Prigionieri | Svizzera – Contributi sulla non liberazione di Marco Camenisch

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Seguono scritti e comunicati solidali con Marco Camenisch, tradotti dal tedesco dallo stesso compagno prigioniero nel carcere di Menzingen.

fonte: https://ch.indymedia.org/

Distruggiamo le galere ed il loro mondo!!
Libertà per Marco!

I fatti

Il tribunale federale fine 2014 ha respinto l’istanza inoltrata un anno prima contro la non liberazione condizionale decisa dall’ufficio per l’esecuzione delle pene del Cantone di Zurigo, ma con l’imminente liberazione a fine pena nel 2018, sarebbe da esaminare una “risocializzazione”, vale a dire degli “alleggerimenti nell’esecuzione della pena”. Vuole dire che l’ufficio per l’esecuzione delle pene del Cantone di Zurigo doveva dare una risposta. Il responsabile del caso (dell’ufficio per l’esecuzione delle pene) dichiarava che prima doveva richiedere una chiarificazione ROS, (Risikoorienter Strafvollzug – esecuzione pena in base alla pericolosità sociale,) della sezione forense-psichiatrica dei servizi per le liberazioni condizionali e per l’esecuzione del rispettivo ufficio cantonale. Fine aprile arrivò finalmente un rapporto di 24 pagine.

Nulla di nuovo

Dal 2012 (quando Marco aveva espiato 2/3 della pena) suddetto servizio del rispettivo ufficio del cantone di Zurigo (in primis il servizio psichiatrico-psicologico diretto da Frank Urbaniok), impedisce ogni passo per un alleggerimento nell’esecuzione penale oppure per una liberazione di Marco. Nella massima parte dei rifiuti, come anche nell’ultimo, in risposta alla sentenza del tribunale federale, i loro argomenti sono:
visione del mondo che favorisce la commissione di delitti; tuttora, dopo 24 anni di detenzione, è anarchico integro, si chiede una presa di distanza ossia dissociazione dalla propria ideologia; prognosi legale gravata poiché tuttora in contatto con un ambiente disposto alla violenza, dal quale si dovrebbe distanziare e dovrebbe collaborare nella costruzione di un ambiente sociale lontano dalla delinquenza; “controlli se ci sono indicazioni per dei contatti con dex compagnx d’idee dispostx alla violenza.” (ed una sua collaborazione a tali controlli! Il trad.)
“…si può senz’altro pretendere da una persona come MC che attui le proprie esternazioni – sapendo delle sue possibilità d’influenza  e delle possibili conseguenze – in modo riflessivo e che sia capace di riconoscere i contenuti che più o meno palesemente appoggiano la violenza. Per ridurre la pericolosità, MC dovrebbe distanziarsi dalle proprie convinzioni, cosa per cui attualmente non troviamo alcun indizio…” visto che… “non è stato disponibile ad alcuna elaborazione dei delitti…”.

Urbi et Orbi ed altre merde

La psichiatria forense si situa nell’ambito di ricerca della criminologia. Concretamente questo ambito scientifico è necessario per costringere lx ribelli che non si attengono alle leggi dei padroni a sottoporsi alle misure psicoterapeutiche. Così oggigiorno lx addettx forensi, con le loro perizie psichiatriche, sono lx principali responsabili nel fornire le giustificazioni per buttare le chiavi, isolare, costringere ad ingollare degli psicofarmaci e per uccidere la volontà propria dell’individuo. Cosicché la giustificazione per incarcerare l’individuo non si limita più all’azione cosiddetta “criminale” ma è estesa al voler rendere controllabile, tramite la perizia psichiatrica, la sua stessa identità.
Ci ritroviamo in un periodo di “transizione” dove operatori ed operatrici sociali specializzatx entrano in “scena”. Queste figure erano presenti da sempre nelle galere, solo che il potere decisionale che hanno acquisito nel “percorso di riabilitazione” dex prigionierx è abbastanza inedito. Il loro potere si è esteso all’intero apparato repressivo poiché emettono delle valutazioni psichiatriche in base alle quali lx giudici pronunceranno le loro sentenze/decisioni sulle liberazioni.
Galera e psichiatria hanno trovato una nuova sinergia nella strategica per togliere di mezzo coloro che non si piegano al dominio e non si arrendono. Ebbene sì: i nuovi secondini sono il personale forense, terapeuta e dell’assistenza sociale.
Una volta ancora è evidente che Marco non fu semplicemente condannato per le sue azioni ma che si è trattato di una pena esemplare. Una pena che mira al suo non essere spezzato, al suo continuo impegno nella diffusione dei contenuti anarchici, alla sua costanza nel rivendicare la necessità della lotta armata, al suo rifiuto di cooperare con lx responsabili della schiavitù, alla sua volontà per un mutamento sociale radicale e per la lotta rivoluzionaria per distruggere il sistema dominante, tecnocratico, patriarcale e capitalista.
Siamo dell’avviso che, come apparato fondamentale del dominio, le galere non possono essere abolite oppure riformate, ma solo distrutte. Poiché lottare contro le galere per noi alla fine significa lottare contro lo Stato – come struttura dello sfruttamento, del dominio e del controllo. Poiché lottare al fianco di Marco e di ogni prigionierx nella lotta per la liberazione totale è solo un mezzo tra tanti!!!

