La sera del 23 febbraio 1986, in un viale della circonvallazione di Milano, la giovane vita di Luca Rossi fu stroncata dallo sparo di un agente della Digos, e il suo nome venne ad aggiungersi alla lunga serie di vittime accessorie di una delle prime “leggi d’emergenza” vomitate dalla Repubblica Italiana. Diversamente da quella dei tanti uccisi dalla legge Reale, la morte di Luca non fu però inghiottita dal buio:
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Berlino. Niente paura: è solo una lotta contro la gentrificazione
Scandalo a Berlino ! Lo scorso venerdì una cinquantina di incappucciati si palesa in un quartiere bene della città: le vetrine s’infrangono e le macchine di lusso prendono fuoco. Che succede? A fronte di un significativo aumento della pressione contro gli spazi di movimento, nel quadro più generale della gentrificazione della città, e specificamente in risposta a un’aggressione poliziesca ai danni dello spazio occupato di Rigaerstrasse 94, viene nuovamente ripreso un motto di lotta coniato anni fa: per ogni sgombero, un milione di danni in città. Nella narrazione di un compagno berlinese, la ricostruzione di un contesto in cui l’azione diretta appare come un tratto fondamentale dell’odierno Zeitgeist berlinese. C’è tanto da imparare…
Bruxelles: l’impossibile maxi-prigione
“A partire da dicembre 2012, abbiamo cercato di essere presenti in diversi quartieri di Bruxelles, collegando il proposito di lottare contro la costruzione di una maxi-prigione alla critica delle trasformazioni in corso a Buxelles e della prigione in quanto tale”. In questi termini, un dossier contro il progetto di maxi-prigione (su cui esiste anche un bel video in francese) sintetizza l’approccio che muove alcuni compagni belgi in questa lotta specifica: diffusione decentralizzata e imprevedibile delle ostilità, intervento in un contesto già caratterizzato da forti antagonismi sociali e che ha visto, dal 2006 al 2011, la diffusione di importanti rivolte contro e intorno alle carceri. Di questa lotta ci siamo fatti raccontare da alcuni compagni di Bruxelles, anche in relazione al processo che il 22 gennaio 2016 ha avuto inizio ai danni di quattro compagni con la grottesca accusa “di non aver impedito” la distruzione di un modellino del maxi-carcere esposto nei locali della “Régie des Bâtiments”, l’ente pubblico-privato ufficialmente designato come “l’expert immobilier de l’état fédéral”.
Ancamò: di occupazioni, sgomberi e lotta a Saronno
Negli ulltimi tempi si fatica a tenere il conto degli sgomberi avvenuti a Saronno, dove non è mancato neppure il consueto corredo di fogli di via, avvisi orali, richieste di sorveglianza speciale e…Daspo. Un’attenzione questurina che sinora non ha in alcun modo intaccato la volontà di andare avanti dei compagni saronnesi, la determinazione a liberare spazi e tempi di vita, la continua sperimentazione di rapporti di autogestione, al di fuori del circolo della noia e della merce cui la provincia sembra insesorabilmente destinata. In occasione dell’ultimo sgombero, avvenuto domenica 24 gennaio 2015, ci siamo fatti raccontare da alcuni “occupatori di Telos” (secondo la brillante definizione di una locale europarlamentare di Forza Italia) la situazione saronnese dal primo sgombero della sede storica di via Milano a oggi.
Bruxelles: l’impossibile maxi-prigione
“A partire da dicembre 2012, abbiamo cercato di essere presenti in diversi quartieri di Bruxelles, collegando il proposito di lottare contro la costruzione di una maxi-prigione alla critica delle trasformazioni in corso a Buxelles e della prigione in quanto tale”. In questi termini, un dossier contro il progetto di maxi-prigione (su cui esiste anche un bel video in francese) sintetizza l’approccio che muove alcuni compagni belgi in questa lotta specifica: diffusione decentralizzata e imprevedibile delle ostilità, intervento in un contesto già caratterizzato da forti antagonismi sociali e che ha visto, dal 2006 al 2011, la diffusione di importanti rivolte contro e intorno alle carceri. Di questa lotta ci siamo fatti raccontare da alcuni compagni di Bruxelles, anche in relazione al processo che il 22 gennaio 2016 ha avuto inizio ai danni di quattro compagni con la grottesca accusa “di non aver impedito” la distruzione di un modellino del maxi-carcere esposto nei locali della “Régie des Bâtiments”, l’ente pubblico-privato ufficialmente designato come “l’expert immobilier de l’état fédéral”.
Sulla lotta contro il Cie di Restinco-Brindisi
L’autunno scorso riapriva il Cie di Restinco, Brindisi, restato a lungo chiuso grazie alla sete di libertà dei reclusi che, di ribellione in rivolta, lo avevano reso inagibile. Sin dalla sua riapertura, “alcuni nemici di ogni frontiera” hanno cominciato a muoversi per rompere l’isolamento cui vorrebbero costringere gli internati. Le misure repressive scattate successivamente ai danni di alcuni compagni (fogli di via, arresti domiciliari, obblighi di dimora) non fanno altro che ribadire la volontà di tenere nascosta e in silenzio la realtà dei lager della democrazia.
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Sulla costruzione di un Tav tra Napoli e Bari
Nello scorso autunno hanno avuto inizio i primi lavori di costruzione di una nuova tratta di Tav che in futuro dovrebbe collegare Napoli e Bari.
In questo contributo audio, realizzato grazie al prezioso apporto di un compagno di Napoli, dei compagni di Benevento ci raccontano meglio di questo progetto, quali territori saranno interessati, quali interessi specifici si muovono intorno ad esso e cosa si comincia a mettere in campo per cercare di contrastarlo.
Amore senza pace. Sullo sgombero della Spina a Firenze
“Noi siamo alcuni tra quelli a cui piace gridare che la nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità”: così, a novembre, “alcuni disertori dell’infelicità” si presentavano annunciando una nuova occupazione a Firenze: La Spina nel Fianco. Oggi, 16 dicembre 2015, dopo una giornata di resistenza, il posto è stato sgomberato. Nella convinzione che un amore così non avrà pace, ci siamo fatti raccontare di questa esperienza di occupazione e del recente sgombero.
Se solo avessi un cuore: intervista esclusiva al compressore (maggio 2014)
(ripubblichiamo questa intervista su Radio Cane)
Sensazionale! Forse per l’amarezza di essere stato venduto all’asta come uno schiavo qualsiasi, forse per ragioni più insondabili, il compressore Atlas Copco XAHS 416, scovato – non possiamo rivelare né quando, né dove, né come – dagli instancabili segugi di Radiocane, decide finalmente di vuotare il sacco. Scottanti rivelazioni! Uno scoop senza precedenti! Altro che Report!
Radiocane – A che ora chiude Venezia?
Un’improvvisa protesta estiva nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia è l’occasione di un incontro gravido di conseguenze tra detenuti e solidali . Se da una parte la protesta interna si fa più vibrante e pian piano si allarga ad altre carceri venete, per chi sta fuori il fatto che la galera sorga nel bel mezzo della città più turistica del mondo è un’ opportunità di riflessione pratica attorno alle forme quotidiane dell’isolamento e della repressione.
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