A short history of the Everett massacre of five members of the revolutionary Industrial Workers of the World union who had gone to support striking workers.
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Tag Archives: 1916
Chi darà l’occhio al ciclope?
Un secolo fa il governo italiano annunciava il suo ingresso nella Prima Guerra Mondiale. In occasione di questa ricorrenza infame, celebrata oggi da tutte le istituzioni e dai loro servi in un tripudio di stracci tricolori, abbiamo pensato di pubblicare una piccola antologia di testi tratti dal numero speciale che Cronaca Sovversiva — il giornale animato negli Stati Uniti da Luigi Galleani e in un certo senso portavoce dell’anarchismo autonomo — dedicò alla Grande Guerra. Testi che non miravano solo a criticare quel conflitto bellico che riempì di morti i cimiteri e di invalidi gli ospizi, ma anche a dipanare la confusione e gli equivoci che riempivano la testa di tanti sovversivi. Ancora oggi, all’esplodere di una qualsiasi guerra, non sentiamo forse alzarsi da ogni parte sia giustificazioni reclamanti “necessità storiche” che lamentele invocanti “pacifiche convivenze”?
Banditi ed eroi
«I banditi mi sono simpatici; essi sono i veri rivoluzionari in azione», scrive Emilio Zola. Nessuno di questi facinorosi terribili, i cui nomi avvolti nelle più truci leggende sono accompagnati alle generazioni future con gli epiteti più vituperevoli e con una nota d’infamia, nacque delinquente. Anche essi gustarono le carezze materne, anche essi appresero dalle labbra materne a balbettare il dolce nome del padre, ed ai sorrisi risposero coi sorrisi, nell’incoscienza della gaiezza infantile, ignari della sorte ingrata a loro riservata dal destino, ignari delle cause che un giorno dovevano gettarli nei vortici del delitto. I giudici preoccupati di applicare severamente gli articoli del codice non vedevano davanti ai loro occhi che degli uomini truci, crudeli, che s’erano resi colpevoli di atti antisociali, furti, grassazioni, omicidi, ricatti, ed in nome della società offesa adempivano ad un dovere di coscienza, mandandoli al patibolo e nelle gelide mura degli ergastoli. Gli antropologi non scendevano nell’abisso profondo di quegli uomini, scavato dagli eventi, per scandagliare i dolori di quelle anime in pena. Erano malfattori, briganti, che urgeva sopprimere.
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Botte e Risposte
Luigi Galleani
Chi darà l’occhio al ciclope?
Un secolo fa il governo italiano annunciava il suo ingresso nella Prima Guerra Mondiale. In occasione di questa ricorrenza infame, celebrata oggi da tutte le istituzioni e dai loro servi in un tripudio di stracci tricolori, abbiamo pensato di pubblicare una piccola antologia di testi tratti dal numero speciale che Cronaca Sovversiva — il giornale animato negli Stati Uniti da Luigi Galleani e in un certo senso portavoce dell’anarchismo autonomo — dedicò alla Grande Guerra. Testi che non miravano solo a criticare quel conflitto bellico che riempì di morti i cimiteri e di invalidi gli ospizi, ma anche a dipanare la confusione e gli equivoci che riempivano la testa di tanti sovversivi. Ancora oggi, all’esplodere di una qualsiasi guerra, non sentiamo forse alzarsi da ogni parte sia giustificazioni reclamanti “necessità storiche” che lamentele invocanti “pacifiche convivenze”?
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Dada Manifesto
Hugo Ball
Dada is a new tendency in art. One can tell this from the fact that until now nobody knew anything about it, and tomorrow everyone in Zurich will be talking about it. Dada comes from the dictionary. It is terribly simple. In French it means “hobby horse”. In German it means “good-bye”, “Get off my back”, “Be seeing you sometime”. In Romanian: “Yes, indeed, you are right, that’s it. But of course, yes, definitely, right”. And so forth.
An International word. Just a word, and the word a movement. Very easy to understand. Quite terribly simple. To make of it an artistic tendency must mean that one is anticipating complications. Dada psychology, dada Germany cum indigestion and fog paroxysm, dada literature, dada bourgeoisie, and yourselves, honoured poets, who are always writing with words but never writing the word itself, who are always writing around the actual point. Dada world war without end, dada revolution without beginning, dada, you friends and also-poets, esteemed sirs, manufacturers, and evangelists. Dada Tzara, dada Huelsenbeck, dada m’dada, dada m’dada dada mhm, dada dera dada, dada Hue, dada Tza.
The rebel’s dark laughter: the writings of Bruno Filippi
Bruno Filippi
Translator’s Introduction
The writings of Bruno Filippi offer something rare in anarchist writing — truly beautiful literature. I hope this comes across in my translations — where it does not, the fault is all mine. Filippi entered upon his brief life of revolt at he age of 15, in the midst of World War I, involving himself in anarchist anti-militarist activity. Several of his brief works reflect the dehumanizing effects of military life and participation in a slaughter that was qualitatively different from any war up to that time in the sheer capacity for destruction. One could not rightly speak of savagery” in relation, to this slaughter since its destructive capacity was the precise outcome of the technological progress of civilization.
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Réponse au manifeste des 16
Par Errico Malatesta (1916)
Un manifeste vient d’être lancé, signé par Kropotkine, Grave, Malato et une douzaine d’autres vieux camarades, dans lequel, faisant écho aux soutiens des gouvernements de l’Entente qui demandent une lutte jusqu’au bout et l’écrasement de l’Allemagne, ils s’élèvent contre toute idée de paix prématurée.
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Cronología de la huella anarquista en la revolución mexicana (1892-1932)
x Guadalupe Rivera
1892 Ricardo Flores Magón es arrestado por dirigir una manifestación estudiantil antigubernamental.
Tenía diecinueve años y estuvo un mes en prisión.
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Cronaca Sovversiva
(Il momento politico, “Cronaca sovversiva”, 1916)
Se in apparenza l’odierna battaglia elettorale può sembrare una lotta fra democrazia politica e dispotismo, in verità essa è invece la lotta fra democrazia finanziaria e monopolio. Qui mi fermo un po’ per chiarire e provare questa mia asserzione. Che cosa vuolsi dire per democrazia finanziaria? Intendo così denominare quel ceto intermedio tra il proletariato e la plutocrazia, che secondo la profezia marxista doveva man mano sparire per essere inghiottito dalla esigua ma aggressiva e vorace banda di pirati della banca e dell’industria, ma che si accresce e si allarga sempre più (…)
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