Dalla Francia, qui in Argentina, dal Nord America, dalla Spagna fascista, dal lontano Giappone, dal cimitero italiano, la reazione più crudele infierisce contro gli elementi rivoluzionari. Sembra che sia ordita una vera Internazionale borghese con lo scopo fisso di renderci la “vita difficilissima”.
E’ una vera battaglia, e ci conforta la grande solidarietà con cui tutti aiutiamo lo sforzo della resistenza nostra.
L’estradizione di Ascaso, Durrutti e Jover concessa all’Argentina dalla Francia ha provocato in questo paese grandissime manifestazioni di protesta contro il governo liberticida e di grande simpatia verso i nostri tre compagni.
Le notizie che ci giungono per mezzo telegrafico, parlano chiaramente che tutto sarà tentato dal popolo francese e dall’azione rivoluzionaria per impedire tanto mostruoso procedere di una nazione che sempre si vanagloria di stare all’avanguardia della civiltà.
Il 18 dicembre è la data fissata per l’imbarco verso l’argentina dei tre compagni, accusati ingiustamente di delitti che la polizia della Repubblica del Plata tenta di appioppare ad essi per salvare la dignità della sua infame inettitudine.
E come se le accuse del “Departamento Nacional” non bastassero, contro i tre compagni spagnoli – che furono arrestati in seguito al terribile…complotto inventato dalla polizia francese nei giorni che re Alfonso di Spagna visitava la repubblica di Marianna – oltre all’estradizione per l’Argentina, c’è la minaccia anche di un’altra, richiesta dal dittatore Primo di Rivera.
Si vede chiaramente l’ardimento reazionario per provocare l’esasperazione tra gli ambienti rivoluzionari di ogni dove.
Ma noi non schiveremo la provocazione, non saremo castrati. Tutt’altro, accettiamo qualsiasi sfida, giocheremo la nostra libertà, la mostra vita se ci sarà anche il bisogno, ma tenteremo l’impossibile.
Col prossimo arrivo dei tre estradati, qui in Argentina, oltre all’agitazione per essi, ce ne preme un’altra con lo stesso vigore, con lo stesso entusiasmo, con lo stesso sacrificio: quello in favore di Sacco e Vanzetti.
La Suprema Corte darà la risposta definitiva dopo la seconda quindicina del prossimo mese di gennaio. Il governatore del Massachussets ha promesso – sempre le stesse promesse della tirannia – che questa volta prenderà la cosa con la massima considerazione. E dette queste parole si imbarcava per un viaggio di piacere, mentre i due martiri di Dedham seguitano a rimanere sepolti in carcere.
Il Comitato di Boston non lascia nulla di intentato. Raddoppia con ardore tutti i suoi sforzi, si centuplica, ma la sua azione legale non varrà nulla se l’agitazione internazionale non farà tremare la potente plutocrazia nordamericana.
Qui, in Argentina, bisogna lavorare,; piantare i nostri garretti con la disperazione, tentare tutto, convergere lo sforzo supremo, far valere il nostro volere, ripercuotere violentemente nel cervello delle autorità il nostro malcontento, stancare la violenza dall’alto, annichilire tutte le loro resistenze.
Per Sacco e Vanzetti!
Per la loro libertà!
Contro la congiura internazionale, contro i difensori dell’oro nordamericano, contro i soffocatori dei nostri più sacrosanti diritti di vita!
Non riposiamo, rispondiamo picche! Alla brutalità poliziesca, gridiamo forte nella loro faccia: Alla vostra violenza, risponderemo con la nostra violenza!
(estratto da “Severino Di Giovanni” Il Pensiero e l’Azione, edizioni Gratis)