Lucetti
E’ stato condannato! E che perciò? La condanna non cancella il fatto e neppur lo svalorizza, anzi l’opposto.
Una condanna che non intimorisce, e che lascia indifferente, anzi che ingigantisce e inorgoglisce il colpito, è terribile e disastrosa in senso inverso dalle intenzioni per cui è emersa, e colpisce il bersaglio più e meglio che non tutte le bombe del nostro Lucetti.
E ciò è stato possibile unicamente per merito dell’autore, perché si è levato all’altezza della situazione, anzi l’ha superata tanto che anche la più estrema esistenza non avrebbe potuto sperare.
Non è riuscito? E che rileva ciò? L’incanto è rotto. Il dado è tratto.
Il bieco tiranno, livido di bile, e tramante di paura, in pubblico non ha più osato mostrarsi, e il popolo tutto dall’abietto stato in cui si trova ha avuto un attimo di sollievo, e in quell’attimo ha compreso che non è tutto perso, che vi è ancora una speranza, una via d’uscita, una possibilità di vittoria, di più ha percepito che quello è l’unico mezzo, che quella è l’unica via, e ha intesa la fatalità imposta dalla situazione, e che ove fallisce Lucetti sorge Zamboni, sorgeranno quanti saran necessari, ma la tirannia sarà distrutta, e il tiranno dovrà mordere la polvere esalando l’animaccia bestemmiandosi. La situazione non permette altre soluzioni, l’implacata nemesi vuol così.
L’atto e l’atteggiamento di Lucetti non possono ancora essere compresi nel loro sconfinato significato, ma verrà giorno in cui sarà compreso e proclamato che per la difesa e l’avanzamento dell’umanità, ha valso più Lucetti che i dieci Marconi. Per Lucetti tutta la nostra solidarietà, tutta la nostra ammirazione, e a noi l’onore di annoverarlo fra le nostre file.
CORVI
Assolto? Condannato? E’ un enigma! Assolto non è messo in libertà, condannato non è mandato al’ergastolo. La perversa e criminale mentalità fascista non ha limiti e le bestiali esigenze cui deve supplire sono infinite.
Lontani come siamo non abbiamo elementi che ci possono solvere l’enigma, ma qualche cosa di inusuale, di eccezionale ci deve essere per produrre una condizione tanto strana. Da una piccola parte dell’interrogatorio che abbiamo potuto vedere, ci è apparso nelle risposte alle domande della corte, un essere normale, che cosa vuole, e che è responsabile dei suoi atti, è cosciente di sé e di quel che ci circonda.
Come si spiega la sua assoluzione e l’internamento in un manicomio? Qualche cosa di eccezionalmente grave ci deve essere sotto, qualche cosa di tanto odioso che temono sia conosciuto, hanno vergogna dei loro atti, quello che sappiamo, che tutti sanno può essere di misura anche questo, e nel giorno della resa dei conti anche quello conterà.
Nel quadro della sterminata e feroce provocazione fascista, la ritorsione di Corvi è a suo posto, si giustifica da sé, anzi a centinaia, a migliaia dovranno sorgere, per controbilanciare il terrore fascista, e non perché sia desiderabile, ma solo perché non è possibile altrimenti.
E nessuna differenza se lui militasse o meno nelle nostre file, quando uno dà senza riserva alla causa umana tutto se stesso, come Corvi, è tale attestato, da provocare l’ammirazione e la riconoscenza di quanti non sono ancora deformati.
Salve o rivendicatore!
Vin
(estratto da Severino di Giovanni, Il Pensiero e l’Azione, edizioni Gratis)