[Berlin] Jobcenter Mitte attacked – fuck austerity

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In the night of 15th September Jobcenter Mitte was attacked with colour-bombs.

 

Since years european migrants are kicked out from the jobcenter and don’t receive any money. Yesterday the european court decided that this is officially “legal” from now on.

 

This decision is part of a permanet attempt of deviding unemployed people in germans and non-germans, lazy and deligent, those who get supported and those who get punished.

 

We are fed up with the daily terror at the Jobcenter and other offices. Let’s organize.

 

NO BORDERS – NO NATIONS

https://linksunten.indymedia.org/en/node/153192

Prigionieri | Antifascismo – Tolti i domiciliari a Matteo, arrestato per la rivolta del 24 gennaio

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Apprendiamo che da sabato 12 settembre, Matteo, arrestato a giugno con l’accusa di devastazione e saccheggio per la rivolta del 24 gennaio di Cremona, non è più ai domiciliari. La misura è diventata obbligo di dimora a Lecce.

Una buona notizia. Il nostro pensiero va a Tide, Sbob, Mauro, Pippo, Andre e Tommy, antifascisti ancora ai domiciliari. Li vogliamo tutti liberi!

Il fascismo si combatte con ogni mezzo necessario.

Greece: Solidarity text from anarchist prisoner Panagiotis Mihalakoglou to Evi Statiri

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Once again the system has shown its real face and its vindictiveness took shape with the illegal (according to their own laws) detention of the partner of Gerasimos Tsakalos, Evi Statiri. Her only “crime” is the human relationship she has with comrade Gerasimos Tsakalos.
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Spari della polizia tedesca al confine con l’Austria. Tensione sempre più alta alla frontiera serbo-ungherese

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E’ notizia di pochissimo tempo fa che la polizia tedesca ha sparato a salve verso decine di persone che hanno tentato di passare dalla frontiera che separa Austria e Germania. Allo stesso tempo, a Rozske e in altri punti dell’ Ungheria assistiamo al faccia a faccia tra forze militari e migliaia di persone accalcate alle recinzioni che fanno pressione tentando di oltrepassarle e/o abbatterle in barba al contingente repressivo da vero e proprio stato di guerra.
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