France: No THT! Update from Campaign Against Power Lines (en/it/fr)

no-tht

 

In preparation for the demonstration against the high voltage power lines that are planned to be set up in the Haute Durance (some miles after the Montgenevre Pass) next May Day, we translate [from French] and spread a press release issued by the movement No THT about the events that took the last week during the occupation of RTE offices (the subsidiary of EDF, the French electricity company, which deals with the construction of new lines) in St. Crépin. The event of May Day, which will start at 11 am from the parking lot on the National Road 94 in L’Argentiere La Bessée, will be an important opportunity to bring our solidarity with the militants involved in the mobilization against yet another polluting project and to reiterate that the struggle against the harmful effects know no borders!

Free Alps

On March 29, 2016: We reject that Haute Durance become a new Sivens. Yesterday, fifty militants from No THT occupied all day, in a “peaceful and quiet” manner, the rooms of the RTE in St Crépin (Hautes-Alpes). Accompanied by their music, they have again expressed their opposition to the construction of two high-voltage power lines in the Durance valley. While some militants remained in front of the building entrance, a dozen of them have taken possession of the roof of the same.

This symbolic occupation has allowed us to raise with pride the colors of our flag on the roof of the offices, usually occupied by engineers who are working on the project. Despite a significant police presence throughout the day, the atmosphere was relaxed, and the militants have lingered on the spot. Note the presence of the PSIG (Platoon of Surveillance and Intervention Police) [Embrun?] since late afternoon, who have been busy in front of the building to ensure, according to them, the safety of militants placed on the roof. At almost thirty feet, this roof is surrounded by railings that stand thanks to the counterweights.

In the evening we decided to continue the occupation, some remaining on the roof and the others at the bottom to ensure we had enough supplies by throwing packets of sweets, fruit, and bread. Later we installed a zip line to pass blankets and sleeping bags for the night. This resulted in an exaggerated movement, dangerous and violent by the gendarmes [police]. Four of them climbed on the roof with knives in hand to cut the zip line rope in total darkness and swooped on the activists who had gathered and hung on the outside of the railings. Several militants were hit, caught by the neck, while one of the policemen shouted, “I have a knife, I have a knife.” This intervention resulted in moments of panic and a person terrified by this violence jumped off the roof and fell on a half-height terrace before crashing to the ground. Today they are still in the hospital.

We denounce:

* The reckless actions of the PSIG gendarmes on the day which had been calm and peaceful. * The fact that the PSIG has voluntarily created, without any good need, a situation of unprovoked violence against militants who were trying to organize themselves against the cold by getting sleeping bags and blankets.

* The fact that four gendarmes of the PSI (equipped with personal cameras) who up to that time had taken over it all threw themselves at the demonstrators (who were trying to retrieve a backpack), knife in hand.

* A person panicked and tried to escape such violence by jumping off the roof without anyone noticing, from our side or that of the police. The police cut the rope and withdrew it, shouting “Greetings and kisses.” At the same time an element of the PSIG and some security guards were outside the building, and they too did not seen anything … The injured person managed with great difficulty to reach the parking lot where someone took them to the hospital. The prognosis is pending, but it’s known they have injured the vertebrae and the elbow.

Here as elsewhere, the intervention of the police in the context of social and environmental struggles is joined to the endangerment of the lives of others.

from Informa-Azione

translated by Earth First! Journal

Francia | No THT – Aggiornamenti dalla resistenza contro le linee ad altissima tensione

 

In vista della manifestazione contro le linee ad Altissima Tensione che si terrà nella Haute Durance (a qualche decina di kilometri dopo il colle del Monginevro) il prossimo Primo maggio, traduciamo e diffondiamo un comunicato stampa diffuso dal movimento No THT in merito ai fatti accaduti la scorsa settimana durante l’occupazione degli uffici RTE (la filiale della EDF, impresa elettrica francese, che si occupa della costruzione delle nuove linee) a St. Crépin.

