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Sotto il vetriolo, l’incenso

Ladri

Nel calderone del negativo
415, Torino 2005

Nata come pubblicazione periodica, proseguita come casa editrice, la “Encyclopédie des Nuisances” porta avanti da molti anni in Francia una serrata critica alla società industriale e alle sue nocività. Le sue analisi vengono spesso associate e rimandano a quella critica radicale formulata contro «la società dello spettacolo» negli anni 60 dall’Internazionale Situazionista, di cui in un certo senso l’Encyclopédie si ritiene legittima erede. Non si può certo dire che si tratti di un millantato credito, tenuto conto che un paio di enciclopedisti hanno iniziato a farsi le ossa proprio nell’IS e che per un breve periodo l’Encyclopédie ha goduto del viatico dello stesso Guy Debord. Ma se all’inizio i riferimenti e le citazioni situazioniste abbondavano negli scritti enciclopedisti, col passare del tempo sono andati via via scomparendo. Non a caso. Infatti tutta l’attività di Semprun e compagni inciampava di continuo in una contraddizione che iniziava a risaltare sotto gli occhi di tutti e che rischiava di minare la stessa credibilità della loro opera: come è possibile criticare radicalmente la tecnologia e rifiutare ogni ipotesi di rottura rivoluzionaria (come fa l’Encyclopédie) e al tempo stesso tessere le lodi a tecnofili sfrenati nonché rivoluzionari convinti (quali furono i situazionisti)?
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Nel calderone del negativo (415, Torino 2005)

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Nata come pubblicazione periodica, proseguita come casa editrice, la “Encyclopédie des Nuisances” porta avanti da molti anni in Francia una serrata critica alla società industriale e alle sue nocività. Le sue analisi vengono spesso associate e rimandano a quella critica radicale formulata contro «la società dello spettacolo» negli anni 60 dall’Internazionale Situazionista, di cui in un certo senso l’Encyclopédie si ritiene legittima erede. Non si può certo dire che si tratti di un millantato credito, tenuto conto che un paio di enciclopedisti hanno iniziato a farsi le ossa proprio nell’IS e che per un breve periodo l’Encyclopédie ha goduto del viatico dello stesso Guy Debord. Ma se all’inizio i riferimenti e le citazioni situazioniste abbondavano negli scritti enciclopedisti, col passare del tempo sono andati via via scomparendo. Non a caso. Infatti tutta l’attività di Semprun e compagni inciampava di continuo in una contraddizione che iniziava a risaltare sotto gli occhi di tutti e che rischiava di minare la stessa credibilità della loro opera: come è possibile criticare radicalmente la tecnologia e rifiutare ogni ipotesi di rottura rivoluzionaria (come fa l’Encyclopédie) e al tempo stesso tessere le lodi a tecnofili sfrenati nonché rivoluzionari convinti (quali furono i situazionisti)?
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