Delle 4 proposte di sorveglianza speciale avanzate dalla questura di Bologna per 3 compagni e una compagna, 3 sono state recentemente rigettate e una è ancora in attesa di risposta.
La questura non ha perso tempo e ha continuato a sfornare richieste: giovedì scorso un’altra compagna di Bologna è stata infatti raggiunta dalla raccomandata di un avvocato d’ufficio che le ha comunicato la fissazione di un’udienza per discutere l’applicazione della sorveglianza speciale. La proposta è datata 26 marzo e i motivi riguardano una serie di denunce e segnalazioni che vanno dal 2010 ad oggi, tra iniziative contro CIE, carcere, iniziative in solidarietà con compagni in galera dentro e fuori dallo stivale; si parla di molti episodi inseriti nel fascicolo di “Outlaw” – la merda-inchiesta che ha portato al sequestro del Fuoriluogo nel 2011 e che poi, loro malgrado, è terminata in un “tutti assolti perché il fatto non sussiste”. In grassetto viene sottolineata la condanna in primo grado per il maxi-processo no tav. Viene addirittura evidenziato che “la pericolosità della predetta è confermata anche dalle continue frequentazioni di esponenti anarco-insurrezionalisti attivi non solo a Bologna […] alcuni dei quali sono stati indagati da altre A.G. anche per reati di eversione e terrorismo”. Della serie: prima di scegliere chi frequentare guarda la sua fedina penale!
La questura non è entrata nel merito della durata della misura proposta, ma ha richiesto l’obbligo di soggiorno a Bologna e l’udienza per discutere circa l’applicazione della misura è stata fissata per il 29 maggio.
È chiaro l’intento della digos bolognese di non mollare il colpo: dopo anni di inchieste associative fallite, di assoluzioni, di fogli di via violati ecco che ripartono seguendo la moda repressiva della stagione 2014-15 con una pioggia di tentativi di sorveglianza speciale. Agli occhi di una cittadinanza un po’ inebetita dal lustro di questa città bomboniera certamente esperimenti repressivi di questo tipo risulteranno significativi e degni di stima. Quindi tanti applausi al questore e ai suoi servi che si adoperano per l’estinzione del seme sovversivo da questa città, sigillando spazi autogestiti e distribuendo a destra e a manca misure preventive.
Dal canto nostro possiamo dire che l’orrore che vediamo ogni giorno in questa città fortino (un po’ in crisi) del pd è cosa indegna: di ragioni per restare e continuare a scalfire i loro interessi ce ne sono ancora tante. Siamo troppo insoddisfatti dalla vita che ci viene proposta qui, e ne vogliamo vivere una diversa. La stiamo continuando a costruire, fuori dalle loro regole e dai loro schemi. Scrive la questura nella proposta di sorveglianza “la donna non ha dato alcuna concreta dimostrazione di voler imprimere una svolta alla propria vita”.
Ma noi non siamo schiavi, siamo dinamite.
http://informa-azione.info/bologna_repressione_nuova_richiesta_di_sorveglianza_speciale
Bologna – Richieste di sorveglianza speciale per quattro compagni [aggiornato]
La questura di Bologna ha richiesto la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 2 compagni. Solo pochi giorni fa abbiamo scoperto che era già stato fissato il processo a carico di uno dei due compagni per il 22 gennaio di quest’anno, processo rinviato al 5 marzo perchè l’udienza non era stata ancora notificata al compagno, mentre per l’altro compagno il processo è fissato per il 17 febbraio.
Nei curriculum giudiziari si evidenziano le partecipazioni in manifestazioni contro il CIE, il Carcere, in solidarietà con i compagni anarchici, in manifestazioni antifasciste e nelle occupazioni che l’anno scorso hanno “animato” Bologna e più in particolare il quartiere della Bolognina.
I fascicoli infatti sono stati aperti a luglio, dopo l’arresto di 3 compagni per lo sgombero di Casa Mannaja e le perquisizioni di luglio, fatte per cercare materiale inerente alle occupazioni e ai danneggiamenti delle sedi del PD dei mesi precedenti.
Inoltre il Questore, nell’ambito dello stesso provvedimento, ha richiesto il curriculum giudiziario per un altro compagno e un’altra compagna, già destinatari di diveto di dimora, ma al momento non sappiamo se siano state richieste o meno, anche per loro, le sorveglianze speciali.
Impossibile non notare la coordinazione con le Questure di Torino e di Varese, che stanno cercando di adottare le stesse misure speciali nello stesso periodo. Salgono infatti a 9 (sicure, più 5 in forse) le sorveglianze richieste in meno di 2 mesi dalle diverse questure.
Che sia l’inizio di una nuova strategia comune per contrastare gli anarchici, che si va ad affiancare a quella degli arresti preventivi e delle associazioni varie, forse non più sufficienti visto che il germe anarchico continua ad infestare queste città?