Fuoco alle galere!!
Libertà per Marco e per tuttx!!!

Alcunx anarchicx
Maggio 2015


fonte: https://linksunten.indymedia.org

Aggiornamenti su Marco Camenisch

ROS – La psichiatria assume il potere di definizione nell’esecuzione giudiziaria

L’ufficio per l’esecuzione delle pene del Cantone di Zurigo sabota tutti i passi verso degli alleggerimenti nell’esecuzione, rispettivamente una liberazione nel caso di Marco. Per questo fine, il Servizio Esecuzioni 3 (Dienst Vollzug 3 – SMV3) si basa sull’argomentazione apertamente politica – come anarchico integro, Marco non deve poter lasciare la galera – e, con il rapporto del ROS (Risikoorienter Strafvollzug – esecuzione pena orientata al rischio), che è una specie di “istituto per il collaudo materiali”, si procaccia nuovi argomenti.
A Zurigo, come altrove nelle galere, l’esecuzione delle pene è da un po’ di tempo colonizzata dalla psichiatria e dalla psicologia. Il rapporto della sezione forense-psichiatrica del 31/03/2015 con la chiarificazione del Risikoorienter Strafvollzug (ROS), rappresenta un salto di qualità, ma esplicitamente solo psichiatrico, e per la prima volta pronuncia delle “raccomandazioni”. La psichiatria tipo Urbaniok dispensa divieti di contatto – e come premessa per la liberazione condizionale decide una presa di distanza politica, cioè la dissociazione. Il grande e comodo slogan è quello di sempre: “una visione del mondo che favorisce la commissione di delitti”.

Citiamo alcuni passaggi cruciali:

“…visione del mondo che favorisce la commissione di delitti… MC non avrebbe dimostrato alcun accenno alla collaborazione (tra l’altro con la psichiatria e la psicologia – nota SR), …è da cautelare principalmente nel penale.
“…si può ben pretendere da una persona come MC che attui le proprie esternazioni – sapendo delle sue possibilità d’influenza e delle possibili conseguenze – in modo riflessivo e di fatto è anche capace di riconoscere i contenuti che più o meno palesemente appoggiano la violenza. Per ridurre il rischio, MC dovrebbe prendere le distanze dalle sue convinzioni, cosa per cui attualmente non troviamo delle indicazioni…” visto che… “non è stato disponibile ad alcun lavoro sui delitti…”.
La prognosi legale sarebbe molto gravata visto che “…continuerebbe a confrontarsi intensamente con la propria ideologia ed è in contatto con dei corrispettivi… compagni… come lo dimostrano le sue dichiarazioni e anche il suo collegamento in rete fin dentro l’ambiente…”.
“Si è palesato che la posizione di MC è solidificata e che le pene detentive non sono riuscite ad avviare alcun processo di cambiamento reale…”.

E sotto il titolo “Raccomandazioni d’intervento” si può leggere:

“Aiuto nella costruzione di un ambiente sociale lontano dalla delinquenza nell’ambito dei passi di alleggerimento…”
“Controllo per rilevare delle indicazioni per contatti con dei compagni di fede predisposti alla violenza…”
“…premessa per gli alleggerimenti (è) che MC si dichiari disponibile al controllo delle sue attività e che rispetto alla risocializzazione (focalizzando un nuovo ambiente lontano dalla delinquenza), si possa accordare con la giustizia per degli obiettivi condivisi…”.
E per l’ennesima volta: “…MC si dichiarerebbe disponibile a costruirsi un ambiente nuovo, lontano dalla delinquenza…”, e sulla necessità del controllo, “…ha solo senso allorquando questi ambiti si rivelino effettivamente ben controllabili e se potesse seguire una reazione…”, “…MC dovrebbe collaborare con un controllo… inoltre dovrebbe chiarire in modo credibile di lasciar perdere possibili attività criminali sia attivamente-dirigendone, sia passivamente-pianificandone oppure sostenendole e che nemmeno si intrattenga in rispettiva compagnia compromettente.”
Chiaro e tondo: Marco deve staccarsi dal suo vastissimo ambiente internazionale e di lunga durata di compagni e compagne e costruire un nuovo ambiente “lontano dalla delinquenza” prima che si parli di un “piano esecutivo con una realistica prospettiva d’alleggerimento”.

