Tag Archives: 2009

Una cassetta dagli attrezzi spuntati

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Jean-Marc Mandosio
In Francia un professore universitario è un funzionario e, in quanto tale,
fa parte dell’apparato dello Stato. Quali che siano le sue opinioni personali un professore,
dato il suo statuto di funzionario, perpetua il sistema di trasmissione del sapere che esige il governo, vale a dire la classe borghese i cui interessi sono rappresentati dal governo.

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Gli abiti nuovi di Alain Badiou (it/fr)

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Séverine Denieul
«Kant ha creato il linguaggio della modernità filosofica. E così come abbiamo iniziato a dire
che Derrida non era che una parentesi — geniale, ma una parentesi — fra Heidegger e Badiou;
così come abbiamo osato affermare che Heidegger non era che una parentesi
— cruciale, ma una parentesi — fra Hegel e Badiou; adesso possiamo arrivare alla temerarietà
di affermare che Hegel non è che una parentesi — grandiosa, ma una parentesi — fra Kant e Badiou».
(Mehdi Belhaj Kacem, L’Esprit du nihilisme: une ontologie de l’Histoire, Fayard, 2009)
«Uno dei tratti più caratteristici della nostra cultura è l’onnipresenza della chiacchiera. Ognuno di noi ne è consapevole — e ha la sua parte di responsabilità. Ma tendiamo a considerare naturale questa situazione.
La maggior parte delle persone hanno fiducia nella loro capacità di riconoscere la chiacchiera e di evitare di rimanerne ingannati. Così questo fenomeno solleva assai poche inquietudini e non ha suscitato studi approfonditi».
(Harry G. Frankfurt, De l’art de dire des conneries, 10/18, 2006)
Il minimo che si possa dire è che, coi tempi che corrono, è quasi impossibile non inciampare sull’ultima opera in ordine cronologico di Alain Badiou. Autore prolisso quanto mai, si vede affabulato da un numero incalcolabile di titoli o definizioni che alla lunga sembrano essere riusciti a convincere il grande pubblico dell’importanza della sua opera: «maître à penser», «pensatore radicale», quando non «chirurgo del concetto» (Rémy Bac), nessuno rinuncia a concedere al filosofo uno statuto d’eccezione. La sua volontà dichiarata di «rifondare la filosofia» lo porta a coprire tutti i campi del sapere: la politica, l’estetica, le matematiche, la letteratura attraverso il romanzo, la poesia o la scrittura di testi teatrali. Autore di opere su Beckett, ma anche su Platone, Wittgenstein e San Paolo, Badiou incarna nei media il pensatore «geniale» capace di mettere in parallelo nozioni complicate con opere molto differenti tra loro. Erede della filosofia “continentale” più astrusa (Heidegger, Lacan, Althusser), Badiou ha in effetti quella forma di spirito particolare, così caratteristica della nostra epoca, che consiste nell’incrociare nozioni e ambiti distanti le une dagli altri per farne una sintesi «personale» che, lungi dal chiarire i problemi, li rende ancora più oscuri. È il caso, ad esempio, dell’accostamento che opera fra il marxismo, la psicanalisi e la matematica.
Tutto ciò costituisce solo una parte delle sue attività, in quanto si considera anche un pensatore appartenente all’«ultra-gauche» (termine che non rinnega), nell’esatta linea staliniana e maoista dei maître à penser politici degli anni 60. Nel 1985 ha fondato, con Sylvain Lazarus e Natacha Michel, un gruppuscolo politico «postleninista e postmaoista» chiamato «l’Organizzazione Politica».

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L’insurrezione e il suo doppio (it/en)

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Nel distinguere il vero romanticismo da quello fasullo, Victor Hugo osservava come ogni autentico pensiero fosse spiato da un inquietante doppio sempre in agguato, sempre pronto a frapporsi all’originale. Personaggio di stupefacente plasticità che gioca sulle similitudini per racimolare qualche applauso sul palcoscenico, questo doppio ha la particolare capacità di trasformare lo zolfo in acqua santa e di farlo accettare al pubblico più recalcitrante. Anche l’insurrezione moderna, quella che fa volentieri a meno dei Comitati Centrali e dei Sol dell’Avvenire, si trova a fare i conti con la sua ombra, col suo parassita, col suo classico che la imita, che si veste dei suoi colori, ne indossa i vestiti, ne raccoglie le briciole.
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Por la Memoria Anticapitalista