Non sarebbe una novità!
Che si scervellino pure a cercare nuove strade, noi continueremo sulla nostra!
Anarchici e anarchiche di Bologna
Aggiornamento: La sorveglianza è stata richiesta anche per l’altro compagno e l’altra compagna che erano in forse, la prossima settimana sapremo le date delle udienze.
http://www.informa-azione.info/bologna_richieste_di_sorveglianza_speciale_per_due_compagni
Operazione Outlaw: il fatto non sussiste
Lunedì 31 marzo 2014. La sentenza di primo grado al processo contro i compagni del Fuoriluogo (con l’accusa dapprima di “associazione a delinquere con finalità eversiva”, ridimensionata poi in “associazione a delinquere” semplice) finisce col confermare il senso dell’inchiesta ai loro danni. Un impianto accusatorio sgangherato, testi che si contraddicono e PM che dànno tutta l’impressione di non crederci per nulla: il tutto per un bieco espediente questurino vòlto a togliere di mezzo per qualche tempo alcuni anarchici dalla città di Bologna. Abbiamo voluto commentare a caldo questa sentenza con una degli imputati e con uno degli avvocati.
Sul processo Outlaw a Bologna
“Il Gup Santucci decide di mandare a processo 21 degli imputati, escludendone 6. Le motivazioni sono inquietanti e recitano più o meno così: l’accusa non ha un fondato supporto ma gli avvocati avranno modo di dimostrarlo nel corso del processo.”
(tratto dall’opuscolo – SULL’OPERAZIONE OUTLAW – )
Alla vigilia del processo che vede imputati 21 compagni/e con l’accusa di associazione a delinquere con finalità eversive, insieme ad una compagna di Bologna ripercorriamo insieme alcuni eventi : le attività del Centro di Documentazione Fuoriluogo prima della sua chiusura tra lotta ai Cie e al nucleare , il ruolo di Eni nel dare forza alla chiusura di un’indagine aperta già dal 2006, la costruzione di un’inchiesta senza prove e il tentativo poliziesco di cancellare ogni forma di presenza anarchica in città.
Bologna – Sbirri e pompieri sgomberano Casa Mannaja
Nella mattinata di martedì 17 giugno sono iniziate le operazioni di sgombero dell’occupazione Casa Mannaja, in via Beverara a Bologna. A fianco del consueto operato degli sbirri, da segnalare il ruolo repressivo ricoperto dai pompieri che, nell’utilizzare i flessibili per tagliare le inferriate alle quali alcuni occupanti si erano legati, hanno ferito un compagno ad una mano; oltre ad aver impiegato gli idranti delle autopompe per allontare dalle finestre i compagni resistenti all’interno.
Dopo qualche ora gli occupanti hanno lasciato la casa e sono stati portati in questura, tre di loro sono stati tratti in arresto.
Aggiornamento sugli arresti: Francesca, Nico e Tommi sono stati trasferiti dalla questura al carcere della Dozza in stato di arresto. Le accuse, relative allo sgombero avvenuto stamattina, sono di resistenza e lesioni pluriaggravate a pubblico ufficiale. Sono anche accusati di invasione di edifici e lancio di oggetti pericolosi. Domani mattina ci sarà la convalida degli arresti.
Fra, Nico e Tommi liberi!
Tutti/e liberi/e!
Segue comunicato sullo sgombero:
NON UN PASSO INDIETRO!
LA CASA SI DIFENDE CON LA LOTTA
Oggi 17 giugno le forze dell’ordine, cani al guinzaglio dei padroni, hanno attuato l’ennesima manovra repressiva. Alle 8 del mattino un ingente schieramento di sbirri ha completamente bloccato la strada di Via della Beverara per sgomberare “casa Mannaja”. Lo stabile, di proprietà del comune, era sfitto da anni e 6 mesi fa un gruppo di compagni, con la necessità di un tetto e la voglia di riappropriarsi di uno spazio di autogestione, avevano deciso di farlo rivivere. Lo sgombero è stato di una violenza inaudita: i pompieri hanno usato gli idranti contro i compagni che resistevano e, nel tentativo di tagliare le grate alle finestre, hanno ferito un ragazzo alla mano. Successivamente i pompieri si sono organizzati per tentare di sfondare nuovamente il muro della casa per entrare e a quel punto, viste le condizioni dello stabile, per evitare di finire sotto le macerie i compagni hanno deciso di scendere. La polizia ha continuato a minacciare di arresto chi resisteva sul tetto. Quindi, una volta scesi, i compagni sono stati identificati, portati in questura e lì trattenuti. Al momento si sa che sono stati denunciati per vari reati, ma non quando usciranno.
