la felicità e la grandezza
L’avrò solo in misura della mia forza!

(Da un libro da me scritto e che non vedrà mai luce)
L’Espropriatore è la più bella figura maschia, spregiudicata e virile che io abbia mai incontrato nell’anarchismo. Egli è colui che non ha nulla da attendere. Egli è colui che non ha più nessun altare su cui sacrificarsi. Egli glorifica soltanto la Vita con la filosofia dell’Azione.
Lo conobbi in un lontano meriggio di agosto mentre il sole ricamava in oro la verdeggiante natura che, profumata e festante, cantava gioconde canzoni di pagana bellezza.
Mi disse: “Fui sempre uno spirito inquieto, vagabondo e ribelle.
Ho studiato gli uomini e la loro anima nei libri e nella realtà. Li ho trovati un impasto di comico, di plebeo, di vile. Ne sono rimasto nauseato. Da una parte i biechi fantasmi morali, creati dalla menzogna e dall’ipocrisia che dominano. Dall’altra parte le bestie
sacrificali che adorano con fanatismo e vigliaccheria. Questo è il mondo degli uomini.
Questa è l’umanità. Per questo mondo, per questi uomini e questa umanità, io sento ripugnanza. Plebei e borghesi si equivalgono. Sono degni l’uno dell’altro. Il socialismo non è di questo parere. Egli ha fatto la scoperta del bene e del male. E per distruggere questi
due antagonismi ha creato altri due fantasmi: Eguaglianza e Fratellanza fra gli uomini…
“Ma gli uomini saranno uguali innanzi allo stato e liberi nel Socialismo…Egli – il socialismo – ha rinnegato la Forza, la Giovinezza, la Guerra! Ma quando i borghesi, che sono i
pezzenti dello spirito, non vogliono saperne di essere uguali ai plebei, che sono i pezzenti della carne, allora anche il socialismo ammette, piagnucolando, la guerra. Sì, anche il socialismo ammette di uccidere e di espropriare. Ma in nome di un ideale di uguaglianza e
di fratellanza umana…Di quella santa uguaglianza e fratellanza che incominciò da Caino
Abele!…
“Ma col socialismo si pensa a metà; si è liberi a metà; si vive per metà!…Il socialismo è intolleranza, è impotenza di vivere, è la fede della paura. Io vado oltre!
“Il socialismo ha trovato bene l’eguaglianza e male la disuguaglianza. Buoni i servi e cattivi i tiranni. Io ho varcato le soglie del bene e del male per vivere intensamente la mia vita. Io vivo oggi e non posso aspettare il domani. L’attesa è dei popoli e dell’umanità, perciò non
può essere affare mio. L’avvenire è la maschera della paura. Il coraggio e la forza non hanno avvenire per il semplice fatto che sono essi stessi l’avvenire che si rivolta sul passato e lo distrugge.
“La purezza della vita procede soltanto con la nobiltà del coraggio che è la filosofia dell’azione.”
Osservai: “La purezza di questa tua vita mi sembra rasentare il delitto!”
Rispose: “il delitto è sintesi suprema di libertà e di vita. Il mondo morale è il mondo dei fantasmi. Là vi sono spettri e ombre di spettri, là vi è l’Ideale, l’Amore universale, l’Avvenire. Ecco l’ombra degli spettri: là vi è ignoranza, paura, vigliaccheria. Tenebra profonda. Forse tenebra eterna. Anch’io sono vissuto, un giorno, là in quella tetra e lurida prigione. Poi mi sono armato di una torcia sacrilega per incendiare i fantasmi e violentare la notte. Quando sono giunto presso i rugginosi cancelli del bene e del male li ho furiosamente abbattuti e ne ho varcate le soglie. La borghesia mi ha lanciato il suo
anatema morale e la plebe idiota la sua morale maledizione.
“Ma l’una e l’altra sono umanità. Io sono un uomo. L’umanità è mia nemica. Lei vuole stringermi fra i suoi mille tentacoli orrendi. Io cerco di strappare a lei tutto ciò che necessita alle mie brame. Siamo in guerra! Tutto ciò che ho la forza di strapparle è mio. E tutto ciò che è mio lo sacrifico sull’altare della mia libertà e della mia vita. Di quella mia vita ch’io sento palpitare fra le palpitanti fiamme che mi divampano nel cuore; fra quello strazio selvaggio di tutto l’essere mio che mi gonfia l’anima di divine bufere, e che mi fa echeggiare nello spirito scroscianti fanfare di guerra e polifoniche sinfonie di un amore superiore, strano e sconosciuto; che mi empie le vene di un sangue rigoglioso e gagliardo, che sparge in tutto l’involucro dei miei muscoli, dei miei nervi e della mia carne, fremiti diabolici di tripudiante espansione; di quella mia vita ch’io intravedo attraverso la folle visione dei miei fantastici sogni, bramosa e bisognosa di sviluppo perenne. Il mio motto è:
camminare espropriando e incendiando, lasciando sempre dietro di me urli di morali offese e tronchi di vecchie cose fumanti.
Quando gli uomini non possiederanno più le ricchezze etiche – unici reali tesori davvero inviolabili – allora getterò i miei grimaldelli. Quando nel mondo non vi saranno più fantasmi, getterò la mia torcia. Ma questo avvenire è lontano e forse non è! E io sono un
figlio di questo lontano avvenire, piombato su questo mondo dal Caso alla cui potenza io m’inchino”.
Così mi disse l’Espropriatore in quel lontano meriggio d’agosto mentre il sole ricamava in oro la verdeggiante natura che, profumata e festante, cantava gioconde canzoni di pagana bellezza.