La manifestazione del Primo maggio, che inizierà alle ore 11 dal parking sulla Strada Nazionale 94 a L’Argentière La Bessée e di cui si allega il manifesto, sarà un’occasione importante per portare la nostra solidarietà alle/ai militanti impegnati nella mobilitazione contro quest’ennesimo progetto inquinante e per ribadire che le lotte contro le nocività non conoscono frontiere!

Alpi Libere


Sulla giornata del 29 marzo 2016: rifiutiamo che la Haute Durance diventi un nuovo Sivens.

Ieri, una cinquantina di militanti No THT hanno occupato per tutto il giorno, in maniera pacifica e tranquilla, i locali della RTE a St. Crépin (Hautes Alpes). Accompagnati dalla loro musica hanno manifestato nuovamente la loro opposizione alla costruzione di due linee ad Altissima Tensione nella valle della Durance. Mentre alcuni militanti rimanevano di fronte all’entrata dell’edificio, una decina di loro hanno preso possesso del tetto dello stesso.

Quest’occupazione simbolica ci ha permesso di innalzare con fierezza i colori delle nostre bandiere sul tetto degli uffici, occupati abitualmente dai tecnici che si stanno occupando del progetto.

Nonostante una cospicua presenza di polizia durante tutta la giornata, l’ambiente era disteso, e i militanti si sono attardati sul posto. Da notare la presenza del PSIG (Plotone di Sorveglianza e Intervento della Gendarmerie) di Embrun fin dal tardo pomeriggio, che si è dato da fare davanti all’edificio per garantire, a loro detta, la sicurezza dei militanti piazzati sul tetto. Di un’altezza di nove metri, questo tetto è circondato da ringhiere che si reggono grazie a dei contrappesi.

La sera abbiamo deciso di continuare l’occupazione, alcuni restando sul tetto e gli altri in basso assicurando l’approvvigionamento con lanci di pacchi di dolci, frutta e pane. In seguito si è installata una tirolina per far passare coperte e sacchi a pelo per la notte. Questo ha provocato un movimento esagerato, pericoloso e violento da parte dei gendarmi. Quattro di loro sono saliti sul tetto coltello alla mano (per tagliare la corda della tirolina) nella totale oscurità e sono piombati sui militanti che si erano raggruppati e appesi all’esterno delle ringhiere. Diversi militanti sono stati colpiti, presi per il collo, mentre uno dei gendarmi urlava “ho un coltello, ho un coltello”. Quest’intervento ha provocato attimi di panico e una persona terrorizzata da questa violenza è saltata giù dal tetto ed è caduta su una terrazza a mezza altezza prima di schiantarsi a terra. Ancora oggi è in ospedale.

Noi denunciamo

– l’azione sconsiderata dei gendarmi del PSIG, visto che la giornata era calma e tranquilla.

– il fatto che lo PSIG ha volontariamente creato, senza che vi fosse alcuna necessità, una situazione di violenza immotivata contro militanti che cercavano di organizzarsi per proteggersi dal freddo ricevendo sacchi a pelo e coperte.

– il fatto che quattro gendarmi del PSIG (con le telecamere personali abbassate, mentre fino a quel momento avevano ripreso tutto) si sono gettati sui manifestanti (che cercavano di recuperare uno zaino) coltello alla mano.

– il fatto che, nonostante fosse buio i militanti fossero appesi all’esterno della ringhiera, i gendarmi non hanno esitato a prenderli a pugni e a strozzarli brandendo un coltello.

Una persona presa dal panico durante l’intervento ha cercato di sfuggire a tanta violenza ed è saltata dal tetto senza che qualcuno se ne accorgesse, né dal nostro lato né da quello delle forze dell’ordine. I gendarmi hanno tagliato la corda e si sono ritirati gridando “saluti e baci”. Nello stesso momento un elemento dello PSIG e alcune guardie giurate erano davanti all’edificio, e pure loro non hanno visto niente… La persona ferita è riuscita a gran fatica a raggiungere il parcheggio dove qualcuno l’ha prortata all’ospedale. La prognosi è ancora riservata, si è ferita alle vertebre e al gomito.

Qui come altrove, l’intervento delle forze dell’ordine nel contesto delle lotte sociali e ambientali si salda con la messa in pericolo delle vite altrui.