Conclusa la resistenza a “Casa Mannaja” gli sbirri si sono spostati in via Zampieri 14 A dove uno stabile di proprietà dell’ACER vuoto da anni era stato occupato appena 2 giorni fa. Il posto era stato riaperto per farne un circoletto di quartiere, punto di aggregazione e socialità per gli abitanti della Bolognina, laboratorio di lotta per incontrarsi e organizzarsi insieme contro sfratti, sgomberi e contro la polizia che infesta le nostre strade. Intanto le strade intorno al circoletto si sono riempite di vicini e solidali. La resistenza continua!
MARTEDI’ 17 GIUGNO:
ASSEMBLEA ALLE ORE 17.00
ALL’INCROCIO TRA VIA ZAMPIERI E VIA DI VINCENZO
PER DECIDERE INSIEME COME RISPONDERE A QUESTO ENNESIMO SOPRUSO DEI PADRONI.
MERCOLEDI’ 18 GIUGNO:
– ORE 13.30: PRANZO SOLIDALE ANGOLO VIA ZAMPIERI-VIA A. DI VINCENZO QUARTIERE BOLOGNINA CON LA MENSA AUTOGESTITA “EAT THE RICH”
– ORE 16.00: ASSEMBLEA PER RILANCIARE LA LOTTA PER GLI SPAZI, CONTRO SGOMBERI E RIQUALIFICAZIONE DEL QUARTIERE
– ORE 19.00: PRESIDIO SOLIDALE CON FRA, TOM E NICO AL CARCERE DELLA DOZZA (STRADINA ANGOLO VIA DEL GOMITO, CAPOLINEA AUTOBUS 25 A)
SOLIDARIETA’ CON CHI OCCUPA E RESISTE!
NON UN PASSO INDIETRO!
http://www.informa-azione.info/bologna_sbirri_e_pompieri_sgomberano_casa_mannaia
Bologna – Sgomberata la nuova occupazione AcerChiata
AGGIORNAMENTO – Martedì 17 giugno, a due giorni dall’occupazione, dopo aver sgomberato Casa Mannaja gli sbirri si apprestano a svuotare anche l’AcerChiata.
Riceviamo e diffondiamo il comunicato scritto dagli occupanti del circolo anarchico occupato AcerChiata, aperto nel quartiere della Bolognina:
APRE CIRCOLO ANARCHICO OCCUPATO IN BOLOGNINA
L’AcerCHIATA
Il 14 giugno abbiamo sottratto all’Acer, l’ente che si occupa delle case popolari,un locale in via Zampieri 14/A. Ne vogliamo fare uno spazio aperto a tutto il quartiere, un circoletto dove fare iniziative, cene, proiezioni,
dibattitti, allestire una biblioteca, scambiarsi due chiacchiere.
Ne vogliamo fare soprattutto un laboratorio di lotta, uno spazio dove organizzarsi per risolvere i problemi delle nostre vite in quartiere,
a partire dai bisogni principali, come la casa, il cibo e la libertà.
La Bolognina è in questi ultimi tempi al centro di progetti di riqualificazione urbana, che da una parte creano il terreno fertile per le speculazioni edilizie di imprenditori sanguisughe e dall’altra attivano un processo di gentrification, che punta a cacciare la popolazione attuale fuori dal quartiere e sostituirla con i ricchi.
Per molti di noi questi progetti si trasformano in sfratti, sgomberi, impossibilità di viversi i propri spazi e le proprie strade trasformate in perenni cantieri,
retate della polizia e aumento del controllo sociale.
Vogliamo contrastare la riqualificazione della Bolognina partendo da uno dei principali responsabili, l’Acer, perchè è quella che aumenta gli affitti degli appartamenti popolari, che sfratta la gente, che decide chi può e chi non può abitare in quartiere, che alimenta il circolo della speculazione edilizia con le decine di progetti di ristrutturazione mai ultimati
o palazzi consegnati al lusso e all’Alta Velocità.
Vogliamo partire dalla riqualificazione del quartiere, perchè è il frutto di una società che si basa sull’autorità e sul controllo, dove banche e politici impogono dall’alto come e dove vivere alla maggior parte della popolazione, mentre polizia e giudici reprimono violentemente con botte e arresti
chi decide di non sottostare a questa miseria imposta.
Dedichiamo quindi questa occupazione ai 17 compagni arrestati a Torino
lo scorso 3 giugno, perchè accusati di aver lottato contro gli sfratti,
contro il PD e contro le retate della polizia.
Per questo invitiamo chiunque a contribuire nei prossimi giorni all’allestimento del posto, magari portando mobili, tavoli, libri, che non vengono più usati e che possono trovare una nuova vita attraverso la condivisione; a partecipare alle iniziative e all’assemblee che organizzeremo nei prossimi giorni; ad organizzarsi, in maniera collettiva o singolarmente, per resistere alla metropoli che avanza o semplicemente a fare un salto e 4 chiacchiere al nuovo circoletto occupato.
Gli/le occupantx
http://www.informa-azione.info/bologna_nuova_occupazione_l039acerchiata