Tratto dalla raccolta “Un fiore selvaggio” a cura di Alberto Ciampi
Edizioni BFS Pisa
On-line su WWW.NOVATORE.IT

 

 

 

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L’Expropriateur

Par Renzo Novatore (26 Novembre 1919)

Et Notre Haine Rit… – Renzo Novatore
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Dans ce bref recueil de textes de ce combattant de l’anarchisme individualiste, la poésie vengeresse et paroxystique croise du regard le browning de l’anarchiste bandit. La ferveur éclatante de la prose d’Abele Rizieri Ferrari, alias Renzo Novatore, en dit long sur ce qui anime celui qui passe à l’acte, qui donne à ses idées le tournant pratique qu’elles impliquent, au prix de la vie, d’une vie menée contre toutes formes d’utopies, contre toutes métaphysiques, le sort d’un certain iconoclaste de La Spezia qui fabriquait des vers comme il fabriquait des grenades.

Ici Novatore nous parle de solidarité, de l’innocence et de la culpabilité, sujets d’une actualité brûlante, en 1922 comme aujourd’hui. Il nous parle du sacré, qu’il soit Christ ou Droit-de-l’homme. Il nous parle, de façon détournée, de la révolution à l’est. Il nous parle aussi de ce que nous voulons y lire, c’est là la force du poète capable de transformer sa lyre en poignard.

« Notre tâche ultime, à nous individualistes anarchistes, sera de faire sauter la dernière Arche à coups de bombes et le dernier dictateur à coups de Browning. La nouvelle société restaurée, nous retournerons en marge d’elle pour vivre notre vie dangereusement, notre vie de nobles criminels et d’audacieux pécheurs ! »

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El Expropiador

Renzo Novatore (1919)

El expropiador es la figura más hermosa, masculina, sin escrúpulos, y viril
que he encontrado en el anarquismo. Él es el que no tiene nada que hacer.
Él es el único que no tiene altar en el que sacrificarse a sí mismo. Glorifica sólo
la Vida con la filosofía de la Acción. Lo conocí en un lejano mediodía de agosto
mientras el sol bordaba en oro la gigante naturaleza verde, perfumada y festiva,
cantando las ludicas canciones de belleza pagana.

Él dijo, “siempre he sido un espíritu inquieto, vagabundo y rebelde. He estudiado a la gente y sus almas en libros y en la realidad. He encontrado una mezcla de comediante, plebeyo, villano. Yo tenia náuseas. De una parte los siniestros fantasmas morales, creados por las mentiras y la hipocresía que domina. De otra parte las bestias expiatorias que adoran con el fanatismo y la cobardía. Este es el mundo de los hombres. Esta es la humanidad. A este mundo, hacia estos hombres y esta humanidad, siento repugnancia.

