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Rovereto – Blitz anarchico contro la sede dei vigili

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ROVERETO. Erano organizzati ed hanno agito in meno di un minuto incuranti della presenza del piantone che presidiava gli uffici dei vigili urbani. Erano in cinque tutti con il volto travisato e con abiti ben più ampi della loro misura i cinque anarchici protagonisti del blitz contro la sede della polizia locale in via Parteli. Due hanno lanciato grosse pietre contro la vetrata all’ingresso della struttura, due invece hanno mandato in frantumi il parabrezza del furgone parcheggiato nel cortile mentre un altro giovane ha “rivendicato” l’azione con la scritta con lo spray sull’edificio abbandonato dell’ex Microleghe: “Per gli arrestati al Brennero”. Proprio al confine sabato scorso al confine erano stati arrestati sei manifestanti tra i quali la roveretana Sabrina Napoli condannata a 16 mesi.
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Noi non moriremo precari! (2010)

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È stato questo l’urlo di rivendicazione lanciato da un manipolo di studenti universitari contro la “Riforma Gelmini”, ovvero contro i previsti tagli a scuola e università; un urlo lanciato nel corso di una ben strana forma di “protesta”. Se una volta si occupavano scuole e università e si scendeva per strada, oggi si pratica un “flash mob” – moderna amenità di un triste presente – facendosi riprendere dalle telecamere, ligi alle direttive della società dello spettacolo.
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Genova:presenza in tribunale in occasione della sentenza per scontri del 2011

 

Presenza solidale per la sentenza al processo per gli scontri  6 maggio 2011 ,  martedì 17 maggio 2016 tribunale di Genova (piazza Portoria) h.14

Mercoledì 23 marzo alle 15 si è tenuta presso il tribunale di Genova una delle ultime udienze del processo per gli scontri avvenuti presso la stazione di Principe durante lo sciopero generale del 6 maggio 2011. Il P.M. Federico Manotti, protagonista di molte altre inchieste contro le frange antagoniste della città e attualmente anche riferimento per l’anti-terrorismo locale, aveva chiesto pene comprese tra i 4 e i 7 anni di reclusione per tutti i 23 imputati. Durante l’udienza del 23 marzo 6 imputati, accompagnati da una quarantina di solidali, hanno letto una dichiarazione spontanea in aula causando provocazioni da parte del giudice e l’ira del Pubblico Ministero, costantemente scortato da due carabinieri in borghese, come la Procura ha disposto da qualche mese a questa parte. Più o meno intorno al paragrafo compreso tra “In ogni caso” e “convivenza civile?” Manotti non si è più trattenuto e ha interrotto l’imputato che stava leggendo il testo, ipotizzando il reato di oltraggio. Questo ha scatenato la protesta dei solidali e pare che per uno di loro è stata richiesta l’identificazione da parte della Digos per un eventuale denuncia per “oltraggio alla Corte”. La lettura della dichiarazione è stata comunque portata a termine tra gli applausi dei solidali e la malcelata agitazione di magistrati e sbirri.

IN ALLEGATO LA DICHIARAZIONE SPONTANEA6 maggio – DEF

Genova:presenza in tribunale in occasione della sentenza per scontri del 2011

Machiavelli filosofo

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Alfredo M. Bonanno

Machiavelli filosofo

Con aggiunte le Annotazioni di Άμφισσα

Creder che sanza te per te contrasti
Dio, standoti ozioso e ginocchioni,
Ha molti regni e molti Stati guasti.
E son ben necessarie l’orazioni:
E matto al tutto è quel ch’al popol vieta
Le cerimonie e le sue divozioni:
Perché di quelle in ver par che si mieta
Unione e buono ordine, e da quello
Buona fortuna poi dipende e lieta.
Ma non sia alcun di sì poco cervello
Che creda che se la sua casa ruina,
Che Dio la salvi sen’altro puntello;
Perché e’ morrà sotto quella ruina!”.

Niccolò Machiavelli

Nota introduttiva

Una breve nota per questo libro che esce dopo più di mezzo secolo dalla sua prima stesura.

È stato scritto da cima a fondo per tre volte. Una prima volta quando avevo vent’anni, e il dattiloscritto andò perduto nella redazione del giornale dove lavoravo all’epoca, una seconda volta a Londra, nel 1991, dove mi ero rifugiato dopo la carcerazione per la rapina di Bergamo allo scopo di sfuggire alla probabile cattura per quelle indagini che anni dopo si sarebbero concretizzate nella cosiddetta “montatura Marini”, la terza volta adesso, mentre mi trovo in detenzione domi-ciliare perché mi sono stati revocarti gli anni dell’indulto del 1990 e quindi devo rimanere “carcerato” fino al mese di gennaio del 2009.

