Tag Archives: 1995

Jill Phipps is crushed to death under export lorry

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On Wednesday 1 February 95, 31 year old protester Jill Phipps was crushed to death under the wheels of an export truck carrying baby veal calves into Coventry Airport. Despite the fact that nearly 100 officers were on duty that day, 10 of the 33 protesters present had broken through police lines and attempted to bring the lorry to a halt by sitting on the road and attempting to chain themselves to it.
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DO OR DIE – THE COMPLETE SET!

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Do Or Die #1-10 (1993-2003, Brighton, England.)

A few years ago a friend asked me if I had a complete set of Do or Die, the British Earth First! publication that inspired and incited eco-warriors throughout the 1990s and early 2000s. At one time I did have them, but they had long since been stolen by a Joint Terrorism Task Force.
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il Disordine della Liberta’

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IL DISORDINE DELLA LIBERTA’
La massima espressione dell’ordine istituzionale e’ rappresentato dallo Stato. Lo Stato e’ un modello di organizzazione sociale costruito sulla gerarchia, sul controllo e sulla coercizione. Secondo una analisi che molti anarchici condividono, l’ordine istituzionale non sarebbe altro che l’usurpazione di un diverso ordine che si potrebbe definire sponteneo.
La tesi e’ che la vita sociale si realizza attraverso regole che le sono intrinseche, che tendono cioe’ a verificarsi in ogni contesto. Questa capacita’ autoregolamentativa dell’insieme sociale sarebbe soffocata dall’intervento esterno ‘’cioe’ rispondente ad altre regole, quelle appunto dell’ordine istituzionale’’ dello Stato. Ed e’ su questa spontaneita’ che gli anarchici hanno sempre ipotizzato e praticato i propri progetti rivoluzionari.
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WORLD DOMINATION IN A FEW WORDS

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The era of opposing sides is over, we have now entered that of unification. We are all enlisted under the same flag. If once the world was orientated towards two opposing illusions, which on close inspection turned out to be anything but divergent, now everybody is being called to unite under the same common verb. Enough of the chatter! A few words, clear and unequivocal, will do. Everybody knows what they need to do and what they should be interested in.
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IL FUOCO E LE FIAMME

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Avete mai provato ad esprimere compiutamente un pensiero e accorgervi, immediatamente dopo, della incompletezza dell’esposizione?

Vi siete mai sentiti afflitti dall’ineffabile incertezza di non essere riusciti a dire tutto quello che avete pensato?
Anche sfogliando tutto il lessico disponibile non riusciamo a trovare una parola capace di dare aspetto concettuale al nostro pensiero.
Una fonte d’incertezza e di confusione e’ data dall’imperfezione del linguaggio. Se parliamo, ad esempi, di malattia, siamo certi che il nostro interlocutore utilizzi lo stesso nostro metodo relazionale tra concettualita’ e contestualita’? Ma non e’ perfezionando il linguaggio, e quindi riducendo la sua imprecisione, che si risolve il problema.
Secondo me esiste un altro aspetto, ancora piu’ importante: quello: quello che riguarda l’impossibilita’ di comunicare attraverso la parola, non solo i nostri pensieri, ma anche aspetti del nostro modo di essere.
Quali parole sono utilizzabili per esprimere il nostro personale, piacere nell’attacco con pugnace veemenza lo stato di cose esistente o la gioia nel vedere crollare ai nostri piedi i luoghi e le persone che rappresentano, generano e rigenerano il potere?
Le vicende dell’animo e dell’intelletto si afferrano solo col parteciparvi direttamente. Possono essere comprese solo da chi ti ha conosciuto, ti ha amato, ti ha contrastato, ha condiviso con te momenti di gioia e di dolore, di felicita’ o di sacrificio: uno sguardo, un gesto, il silenzio. In questo modo e’ possibile percepire frammenti di emotivita’, di sensibilita’ relativi ad un preciso istante, e cio’ senza varcare la soglia della parola scritta o parlata.
A chi dunque dovremmo lasciare la parola?
Lasciamola alle nostre pulsazioni, alla voglia di distruggere tutto cio’ che ci opprime, al piacere e al desiderio di essere vivi e liberi, al fuoco e alle fiamme.

Michele Pontolillo.

testo apparso sul giornale anarchico CANE NERO n.21 31 marzo 1995