El plebeyo y el burgues son equivalentes. Ellos se merecen unos a otros. El socialismo
no es de esta opinión. El ha hecho el descubrimiento del bien y del mal. Y para
destruir estos dos antagonismos creó otros dos fantasmas: la igualdad y la fraternidad entre los hombres. . .

“Pero las personas serán iguales ante el Estado y libres en el socialismo. . . Él –
el socialismo – ha negado la Fuerza, la Juventud, la Guerra! Pero cuando la burguesía,
, que son los campesinos de espíritu, no quiere ser lo mismo que los plebeyos,
que son los campesinos de carne, entonces el socialismo admite, el lloriqueo, la guerra. Sí, incluso el socialismo admite el homicidio y la expropiación. Pero en el nombre de un ideal de igualdad y fraternidad humana. . . De aquella igualdad y fraternidad santa
que comenzó a partir de Caín y Abel!. . .

” Pero con el Socialismo tu piensas a la mitad; tu eres la mitad libre; ¡tu estás la mitad vivo!… El socialismo es la intolerancia, es la impotencia de la vida, es la fe del miedo. ¡Yo voy más allá!

” Los Socialistas han encontrado buena la igualdad, y mala la desigualdad. Bueno los criados y malo los tiranos. Yo crucé el umbral del bien y el mal para vivir mi vida intensamente. Vivo hoy y no puedo esperar a mañana. El esperar es de los pueblos y de la humanidad, por lo que no podía ser asunto mio. El futuro es la máscara del miedo. El coraje y la fuerza no tienen ningún futuro por el simple hecho de que ellos mismos son el futuro que revela el pasado y lo destruye.

“La pureza de la vida es producto sólo de la nobleza del coraje que es la filosofía de la acción “.
Observé: ¡” La pureza de esta vida me parece lindar con el crimen!
Él dijo: “El crimen es la síntesis suprema de la libertad y la vida. El mundo es
el mundo moral de los fantasmas. Hay espectros y sombras de espectros, hay Ideal, Amor Universal, Futuro. Aquí está la sombra del espectro: aquí
esta la ignorancia, el miedo, la cobardía. Una profunda oscuridad. Oscuridad quizas eterna. Incluso yo he vivido, un día, en esa prisión sombría y espeluznante.

Entonces fui armado con una antorcha sacrílega para encender a los fantasmas y violar la noche. Cuando llegué a las puertas oxidadas del bien y del mal las derribe furiosamente para luego cruzar el umbral. A la burguesía he lanzado su anatema moral y al plebeyo idiota su maldición moral.

“Pero el uno y el otro son la humanidad. Yo soy un hombre. La humanidad es mi
enemiga. Ella quiere enredar mi cuerpo y apretarlo con sus mil horrendos tentáculos. Yo trato de arrancar de ella todo lo que mis deseos necesitan. Estamos en guerra! Todo lo que tenga la fuerza de arrancar es mío.

Y todo lo que es mío lo sacrificio sobre el altar de mi libertad y mi vida.

De esta mi vida que siento latir entre las llamas palpitantes reviento en el corazón; y entre esta salvaje tortura de todo mi ser yo inflo el alma de tormentas divinas, y eso me hace eco en el espíritu de la fanfarria estruendosa de la guerra y las sinfonías polifónicas de un amor superior, extraño y desconocido, que yo hago impias las venas de una sangre lozana y vigorosa, que se propaga en toda la envoltura de mis músculos, de mis nervios y de mi carne, temblando diabólicamente con la expansión del regocijo, de esta mi vida de la que percibo a través de la visión de la multitud de mis sueños fantásticos, ansioso y necesitado de desarrollos perennes.

Mi lema es: recorrer expropiando y encendiendo, dejando siempre detrás de mí,
aullidos de ofensas morales y fumando los troncos de las viejas cosas.

Cuando los hombres no poseen más riqueza ética que los verdaderos tesoros inviolables y únicos entonces voy a tirar mi ganzúa. Cuando en el mundo no haya más fantasmas, entonces voy a tirar mi antorcha. Pero ese futuro está lejos y nunca podria ser! Y yo soy un hijo de este futuro distante, sellado de plomo en este mundo en el que por casualidad me inclino para impulsarme”. Asi hablo el expropiador en ese lejano mediodía de agosto, mientras el sol bordaba en oro la gigante naturaleza verde, perfumada y festiva, cantando las ludicas canciones de belleza pagana.

