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Ancora, non ancora

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Edizioni Anarchismo 1975-2015

Pensavamo di avere concluso la nostra avventura editoriale e non è vero, ancora non si è conclusa, an­cora vogliamo andare avanti, per quanto strano possa sembrare, per quanto numerosi siano quelli disposti a scommettere sul nostro essere ormai al capolinea.

Eccoci quindi a presentare un altro sterminato gruppo di libri e libretti, malfidate testimonianze di una confidente testardaggine sulla validità insostituibile della parola scritta.

Noi ci crediamo, e voi?
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Teoria e pratica dell’insurrezione

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Girl power.
(via unexpectedtales)

Alfredo M. Bonanno

Introduzione alla terza edizione

Dieci anni sono tanti, ed è proprio il tempo passato dalla seconda edizione di questo libro, tempo tagliato a metà da una provvida ristampa. Mi sono spesso chiesto che fine faccia la carta stampata che, animaletti perniciosi, diffondiamo con sempre maggiori difficoltà. Quali effetti concreti ha essa sulla realtà in cui viviamo? Riusciamo a farci sentire? Oppure, come falene impazzite, ci aggiriamo nei dintorni della fiamma fino a bruciarci le ali?

In particolare questo libro ha avuto, fin dal momento della sua prima uscita, nel 1985, la pretesa di spingere alla lotta attraverso due strade: la teoria e la pratica. Si è potuto cogliere la parte visibilmente concretizzata di questa pretesa? Oppure tutto è andato via via dissolvendosi nel distinguo maniacale della scolasticizzazione, da un lato, e nell’equivoco muscolare di una forma ottusamente organizzativa, dall’altro lato? Non so rispondere a queste domande e ho visto lo smarrimento negli occhi dei miei non pochissimi ascoltatori nelle conferenze che sono andato facendo in giro in Europa negli ultimi quattro anni.

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Taller 1000: resumen y acuerdos de la PRIMERA SESIÓN. Mañana viernes segunda sesión!

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Taller 1000: resumen y acuerdos de la PRIMERA SESIÓN.

Tras aportarse datos sobre la época y contexto de surgimiento del MIL (fines de los 60, principios de los 70), y su relación con las luchas de su tiempo, leímos y comentamos el “prólogo inédito” y el primer capítulo, sobre “teoría revolucionaria”. Destacamos varias cosas al leer esas partes, pero no es ésta la ocasión de comentarlas.
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Rote Zora

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Rote Zora fue un grupo de lucha armada de mujeres que participaban en las RZ (Células Revolucionarias) su primer ataque fue en 1975, al Tribunal Constitucional, en contra del art. 218 que penalizaba el aborto. Esta primera acción fue firmada como «mujeres de las RZ».
En 1977 atacan la Cámara Federal Alemana de Médicos ya bajo el nombre de Rote Zora.
Durante casi 20 años Rote Zora llevó a cabo numerosas acciones en apoyo a diferentes luchas feministas. La última acción de Rote Zora tuvo lugar en 1994. En 1996 anunció su disolución.
Este libro es una recopilación de sus comunicados y análisis.

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La historia de un periodo en la lucha dentro de las cárceles españoles.

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C.O.P.E.L.

(Coordinadora de presos españoles en lucha)

En los últimos coletazos del dictador Franco, la vida dentro de las cárceles eran terroríficas, ya que las prácticas de tortura eran habituales, los aislamientos sin ver la luz solar, se podían prolongar indefinidamente, la comida era escasa y miserable, las condiciones higiénicas y sanitarias brillaban por su ausencia, las comunicaciones con los familiares se efectuaban a gritos entre rejas y alambradas, la correspondencia era abierta y censurada, no existía el acceso a la educación ni había algo que pudiera llamarse biblioteca, la protección de la iglesia sobre los violadores hacía que estos ocupasen puestos que les reportaban beneficios, el poco trabajo que había era en régimen casi de esclavitud, las condenas eran cumplidas integramente salvo para los protegidos de curas y carceleros, médicos y curas formaban parte de las Juntas de Tratamiento que decidían los castigos, existían Leyes que permitían encarcelar a personas hasta cinco años sin cometer delito alguno, los homosexuales solo por el echo de serlo tenían por destino la cárcel, los juicios se celebraban sin garantías en un ambiente fascista, y las condiciones de habitabilidad eran humillantes.
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After Marx, autonomy

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A.M. Bonanno
Original title: Alfredo M. Bonanno, Autonomia dei nuclei produttivi di base Anarchismo n. 3, 1975

The road ahead of the proletariat is blocked: the reformist parties, trade unions and employers have coalesced to obstruct any growth in the level of the struggle, or any conquests that could lead to a revolutionary transformation of production relations.
The proletariat have only one alternative: that of building communism directly, passing over the counterrevolutionary bureaucratic structures. In order to do this we must provide analyses of and realise in practice, elements organised by the base at the level of production: autonomous workers’ nuclei.
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CLASS WAR

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In Italy there is a civil war in course. Just as in every other part of the world, the mortal clash has well defined characteristics in relation to the conditions of exploitation imposed by the dominant class. That is why we are speaking of class (civil) war.
State violence and defensive class violence are opposing each other in a clash that only the politically short-sighted insist on not seeing. The terrorism of the various organisations in the service of the bosses is a constantly detectable element, just as in the other field, an organisation of defence is beginning to take shape aagainst the State assassins, organisations that should be examined and evaluated in their limits and perspectives.
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La controrivoluzione antifascista

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di Joe Fallisi e Francesco Santini (1975)

“L’antifascismo è il peggior prodotto del fascismo” (Amadeo Bordiga)

1. Tra il 1917 e il 1923 il proletariato rivoluzionario tentò di realizzare nuovamente e per l’ultima volta il suo progetto storico di dittatura di classe sulla società per una trasformazione socialista e quindi comunista (transizione anti-mercantile al comunismo attraverso il socialismo inferiore) del modo di produzione e di vita. Questo movimento su scala europea, e in prospettiva mondiale, indebolito all’interno dall’ideologia gestionaria, se riuscì inizialmente ad affermarsi in Russia, rovesciando l’autocrazia zarista, venne represso in modo implacabile dagli altri Stati, tutti capitalistici, borghesi e democratici. In Germania e in Italia, il tentativo rivoluzionario fu stroncato in prima persona rispettivamente dal governo operaio socialdemocratico di Ebert-Scheidemann, e da quello illuminato e liberale di Giovanni Giolitti, con la collaborazione attiva in entrambi i casi delle grandi centrali sindacali.
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