Torniamo al passato: come rivelatosi nel dicembre 2014, il tribunale federale a Losanna ha negato la libertà condizionale di Marco, la quale di massima gli spetterebbe dopo aver espiato più di due terzi della condanna. Il tribunale si basò sulle solite frasi fatte riprese dalle istanze precedenti. Causa l’assente presa di distanza dalla propria identità politica, Marco non sarebbe da liberare in condizionale, così il verdetto. Nel contempo il tribunale federale faceva notare che, con l’avvicinamento del fine pena nel 2018, “sono da esaminare seriamente degli alleggerimenti (nell’esecuzione penale).”
L’ufficio cantonale per l’esecuzione delle pene ha reagito all’esplicita allusione avviando delle chiarificazioni. In un rapporto piuttosto lungo, la suddetta chiarificazione ROS, espone dettagliatamente perché Marco a) tuttora non sarebbe da liberare e b) non sarebbero opportuni degli alleggerimenti nell’esecuzione penale. Il rapporto è stato elaborato dal servizio forense-psichiatrico dell’ufficio, diretto da Frank Urbaniok. Come c’era da aspettarsi, questo servizio mira all’identità politica di Marco. E come potrebbe essere altrimenti, Marco infine continua a scartare ogni collaborazione con questo servizio che sotto il mantellino della psichiatria non è altro che fautore dell’accelerazione verso la società a tolleranza zero per una sicurezza totale (mentre nel contempo il capitalismo produce i rischi e i conflitti più grandi).

Inoltre è chiaro che l’identità politica di Marco di sicuro non può essere oggetto d’elaborazione psichiatrica, poiché quello che l’ufficio scrive alla fine significa: chi dopo tutti questi lunghi anni tuttora si “…confronta molto ed in modo attivo con la propria ideologia…” è affetto da disturbo psichico. E’ solo comprensibile che Marco non si abbassi a tale livello spoliticizzante e diffamatorio.

Tipicamente, malgrado la sua mole, il rapporto è scarso di contenuti: sempre più palesemente si delinea che l’ufficio fa di tutto per non liberarlo in condizionale e ne scarica il potere decisionale alla psichiatria forense. Vigliaccamente impedisce così ogni forme di alleggerimento nell’esecuzione della pena. Finché il servizio ripeterà il suo mantra della “visione del mondo che favorisce la commissione di delitti con marcata disponibilità alla violenza” e pretende da Marco una patologizzazione della propria identità come anche una presa di distanza dalle sue compagne, dai suoi compagni e dalle sue amicizie, i rapporti di questo ufficio risulteranno negativi e di conseguenza saboterà ogni passo verso gli alleggerimenti nell’esecuzione. Sul tema, Marco scrive che le raccomandazioni finora inedite di staccarsi dopo tantissimi anni dal proprio ambiente e di costruire un nuovo “ambiente  lontano dalla delinquenza” rappresenta “la condanna a morte sociale ed esistenziale con la rottura praticamente totale con il proprio ambiente vitale di lunga durata, con la rottura con tutte le persone importanti, più vicine ed amate”.
Nel 2018 è imminente il fine pena definitivo per Marco. Il loro attacco politico contro di lui e quello che rappresenta è costante ed evidente. Ancora prendono di mire la sua identità politica, provano ormai a patologizzarla con i mezzi della psichiatria forense, ed enunciano delle richieste (come la presa di distanza dalla propria posizione e dall’ambiente sociale di lunga durata oppure di continui controlli) che sono una chiara dimostrazione di forza dello Stato. E’ il potere di Stato che definisce, decide e con i suoi organi di repressione tenta di imporre a chi è vigilato, cacciato oppure incarcerato, come nel caso di Marco, che lo rimanga finché si stacchi dalla propria posizione politica, identità e da un ambiente costruito in lunghi anni e che si dissoci per cadere, annientato, in grembo all’ordine sociale borghese.

