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IL PROGRAMMA ANARCHICO

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Errico Malatesta (1919)

1. Che cosa vogliamo
Noi crediamo che la più gran parte dei mali che affliggono gli uomini dipende dalla cattiva organizzazione sociale, e che gli uomini volendo e sapendo, possono distruggerli.
La società attuale è il risultato delle lotte secolari che gli uomini han combattuto tra di loro. Non comprendendo i vantaggi che potevano venire a tutti dalla cooperazione e dalla solidarietà, vedendo in ogni altro uomo (salvo al massimo i più vicini per vincoli di sangue) un concorrente ed un nemico, han cercato di accaparrare, ciascun per sé, la più grande quantità di godimenti possibili, senza curarsi degli interessi degli altri. Data la lotta, naturalmente i più forti, o i più fortunati, dovevano vincere ed in vario modo sottoporre ed opprimere i vinti.

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Insurrezionismo o evoluzionismo?

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Errico Malatesta
È vecchio tema quello di rivoluzione e evoluzione, continuamente discusso, e continuamente rinascente, a causa soprattutto dell’equivoco prodotto dal vario significato che si può dare alle due parole. La parola evoluzione a volte si prende nel senso generico di cambiamento ed allora afferma un fatto generale della natura e della storia sul quale si può discutere dal punto di vista della scienza, ma che non è messo in dubbio da nessuno nel campo della sociologia; a volte si prende nel senso di cambiamento lento, graduale, regolato da leggi fisse nel tempo e nello spazio, che esclude ogni salto, ogni catastrofe, ogni possibilità di essere affrettato a ritardato e sopratutto di essere violentato e diretto dalla volontà umana in un senso o nell’altro, ed allora essa vuole contrapporsi alla parola ed all’idea di rivoluzione.

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Gli individualisti che salvarono Malatesta

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Il già più volte menzionato e rammentato individualista novatoriano Enzo Martucci, impossibilitato a pubblicare presso la Libreria Internazionale d’Avanguardia di Bologna una sua nuova opera, dopo “La Bandiera dell’Anticristo” del 1950, per gravi contrasti insorti tra di lui e la proprietà editrice in questione, non più disposta ad editare libelli dai così smaccati accenti provocatori ed insubordinati, benchè colpito ancora una volta da una forma di ostracismo repellente non si arrese, e presso le Industrie Grafiche Riccardo De Arcangelis di Pescara si diede alle stampe nel 1953 la sua “La Setta Rossa”. In essa egli andò avanzando e precisando le sue concezioni baluginate e scaturite dall’individualismo stirneriano-nietzscheano, tratteggiò nella figura immortale di Jules Bonnot l’esempio dell’Anarchico più puro, determinato, coerente e conseguente, autentico modello di comportamento da perseguire, e al contempo abbozzò le vicissitudini della sua romantica e perigliosa vita, di cui aveva già narrato in parte nella sua opera antecedente, che fino a quel punto ebbe a condurre. In questi suoi ricordi, Martucci espose un episodio-crocevia simbolico di un’intera epoca, la cosiddetta strage del Diana del 23 Marzo 1921, analizzandone e contestualizzandone le origini, lo svolgimento e le conseguenze.
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Repubblica e Rivoluzione

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Errico Malatesta
Il nostro dichiarato proposito di prender parte a qualunque movimento rivoluzionario mirante alla conquista di maggiore libertà e maggiore giustizia, nonché le recenti affermazìoni di qualche nostro compagno, che forse nella redazione frettolosa di articoli di giornale è andato oltre il suo pensiero reale, han fatto credere a qualcuno, ignaro delle nostre idee, che noi accetteremmo, sia pure provvisoriamente, una repubblica, decorata per l’occasione degli aggettivi sociale e federativa.
Non parrebbe necessario spendere molte parole sulla questione, visto che gli anarchici non hanno mai lasciato luogo ad equivoci nei loro rapporti coi repubblicani.
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Anarquismo y violencia – Errico Malatesta

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El siguiente texto fue elaborado a partir de diferentes artículos de Errico Malatesta publicados en la prensa anarquista de principios de siglo pasado, y corresponde al fragmento 5 del capítulo I del libro Malatesta, pensamiento y acción revolucionarios del compilador Vernon Richards.

Anarquismo y violencia[1]
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Towards Anarchism by Errico Malatesta (1930s)

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It is a general opinion that we, because we call ourselves revolutionists, expect Anarchism to come with one stroke – as the immediate result of an insurrection which violently attacks all that which exists and which replaces all with institutions that are really new. And to tell the truth this idea is not lacking among some comrades who also conceive the revolution in such a manner.
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En tiempo de elecciones – Errico Malatesta

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Malatesta siempre se caracterizó por su producción literaria de carácter didáctico, el uso que hace del diálogo entre ficticios personajes que podrían ser perfectamente reales provoca que el lector se sienta rápidamente identificado con el mensaje. Este estilo lo muestra en tres de sus más famosas obras: “Entre campesinos”, “En el café” y la presente obra (…)
 
Yeray Campos.

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Lo que queremos

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 Errico Malatesta

 

 

Queremos abolir radicalmente el dominio y la explotación del hombre por el hombre; queremos que los hombres hermanados por una solidaridad consciente y decidida, cooperen todos voluntariamente en el bienestar de todos; queremos que la sociedad se constituya con el fin de suministrar a todos los seres humanos los medios de alcanzar el máximo bienestar posible, el máximo posible de desarrollo moral y material; queremos para todos pan, libertad, amor y ciencia.

Y para conseguir este fin supremo, creemos necesario que los medios de producción estén a disposición de todos y que ningún hombre o grupo de hombres, pueda obligar a los demás a someterse a su voluntad ni ejercer su influencia de otro modo que con la fuerza de la razón y del ejemplo. Por consiguiente: expropiación de los detentadores del suelo y del capital a beneficio de todos y abolición del gobierno. E interinamente esto no se haga, propaganda del ideal: organización de las fuerzas populares; lucha continua, pacífica o violenta, según las circunstancias contra el gobierno, contra los propietarios, a fin de conquistar toda la libertad y todo el bienestar que se pueda.