Machiavelli mi è stato compagno di riflessioni per tanto tempo. È un uomo duro e, nello stesso tempo, un uomo eccessivo. Non credo che queste pagine potevano trovare collocazione più acconcia nel libro dal titolo Scritti sconvenienti, in corso di progettazione. Si tratta di un autore diverso che è riuscito a parlare al mio cuore oltre che alla mia mente. Quello che me lo rende simpatico è presto detto: la visione critica della vita, la riduzione della religione a strumento di dominio, l’eccesso vitale che lo sostenne per tutta la vita.

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Anarchismo e trasformazione sociale

18+-+anarchismo+e+trasformazione

Rudolf de Jong

Non vogliamo la conquista di ciò che potrebbe farci seguire l’esempio del passato e consegnare il nostro destino nelle mani di un qualche nuovo padrone, ma prenderlo nelle nostre mani e vivere secondo la nostra concezione della verità.

Nestor Machno

Introduzione

Sono stato invitato a preparare uno studio sui “Movimenti pre-politici nelle aree periferiche”. Ora, io lavoro presso il Dipartimento Anarchismo, Spagna e America Latina dell’Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam e, come forse sapete, l’anarchismo viene spesso considerato come un movimento pre-politico, la Spagna come un Paese periferico nell’ambito dell’Europa e l’America Latina come un continente periferico. Tuttavia, vorrei sottolineare che non sono d’accordo con simili definizioni della Spagna, dell’anarchismo e dell’America Latina, motivo per cui comincerò facendo alcune osservazioni critiche paradossali.

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Il falso e l’osceno

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Alfredo M. Bonanno (1973)

PARTE PRIMA. Il falso

Breve nota introduttiva

Alfredo M. Bonanno ci aveva inviato questo libro in bozze, dopo averlo completato, curandone la stesura delle parti teoriche, come è indicato di volta in volta, ma anche perfezionando via via tutti i riferimenti e tutti i riscontri che, in un lavoro del genere, sono impresa molto lunga e certamente non facile.

Eppure alla fine ha deciso di non darlo alle stampe. Naturalmente ha i suoi buoni motivi, e ce ne ha messo a parte. Questi motivi noi li condividiamo e li rispettiamo, eppure questi testi, riguardando direttamente una parte della nostra storia rivoluzionaria, se non altro in quanto compagne anarchiche francesi, intendiamo pubblicarli lo stesso, anche ricorrendo da una parte a un amichevole cavillo, e dall’altro a una vera e propria forzatura non meno amichevole.

Il cavillo si basa sul fatto che tutti i libri di Bonanno, e quindi anche questo, non sono, per sua esclusiva decisione, teoricamente molto fondata, giustificabile e comprensibile, coperti da copyright. Pertanto chiunque, (e quindi anche noi), può editarli e diffonderli senza limiti e senza ostacoli.

La forzatura si basa su un altro elemento, che forse ci avrebbe fatto decidere alla pubblicazione lo stesso anche non disponendo, come si è detto, del cavillo precedente, e questa consiste nel fatto che la maggior parte dei testi ci sta a cuore: prima di tutto l’attacco a Sartre (quindi l’utilizzo di Déjacque) e poi il ripristino, se non altro teorico, della pornografia come strumento di lotta rivoluzionaria alla quale auspichiamo un utilizzo futuro sempre più ampio.

Ecco perché pubblichiamo questo libro in Francia e non aspettiamo che le decisioni, per il momento sospese di Bonanno, lo facciano uscire in Italia.

Naturalmente abbiamo avvertito della nostra decisione il compagno Bonanno.

Parigi, 17 gennaio 2007

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Verso il nulla creatore

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Renzo Novatore

Introduzione

Leggere Novatore è un’impresa. I motivi per cui, oggi, si viene respinti dalla lettura di un testo come quello che presentiamo qui di seguito sono parecchi e tutti paralleli ai motivi, altrettanto numerosi, per cui se ne rimane affascinati.

Il disgusto deriva dal modo di scrivere, dalle infiorettature stilistiche, dalle assordanti ripetizioni, dalla retorica tratta per i capelli a servire da strame per lo sbocciare di un fiore ormai fuori del tempo. Il fascino viene da quello che il lettore ricorda – il lettore provveduto, non quello accidentale – della vita di questo ribelle, morto con le armi in pugno in un conflitto a fuoco contro i carabinieri che volevano catturarlo.

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Un equivoco chiamato Popolo

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“Pensiero e Volontà”
Merlino si dice democratico, intendendo per Democrazia (che etimologicamente significa governo del popolo) l’applicazione del principio di Libertà (associazione da pari a pari) in opposizione al principio di Dominazione (comando, gerarchia, monopolio). Secondo lui «è necessario che la società politica non sia tenuta insieme dalla forza, ma dallo spontaneo consenso degli associati consapevoli dei vantaggi inestimabili dell’associazione»; e perciò vorrebbe che gli organi destinati ad eseguire le deliberazioni della collettività fossero inermi e non potessero quindi imporsi alla volontà del popolo.
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