Aldo Aguzzi
Dal marmo della scalinata e dalle colonne del Tempio, il sole del meriggio strappa riflessi perlacei, ed ai suoi barbagli s’indora la sabbia del cortile inferiore, giù nel quale, in un angolo, è seduto Gesù. I discepoli, che fan corona al Nazzareno, restano muti, sovrappensiero. La baldanza e l’entusiasmo dei primi giorni, dopo l’entrata rumorosa in Gerusalemme, sono ormai superati. Con curiosità e con timore, essi girano i loro sguardi sulla folla che si rimescola nel cortile con intenso brusio, e trasaliscono quando qualcuno s’avvicina al loro crocchio. Gesù stesso tenta invano di conservare al suo aspetto dolcezza e serenità. Sulla sua fronte, da qualche giorno, è apparsa una ruga profonda ed ostinata. Tutto curvo sui suoi pensieri angosciati, raccolto sulla sua tristezza immensa, spiccica a fatica le labbra per pronunciare qualche monosillabo. Una nube turba l’azzurro dei suoi chiari occhi.
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