Tag Archives: L’Adunata dei Refrattari

Contributions to the History of Individualism* by Anselm Ruest and Salomo Friedlaender

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“When one thoroughly knows and deeply examines the notion of individuality and the consequences that derive from the principle that is its basis, meaning that every man is not only related to the world in a particular way, but also to every object in the world and to every idea that these objects awaken, one is astonished that so much natural discord is possible side by side with so much historical concord.”  
 
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Ammazzateli!

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Paolo Schicchi

 

Un prete gallico, di cui non ricordo più il nome, storiografo ufficiale della corte borbonica in Francia durante la Restaurazione, scrisse una storia del regno dei Borboni ad usum Delphini. In essa il cherchiuto scribacchino colla più grande disinvoltura di questo mondo saltava a pie’ pari la Rivoluzione francese, senza farne neanche cenno; e di Napoleone Bonaparte parlava di sfuggita, come d’un ignoto generale che avesse vinto alcune battaglie stando al servizio del re di Francia.

Sembra incredibile, ma è autentico.
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La Comune di fronte agli anarchici

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Prima di illustrare gli episodi più salienti di questa rivoluzione che, pur rapida come una meteora, lasciò un solco così profondo, sarà pregio dell’opera riassumere brevemente i fatti da cui scaturì e che la legittimano anche al cospetto di coloro i quali – ben diversi da noi – non ritengono legittime contro qualsiasi forma di governo tutte le rivoluzioni popolari.

Ma noi dobbiamo fin da ora rilevare che l’insurrezione vittoriosa a Parigi conferì, secondo le tradizioni rivoluzionarie e governamentali, un carattere di regolarità al potere che, dopo la fuga di Thiers e dei suoi giannizzeri, si era costituito.
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L’inganno democratico

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Aldo Aguzzi

L’inganno democratico è di quelli che assumono i più seducenti aspetti, che fanno presa in un infinito numero di cervelli e che, perciò, rendono aspra e lenta la fatica per liberarsene.

Pochi hanno scritto, come gli anarchici, contro la democrazia. Eppure: si potrebbe affermare che gli anarchici si sono totalmente e definitivamente liberati delle sue seduzioni? Contro la Democrazia parliamo quando viviamo in essa. Ma non appena si effettua un cambio politico ed un regime democratico viene rimpiazzato da un qualsiasi altro, ne sentiamo la nostalgia e ci sentiamo disposti a lottare per il suo ritorno. Anche noi ci siamo così intimamente imbevuti del sofisma democratico che ad esso dobbiamo gran parte dei nostri mali e delle nostre sventure.
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È morto il dittatore

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Cizeta [Costantino Zonchello]
21 gennaio 1924
Nikolai Lenin è morto. La Russia è in lutto. Il piccolo mondo comunista, che guardava a lui come ad oracolo, ha messo le gramaglie.
Così la notizia ufficiale. Con le doverose posteriori informazioni sugli onori tributati all’uomo.
E sulla notizia ufficiale i commenti più disparati, le previsioni più cervellotiche. Come se dall’esistenza o dalla morte d’un uomo dipendono veramente l’avvenire, la prosperità o l’indigenza d’un gran popolo e del mondo.

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La funzione dello Stato

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Una delle superstizioni più diffuse del nostro tempo è che lo Stato sia una specie di provvidenza capace e disposta a soddisfare i bisogni, gli interessi e le aspirazioni di tutti coloro che, per numero, per ricchezza o per abilità, riescono a farsi ascoltare dagli uomini che ne esercitano il potere.
In un certo senso, ciò può essere vero per alcune categorie privilegiate che lo Stato può soddisfare a spese delle moltitudini diseredate ed operose. Ma non può mai essere vero né per la grande maggioranza né per la totalità dei cittadini. E ciò per due ragioni fondamentali: primo perché lo Stato non ha se non quel che riceve, o, per meglio dire, confisca ai sudditi; se restituisse a questi tutto quel che ha confiscato, la sua esistenza non sarebbe materialmente possibile; e se lo fosse, diverrebbe inutile. Secondo, lo Stato è sempre un organismo creato dalla minoranza privilegiata a difesa e tutela dei propri privilegi, e la sua missione non è già di estendere a tutti i benefici inerenti ai monopoli dei pochi, ma di assicurare a questi la parte maggiore e migliore dei frutti del lavoro di tutti.

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Revolution is not a Class Question

Meteor

 

The examination and consideration of certain demagogic attitudes, such as that involving the bolshevik slogan on the unity of the proletariat, have brought us, anarchists, again face to face with a question quite easy to resolve: the idea of classes and class struggle. We have not given any basic theoretical conclusions to this problem; we’ve done nothing more than put the marxist conception in doubt, criticizing its foundations and, perhaps, preparing the terrain for a few of our own that will someday seriously deal with the subject from a libertarian point of view.

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Revolution is not a Class Question

Meteor

 

The examination and consideration of certain demagogic attitudes, such as that involving the bolshevik slogan on the unity of the proletariat, have brought us, anarchists, again face to face with a question quite easy to resolve: the idea of classes and class struggle. We have not given any basic theoretical conclusions to this problem; we’ve done nothing more than put the marxist conception in doubt, criticizing its foundations and, perhaps, preparing the terrain for a few of our own that will someday seriously deal with the subject from a libertarian point of view.

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