Nuovamente un colpo duro per la procura torinese che ieri ha dovuto buttare giù l’ennesima bocciatura da parte della Cassazione per il ricorso presentato da Padalino e Rinaudo nei confronti di Lucio, Graziano e Francesco imputati come Chiara, Niccolò, Mattia e Claudio Alberto nel processo per l’azione notturna del maggio 2013.
Una storia infinita, intrisa di ripicche e deliri da parte della banda di Caselli che vorrebbe i No Tav in carcere con l’accusa di terrorismo.
Purtroppo per loro la seconda bocciatura della cassazione pesa come un macigno, soprattutto alle porte del processo d’appello nel quale il procuratore generale Marcello Maddalena pensa di poter rispolverare l’immagine e la credibilità di una procura che in questi ultimi anni, perseguitando in maniera delirante il movimento No Tav, ne ha combinate di cotte e di crude.
“Infondato”, così viene definito il ricorso della procura, arrivando addirittura a descrivere come “rasenti l’inammissibilità” le opzioni sollevate dei due pm al tribunale del riesame che, nel dicembre 2014, aveva annullato l’ordinanza del gip nella quale i tre No Tav venivano incarcerati con l’accusa di terrorismo.
E mentre Caselli, l’ideatore oramai in pensione di sto poppò di teorema, scrive libri per celebrare la sua vita a servizio della “verità” e della “giustizia”, noi vediamo giorno dopo giorno il tentativo di equiparare l’incendio di un compressore ad un atto di terrorismo sempre più ridicolo e ridicolizzato.
Fatevene una ragione, anche se oramai una bella figura non la potrete più fare.