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Por la Memoria Anticapitalista
Reflexiones sobre la Autonomía

Por: Biblioteca Autónoma Sante Geronimo Caserio

Hemos de advertir que esta recomendación nació al calor de un conversatorio que se dio en una Actividad realizada por lxs compañerxs de la Biblioteca Antiautoritaria Sacco & Vanzetti, el día 17 de Noviembre en la Universidad Arcis, llamada “La lucha es el único camino”. En el conversatorio se tensiona sobre como solidarizar con compañerxs secuestradxs en otras partes del mundo de una manera pragmática y concreta, mas allá de la moral revolucionaria (que tampoco es menor) a raíz del caso de Mónica Caballero y Francisco Solar, acusadxs de atacar con explosivos una Iglesia en Zaragoza, España. A las interrogantes abiertas ese día, nosotrxs como Biblioteca decidimos buscar algunas respuestas en los libros. Quizás algo en lo que apoyarse para un comienzo podría ser este fabuloso texto proveniente del otro lado del charco.

No esta demás decir que, mientras escribíamos esta recomendación nos enteramos de la ejecución de la Operación Pandora, realizada también en territorio español. Esta reflexión va también dedica a lxs compañerxs represaliadxs en dicha maniobra policiaca.

Por la Memoria Anticapitalista
Reflexiones sobre la Autonomía

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Notes on Summits and Counter-Summits – 2009

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Some Roveretan anarchists

The Illusion of a Center

Capitalism is a social relationship and not a citadel for the powerful. It is starting from thins banality that one can confront the question of summits and counter-summits. Representing capitalist and state domination as a kind of general headquarters (it’s a question of the G8, the WTO or some other such organization) is useful to those who would like to oppose that managing center with another center: the political structures of the so-called movement, or better, their spokespeople. In short, it is useful to who propose merely a change in management personnel. Besides being reformist in essence and purpose, this logic becomes collaborationist and authoritarian in method, as it leads to centralization of the opposition. This is where the concern of these leftist adversaries, so anxious to make themselves heard by the “masters of the world”, in investing money and political hype on the summits in which those in power more and more frequently set the dates with them comes from. In the course of these summits decisions that were made elsewhere are merely formalized, but this certainly does not disturb the various representatives of the social forums; after all, their opposition is also completely formal, consisting mainly of paid seminars in which it is shown that neoliberalism is wrong and humanity is right, or, for the more lively, in some combative performance opportunely agreed upon with the police. Besides, how could an opposition subsidized by institutions, represented by municipal and parliamentary councilors and protected by the grave-diggers of the workers’ movement (we’re referring to the monitoring patrols entrusted to the CGIL in collaboration with the cops) be real? The paradox is that people are called into the streets in the name of another possible world, but with the intention that… absolutely nothing happens.
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La Cavale n.15-15bis-16 [2009]

La Cavale est une publication régulière de correspondance de la lutte contre la prison. Dans une perspective anarchiste nous nous battons pour la destruction de la prison et du monde qui en a besoin. Face à la répression et aux prisons, nous opposons la solidarité comme une arme. Face au monde de l’autorité et de la propriété nous opposons notre goût pour la liberté.- La Cavale N°15

PDF - 1.6 Mo

- La Cavale N°15 bis

PDF - 718 ko

- La Cavale N°16
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Gabriel Pombo Da Silva – Lettera postuma a Mauri (Aachen, 27 maggio 2009)

bio

“Perché se gli ultimi devono essere i primi, non potrà essere se non dopo uno scontro a morte tra i due protagonisti. Quella volontà affermata di far passare gli ultimi in testa alla fila, di farli ascendere ad un ritmo (troppo rapido, dicono alcuni) sui gradini che definiscono una società organizzata, non può trionfare se non quando vengono messi sul piatto della bilancia tutti i mezzi inclusa, ovviamente, la violenza…”

Frantz Fanon (I dannati della terra)

Aachen, 27 maggio 2009
Caro Mauri,
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