Le dimostrazioni ricattatorie del potere dello Stato hanno molte sfaccettature; ne conosciamo non poche dalla nostra lotta per lo spazio pubblico, come per esempio il 1° maggio contro lo sviluppo urbano indirizzato al profitto, dalle lotte operaie, dalle lotte contro la politica migratoria, ecc.

La dimostrazione di forza contro Marco è una che ci riguarda tuttx!
La sua lotta per lasciare finalmente la galera a testa alta, per condurre una vita dignitosa ed autodeterminata, è anche la nostra lotta!

La solidarietà internazionale ne è un’arma importante – usiamola!

Marco libero!

Soccorso Rosso Svizzera
12/05/2015

Riferimento alla dichiarazione di Marco stesso
Riferimento a passate dichiarazioni SR
Rotehilfech.noblogs.org


fonte: https://linksunten.indymedia.org/

Psichiatria, se ne incarichi per favore!

Redatto da Ann Arkia il 25.05.2015

Certamente non è un’invenzione nuova ora che i sistemi tentano di patologizzare e psichiatrizzare le persone da loro piuttosto temute e malviste. Un “gioco” perfido, ripugnante ed anche profondamente vigliacco.

Marco Camenisch, il nostro compagno che oramai è rinchiuso da più di 20 anni, ricevette dalla sezione forense-psichiatrica dell’ufficio per l’esecuzione delle pene di Zurigo la chiarificazione ROS (ROS = esecuzione delle sanzioni orientata al rischio).
Con tutto il loro impegno per mettergli i piedi in testa, per spezzarlo, per umiliarlo… questo ingrato rifiuta semplicemente di acconsentire. Nulla è cambiato con la sua “visione del mondo che favorisce la delinquenza” e così, per “l’elevato rischio di recidiva e fuga”, un trasferimento in regime aperto “sarebbe irresponsabile…”.
La “visione del mondo che favorisce la delinquenza” è una visione del mondo elaborata dall’attività psichiatrica, tra l’altro sotto Frank Urbaniok, che nel cantone di Zurigo imperversa come psichiatra forense, e dice che “le probabilità per determinati reati” sono elevate causa “i convincimenti e le opinioni di fede”. Vale a dire che se, per esempio, sono dell’avviso che la mia civilizzazione è migliore di un’altra, in un attimo difendo la mia libertà nello Hindukush e così via? Probabilmente vuol solo dire che, se qualcunx non funziona a comando e, addirittura, vive nell’offensiva e nella lotta, è consideratx malato di mente. Chi non aderisce agli obiettivi di sfruttamento e di sete di potere di coloro che hanno zero rispetto per ogni tipo di vita, è malato nonché un pericolo pubblico.
Fanno le guerre, torturano la gente, la fanno crepare in ogni modo senza alcun limite alla creatività. Ma ahimè, quando uno sbirro si becca la sua dose, lamenti senza fine per questa cattiva violenza. Irradiano e distruggono intere regioni con tutta la flora e la fauna, ma guai se salta in aria un traliccio. Allora sbraitano come forsennati e strillano per la sua punizione.
Visione del mondo che favorisce la delinquenza” ed una connessa “predisposizione cronicizzata alla violenza…” ma chi! Compagni come Marco? Eh no, pezzi di merda, siete voi che calpestate permanentemente la vita, la umiliate, la fate ammalare e la uccidete. E’ l’essenza della vostra visione del mondo, non della nostra. Gente come Urbaniok le rendono eccellenti servigi e certamente non per ragioni altruiste. Gente come Urbaniok passa sopra i cadaveri e non solo metaforicamente.
Persone come Marco devono essere messe a morte anche loro, perché non sarebbe altro che questo se, come richiesto in questa chiarificazione-ROS, si “costruisce un nuovo ambiente lontano dalla delinquenza” e se ne fa controllare (“spontaneamente”) l’osservanza. Ovvio che non possono capirlo coloro che sono sempre prontx a vendersi per ogni favore, ed ecco che gli somministrano un altro giro di vite. In fin dei conti anche goffo, poiché nel 2018 devono farlo senza esser riuscitx ad ingoiarne lo spirito, il cuore e nemmeno l’anima. Eh sì, avete perso, cari cittadini onesti!

Per una “predisposizione cronicizzata alla violenza” per un mondo senza dominio!
Per l’Anarchia!

Marco libero! E non solo Marco!