Volin
Di dove cominciare, amici? Si è tanto vissuto, tanto pensato, tanto provato durante questi anni tempestosi e sovrannaturali…. E come vissuto, come pensato, come provato! Con tutto il proprio cuore e tutti i propri pensieri, con tutti i propri nervi e la propria essenza, con tutto l’essere e con tutto il sangue… Da dove cominciare, amici?
Certamente, voi attendete da me molto di nuovo, molte cose interessanti e importanti, molte cose straordinarie. Voi cercherete in queste righe qualcosa di nuovo e di straordinario. Ma non sarò io costretto ad ingannare la vostra attesa? Non dovrò io disilludervi?
Io sono come un viaggiatore scampato miracolosamente ad una terribile tempesta e rigettato — abbandonato e spezzato — su rive straniere e inospitali, senza posto per riposarvi la mia testa e coprire la mia nudità, strappato dal passato e dalle cose della lotta e dai libri, i miei amici, e dagli amici: i lottatori… Tutto ciò che mi era sacro è stato spazzato dall’uragano, disperso dai venti, portato via dal torrente. Io stesso devo raccogliermi pezzo a pezzo per mettermi insieme…
Potrò io ora — abbandonato all’estero e privo di tutto — potrò dirvi parole nuove, parole necessarie, parole aventi un senso, parole che possano guidare il vostro pensiero verso una nuova via? Potrò io trovare in seguito tali parole? Potrò io aiutarvi a calmare la vostra sete spirituale? Potrò io toccare i vostri cuori per commuovervi?
Oh, bei sogni miei passati, forze mie non esaurite, parola mia non spenta! L’anima mia trabocca… E io so che devo dirvi tutto ciò che io ho visto e volevo dire prima; tutto ciò che io ho visto e compreso ora, tutto ciò che vive in me — da molto e molto tempo… Ma saprò, potrò, avrò io il tempo di costruire il mio altare e riaccendere la mia fiamma sacra?… Saprò io, amici, giustificare la vostra attesa?
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