Cogliere i diversi aspetti dell’intervento rivoluzionario non è cosa facile. Coglierli tutti insieme, inseriti in una proposta complessiva che abbia una sua logica intrinseca e un’articolazione operativa valida, è cosa ancora più difficile. È questo che intendo per progetto rivoluzionario.
Indubbiamente oggi non esistono modalità di pensare ed agire in senso diretto ed orizzontale tra gli individui, né relazioni umane che si possano definire libere, dato il peso soffocante della statualità che modella tutti i rapporti societari. Il rapportarsi mediato delle persone passa per istituti di controllo che riducono la vita sociale entro il recinto della Norma, dell’obbligatorietà e di procedure lineari da seguire,dove l’atto del delegare è diventato l’unica funzione da assolvere, se si vuole continuare ad esistere. Continue reading Nessuna democrazia→
L’estensione dei diritti sanciti dalla moderna democrazia equivale ad una criminalizzazione generalizzata.
Si pretende così bandire la violenza diretta da tutti i rapporti sociali rafforzando il monopolio della violenza statale, considerata come legittima.
La giustizia non diminuisce la violenza, la normalizza soltanto; e quand’anche ne trasgrediamo le regole, quasi sempre ci convince a rientrare nel gioco: perché finiamo col comportarci come bravi ragazzi.
Territorio fisico distinto e separato dal resto della vita sociale, il carcere e ciò che rappresenta e determina sembrano occupare uno spazio riservato anche nei nostri pensieri, nelle nostre riflessioni.
“Society…1. a group of persons who have the same customs, beliefs, etc. or live under a common government and who are thought of as forming a single community… 3. all people, when thought of as forming a community in which each person is partly dependent on all the rest”.
Webster’s New World Dictionary
Nothing we “know” can be assumed to be true- none of our conceptions of the world are sacred and we would do well to question them all. Many anarchists talk about creating a “new” or “free” society. But few question the idea of society itself. The conception of society is amorphous- and so more difficult to deal with than particular aspects of it like government, religion, capitalism or technology. It is so ingrained in us that questioning it feels like questioning our very nature- which makes it all the more necessary to question it. Freeing ourselves from the character armor that represses our desires and passions may very well demand, not merely the transformation of society, but its abolition. The dictionary definitions above show society to be a single entity made up of individuals who are in a condition of (at least potential) dependency upon each other- which is to say, who are not complete in themselves. I see society as a system of relationships between beings who are acting (or being treated) as social roles in order to reproduce the system and themselves as social individuals. Continue reading The abolition of society (en/it)→
La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande.
Archiloco
Il fascismo è una parola di otto lettere che comincia per f. L’uomo, da sempre, si è appassionato fino a morirne per i giochi di parole che, nascondendo la realtà più o meno bene, lo assolvono dalla riflessione personale e dalla decisione. Così il simbolo agisce al nostro posto e ci fornisce un alibi e una bandiera. Continue reading Che ne facciamo dell’antifascismo? (it/en/fr/de)→
La concezione moderna della polizia, per quanto strano possa sembrare, è tale proprio perché regge un significato restrittivo, cioè si chiude all’interno della pubblica sicurezza, della sicurezza dei cittadini. Oggi si parla di polizia proprio perché è diventato possibile staccare un’attività politica di natura differente, cioè come organizzazione del potere statale in senso più ampio e sufficientemente astratto. Non è senza interesse guardare all’evolversi di questa distinzione, anche perché essa potrebbe avere ormai fatto il suo tempo e si potrebbero ripresentare, come di fatto si annunciano, tentativi di accorpamento tra le due attività di potere.
Nel corso di questo secolo la morte del nazionalismo è stata proclamata a differenti riprese:
– dopo la prima guerra mondiale, con la frantumazione in nazioni autodeterminate degli ultimi imperi europei: l’Austriaco e il Turco; e con la fine di ogni nazionalismo ad eccezione di quello dei sionisti; Continue reading Il richiamo costante del nazionalismo→
enzialità esplosiva iniziale (la quale diventa misera cosa in assenza dei mezzi di fondo di cui parlavamo prima) deve successivamente essere ricondotta all’interno dei limiti della tecnica in senso stretto, deve diventare parola, pagina, figura, suono, forma, oggetto. In caso contrario, fuori degli schemi di questa piccola prigione comunicativa, essa resta abbandonata e dispersa nel mare dell’incommensurabilità.
E infine, un’ultima cosa: la materialità. La capacità, cioè, di cogliere il fondamento materiale, reale, di quello che ci circonda. Ad esempio, la capacità di capire che per agire occorrono mezzi idonei all’azione non è cosa semplice. La faccenda dei mezzi sembra molto chiara, ma causa malcomprensioni. Prendiamo il caso dei soldi. Non c’è dubbio che senza soldi non si possono fare le cose che vogliamo fare. Non c’è dubbio che un rivoluzionario non può chiedere finanziamenti allo Stato per costruire quei progetti diretti a distruggere lo Stato stesso. Non può chiederli per un motivo etico e poi per un motivo logico (lo Stato non glieli darebbe). Continue reading Il progetto rivoluzionario→
Il capitale, nelle sue molteplici espressioni, sia a livello di formazione economico-sociale, sia a livello di progettualità repressiva e di controllo, si estende su tutta la superficie del globo, nessun piccolo recesso geografico escluso. Ciò comporta, com’è ormai comunemente accettato, un processo relazionale costante, nel senso che non c’è azione, qui, in questa parte del mondo, che non si possa porre, e di fatto non si ponga, in relazione con le situazioni di tutte le altri parti del mondo. Ciò determina conseguenze, spesso non visibili a livello immediato, ma che si insinuano nei rapporti del capitale e ne modificano i processi.
First let us distinguish the informal anarchist organisation from the anarchist organisation of synthesis. Considerable clarification will emerge from this distinction.
What is an anarchist organisation of synthesis? It is an organisation based on groups or individuals that are more or less in constant relation with each other, that culminates in periodical congresses. During these open meetings basic theoretical analyses are discussed, a program is prepared and tasks are shared out covering a whole range of interventions in the social field. The organisation thus sets itself up as a point of reference, like an entity that is capable of synthesizing the struggles that are going on in reality of the class clash. The various commissions of this organisational model intervene in different struggles (as single comrades or groups) and, by intervening, give their contribution in first person without however losing site of the theoretical and practical orientation of the organisation as a whole, as decided at the most recent congress.