Sorveglianza speciale per Chiara?

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E siamo a nove. Oltre agli otto compagni a rischio Sorveglianza speciale a Torino, un’udienza per la stessa misura è stata notificata a un’altra compagna che vive e lotta da qualche anno sotto la Mole, Chiara. Del processo contro di lei, Mattia, Nicco e Claudio per il sabotaggio contro il cantiere del Tav di Chiomonte abbiamo a lungo parlato su Macerie. Al momento Chiara è agli arresti domiciliari nella provincia di Teramo ed è proprio nel tribunale della cittadina abruzzese che il prossimo 4 giugno si discuterà della sua Sorveglianza speciale.

Accanto ad una serie di denunce accumulate nel corso delle lotte in cui Chiara era impegnata prima di essere arrestata, gran parte del fascicolo approntato per l’occasione è dedicato proprio a quella notte del maggio 2013 in Valsusa. Difficile capire da dove parta davvero l’input e quindi a chi prudano le mani, se alla Procura torinese stizzita per la sentenza di primo grado sui fatti di Chiomonte o alla Questura teramana che, pur non avendo più Chiara tra le scatole da diversi anni, non intende lasciarsi sfuggire l’occasione di portare a casa un qualche risultato. Poco importa in fondo, ma ci dona almeno lo spunto per sbeffeggiare l’isteria degli uni o l’opportunismo degli altri. L’unica cosa di cui si può essere certi, per l’importanza attribuitagli nel faldone, è che il fatto di essersi  dichiarata, da parte di Chiara, «fiera e felice» di aver partecipato a quella notte di maggio e alla lotta contro il treno veloce non è andato proprio giù alle autorità.

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