Renzo Novatore

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The Expropiator

Renzo Novatore (November 26, 1919

The expropriator is the most beautiful figure, male, unscrupulous, and virile that I have ever found in anarchism. He is the one who has nought to attend to. He is the one who has no altar on which to sacrifice himself. He glorifies only Life with the philosophy of Action. I met him in a distant midday in August while the sun embroidered in gold the giant green nature, perfumed and festive, singing playful songs of pagan beauty.

He said, “I was always a restless spirit, vagabond and rebellious. I have studied people and their souls in books and in reality. I have found a mixture of comedian, of plebeian, of villain. I was nauseated. From one part the sinister moral phantoms, created by the lies and by the hypocrisy that dominate. From the other part the sacrificial beasts that adore with fanaticism and cowardice. This is the world of men. This is humanity. To this world, for these men and this humanity, I feel repugnance.

Plebeian and bourgeois are equivalent. They deserve each other. Socialism is not of this opinion. He had made the discovery of good and evil. And to destroy these two antagonisms he created another two phantoms: Equality and Fraternity among men…

“But people will be equal before the state and free in Socialism … He — socialism — Has denied the Force, the Youth, the War! But when the bourgeoisie, who are the peasants of the spirit, don’t will to be the same as plebeians, who are peasants of the flesh, then socialism admits, whining, war. Yes, even socialism admits homicide and expropriation. But in the name of an ideal of equality and of human brotherhood… Of that holy equality and brotherhood that commenced from Cain & Abel!…

“But with Socialism you think to half; you are half free; you are half alive!… Socialism is intolerance, is impotence of living, is the faith of fear. I’m going beyond!

“The Socialists have found good the equality, and bad the inequality. Good the servants and bad the tyrants. I crossed the threshold of good and evil in order to live my life intensely. I live today and can not await tomorrow. The wait is of peoples and of humanity, so could not be my affair. The future is the mask of fear. The courage and strength have no future for the simple fact that they themselves are the future that revolts on the past and destroys it.

“The purity of life proceeds only with the nobility of courage that is the philosophy of action.”

I observed: “The purity of this your life seems to me to border on crime!”

He said: “Crime is the supreme synthesis of liberty and life. The world is the moral world of phantoms. There are spectres and shadows of spectres, there is the Ideal, Universal Love, the Future. Here is the shadow of the spectre: here is ignorance, fear, cowardice. Deep darkness. Perhaps eternal darkness. Even I had lived, one day, in that bleak and lurid prison.

Then I was armed with a sacrilegious torch to ignite the ghosts and violate the night. When I arrived at the rusty gates of good and evil I have I have furiously toppled them I have crossed the threshold. The bourgeoisie I have thrown his moral anathema and plebeian idiot his moral curse.

“But the one and the other are humanity. I am a man. Humanity is my enemy. It wants to tighten me around its thousand horrendous tentacles. I try to tear from it all which my desires need. We are at war! Everything I have the force to wrest is mine.

And all that which is mine I sacrifice upon the altar of my freedom and my life.

Of this my life that I feel palpitate among the palpitating flames I burst in the heart; Among this savage torture of all my being that I inflate the soul of divine storms, and that makes me echo in the spirit of thunderous fanfare of war and polyphonic symphonies of a superior love, strange and unknown, that I (empie[1]) the veins of a blood lush and vigorous, that spreads in all the wrapping of my muscles, of my nerves and of my flesh, quivering diabolically with rejoicing expansion; of this my life of which I glimpse through the vision crowd of my fantastic dreams, eager and needful of of perennial development.

My motto is: walk expropriating and igniting, always leaving behind me howls of moral offenses and smoking trunks of old things.

When men possess no more ethical wealth truly unique real inviolable treasures then I will throw out my lock-picks. When in the world there will be no more phantoms, then I will throw out my torch. But this future is distant and might never be! And I am a son of this distant future, sealed in lead on this world by Chance to where I bow to power.” So said to me the Expropriator in that distant midday in August while the sun embroidered in gold the giant green nature, fragrant and festive, singing songs of joyful pagan beauty. .

Renzo Novatore