Caselli zittito dalla corte fa parlare il suo avvocato

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riceviamo e pubblichiamo – Se non fosse ancora chiara a tutti l’entità della batosta che si è abbattuta sulla Procura della Repubblica targata Caselli-Padalino-Rinaudo a seguito dell’assoluzione di Chiara, Mattia Nicolò e Claudio, possiamo dire che il senso di frustrazione del (ex)comandante del trio di inquisitori è ben misurabile dall’articolo apparso oggi su La Repubblica a firma del Prof. Avv. Vittorio Barosio.

A parte il coacervo di banalità più facilmente ascrivibili ad un politicante che a un giurista di fama, ciò che colpisce maggiormente è la sicurezza con la quale il Prof. Barosio pontifica su atti giudiziari che evidentemente non conosce.

Inquietante la disinvoltura con cui il noto giurista arriva a qualificare (in maniera diametralmente opposta alla Corte d’Assise di Torino) come terrorismoi fatti di cui sono imputati i 4 ragazzi Notav, inquietante che tale disinvolta operazione venga basata su consolidata giurisprudenza che però il Prof. Barosio si guarda bene dal citare, inquietante l’accusa esplicita rivolta alla Corte d’assise di Torino di aver “sdoganato” con la sua sentenza comportamenti di natura terroristica, e inquietante veder scrivere da un noto giurista che una sentenza di assoluzione come quella di mercoledì scorso ponga a rischio la convivenza democratica perché “non si può consentire ad un manipolo di persone di opporsi con la violenza – e con quale micidiale violenza! – a un’opera pubblica deliberata con tutti i crismi sia a livello europeo, sia a livello nazionale”.

Ma a guardar bene, forse, non c’è poi motivo di inquietarsi troppo, considerando che il Prof. Barosio è in fin dei conti uno degli avvocati di colui, Giancarlo Caselli, che è uscito davvero sconfitto dall’aula bunker del Tribunale di Torino, mentre tutti coloro (decine e decine di migliaia), che hanno incessantemente manifestato la loro solidarietà ai 4 capri espiatori della furia giustizialista dell’ex procuratore, hanno visto prevalere le ragioni del buon senso e della razionalità prima ancora che quelle del diritto.

Se così stanno le cose, dunque, l’articolo del Prof. Barosio, nella sua pochezza, altro non è che lo sfogo triste di un ex procuratore in pensione, zittito dalla Corte, e che si trova ad esprimere la sua frustrazione per interposta persona. Chissà se il servizio gli è costato una corposa parcella…

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