All’inizio di ottobre, un primo verdetto c’è stato. Alcuni cittadini avevano presentato una domanda di classificazione del terreno ad Haren su cui contano di costruire la maxi-prigione, credendo in tal modo di impedire, o comunque ritardare, il più grande progetto carcerario della storia belga. La risposta delle autorità competenti è stata laconica: «Ma andiamo, siamo noi che vogliamo costruire questo nuovo carcere!». La domanda è stata quindi rigettata, proprio come gli altri ricorsi giudiziari presentati prima.
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Tag Archives: Ricochets journal
Ricochets n° 11 – octobre 2015
Ai blocchi di partenza
A fine febbraio 2015, lo Stato ha assoldato una ditta per installare delle reti attorno al terreno del futuro cantiere della maxi-prigione ad Haren, a nord di Bruxelles. Una ruspa ed alcuni operai, scortati dai poliziotti, hanno quindi cominciato a recintare il terreno per «predisporre i lavori al riparo dagli sguardi indiscreti dei curiosi». Un’altra impresa ha iniziato i lavori di demolizione di un vecchio sito industriale che si trova anch’esso sul terreno del futuro cantiere. Sono i segnali innegabili che il progetto della maxi-prigione avanza e che lo Stato intende aumentare la velocità per erigere la più grande galera del Belgio. È difficile non comprendere il suo messaggio allorché inizia… installando una recinzione per proteggersi e piazzando telecamere di videosorveglianza nella zona di Haren. La costruzione di questo carcere condurrà inevitabilmente alla militarizzazione dei dintorni.
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Ricochets n° 10 – septembre 2015
Ricochets n° 9 – août 2015
Belgium: “Sabotage”, text from anarchist bulletin Ricochets
Sabotage
1. (noun) Illegal act, usually violent, of interference, destruction, aimed at rendering unworkable production, civil or military installations.
2. (noun) Manipulation, acts aimed at the disorganization or failure of a business or project.
3. (noun) Material act aimed at preventing the normal functioning of a service
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Ricochets n 7 – juin 2015
L’illusione Legalitaria (2014)
All’inizio di ottobre, un primo verdetto c’è stato. Alcuni cittadini avevano presentato una domanda di classificazione del terreno ad Haren su cui contano di costruire la maxi-prigione, credendo in tal modo di impedire, o comunque ritardare, il più grande progetto carcerario della storia belga. La risposta delle autorità competenti è stata laconica: «Ma andiamo, siamo noi che vogliamo costruire questo nuovo carcere!». La domanda è stata quindi rigettata, proprio come gli altri ricorsi giudiziari presentati prima.
Ai blocchi di partenza
A fine febbraio 2015, lo Stato ha assoldato una ditta per installare delle reti attorno al terreno del futuro cantiere della maxi-prigione ad Haren, a nord di Bruxelles. Una ruspa ed alcuni operai, scortati dai poliziotti, hanno quindi cominciato a recintare il terreno per «predisporre i lavori al riparo dagli sguardi indiscreti dei curiosi». Un’altra impresa ha iniziato i lavori di demolizione di un vecchio sito industriale che si trova anch’esso sul terreno del futuro cantiere. Sono i segnali innegabili che il progetto della maxi-prigione avanza e che lo Stato intende aumentare la velocità per erigere la più grande galera del Belgio. È difficile non comprendere il suo messaggio allorché inizia… installando una recinzione per proteggersi e piazzando telecamere di videosorveglianza nella zona di Haren. La costruzione di questo carcere condurrà inevitabilmente alla militarizzazione dei dintorni.
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Ai blocchi di partenza
A fine febbraio 2015, lo Stato ha assoldato una ditta per installare delle reti attorno al terreno del futuro cantiere della maxi-prigione ad Haren, a nord di Bruxelles. Una ruspa ed alcuni operai, scortati dai poliziotti, hanno quindi cominciato a recintare il terreno per «predisporre i lavori al riparo dagli sguardi indiscreti dei curiosi». Un’altra impresa ha iniziato i lavori di demolizione di un vecchio sito industriale che si trova anch’esso sul terreno del futuro cantiere. Sono i segnali innegabili che il progetto della maxi-prigione avanza e che lo Stato intende aumentare la velocità per erigere la più grande galera del Belgio. È difficile non comprendere il suo messaggio allorché inizia… installando una recinzione per proteggersi e piazzando telecamere di videosorveglianza nella zona di Haren. La costruzione di questo carcere condurrà inevitabilmente alla militarizzazione dei dintorni.
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