Il petrolio è stato la condizione materiale dalla quale si è cercato di ottenere la dematerializzazione di tutto ciò che un tempo condizionava l’economia. Questa dematerializzazione si basa proprio sulle enormi reti di trasporto, l’agricoltura industriale motorizzata e la proliferazione di materiali di sintesi: su questa base si è potuta formare l’economia globale dei servizi, con le grandi città come nodi in cui si concentra il potere e da dove si gestiscono gli investimenti e la distribuzione delle risorse. (…) Molti annunciano oggi che la produzione petrolifera è vicina al suo culmine, e che a partire da qui il prezzo del greggio diventerà tanto più caro da doverci preparare necessariamente ad assistere a una crisi energetica, danneggiando gravemente l’andamento economico di tutto il pianeta. Le conseguenze, del prodursi di questo fatto, sarebbero senza dubbio enormi e spettacolari. Ma ciò che ci interessa qui è chiarire se la caduta, più o meno accelerata, del regime petrolifero possa aprire una breccia per nuove possibilità sulle quali costruire una società autonoma, radicalmente diversa da quella attuale. (…) Insomma, la caduta di un regime energetico prospero e potente come è quello degli idrocarburi contiene qualche possibilità, per quanto ridotta, di indebolimento del sistema di dominio? Rispondere frettolosamente a tale questione, sia in un senso che nell’altro, significherebbe ignorarne la complessità. |