15 amni fa moriva Maria Soledad Rosas, il sole di “Sole e Baleno” uccisi dalla magistratura stalinista torinese con castelli di cartastraccia, dimostratasi tale troppo tardi e senza scuse, neanche postume… nessuno di lor signori vuole ricordare: ai Caselli, Violante, D’Ambrosio forse rimorde la coscienza? improbabile, come è impossibile che rimorda per motivi diversi a Maurizio Laudi, che dio l’abbia in gloria, o al cavalier Petronzi, pronto a infamare nuovamente nel nuovo processo ai veri antimafiosi
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Tag Archives: 1998
Dieci anni fa morivano Baleno e Sole | Aggiornato
FINO ALL’ULTIMO RESPIRO
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LE SCARPE DEI SUICIDI – Tobia Imparato
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Prefazione
“Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini”.
Guy Debord
Quella che segue è una storia di parte, scritta dal di dentro, da uno che ha seguito giorno per giorno il susseguirsi degli eventi senza timore di lasciarsi coinvolgere. Non ho la pretesa – come i giornalisti servi – di essere obiettivo, ma solo quella di dire la verità, la nostra verità, su tutto quello che è successo a Torino dal marzo ‘98 in avanti.
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Maria Soledad Rosas y Edoardo Massari
Maria Soledad Rosas: 10 años sin tí
Hasta el último respiro. Hace diez años murieron Baleno y Sole. Ellos han optado por lanzar su vida al huracan de la guerra social, con la imprudencia típica de los amantes. Lo han hecho hasta el último aliento. No tenían tiempo de esperar, y el espejismo de la futura sociedad no ha apaciguado su urgencia de vida. Ellos decidieron ir a buscar al enemigo, echarlo fuera. Ellos esperaban en los bordes oscuros de la calle, como ladrones en la noche.
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Italia.28 de Marzo de 1988 Algo de memoria. Comunicado de Soledad Rosas desde la prisión tras la muerte e Edoardo Massari
El 5 de marzo del 1998 en Turín fueron detenidos tres compañeros anarquistas que vivían en la casa okupada “Casa di Collegno” mientras fue desalojado “El Asilo”.
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Sole e Baleno: e’ solo quando non conosci o dimentichi la storia, che la storia si ripete
Torino 5 marzo 1998, sono passati sedici anni e l’opposizione al TAV è sempre più forte e dispiegata. Nella memoria di moltissime persone resta il ricordo dell’enorme ingiustizia di cui furono vittime Edo, Sole e Silvano, ed anzi fa pensare che oggi per battere i notav ritornino le stesse accuse, la stessa macchinazione, a volte le stesse facce e le stesse penne, colpevoli e responsabili di un’ingiustizia di stato.
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Velocità
Alfredo M. Bonanno
Tutti abbiamo bisogno di raggiungere uno scopo. Ci affanniamo per questo e ci diamo continuamente obiettivi da raggiungere.
Quello che sta lontano da noi ci angustia, quando non ci preoccupa nel senso pieno del termine, quindi vogliamo raggiungerlo, se non altro allo scopo di possederlo, e quindi di controllarlo. Ogni viaggio è un modo di fuggire alle proprie paure.
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Astensionismo
Alfredo Maria Bonanno
Siamo sempre stati contrari alle elezioni. Di qualsiasi forma e natura. Politiche, amministrative, zonali, sindacali, scolastiche, ecc…
La partecipazione alle elezioni implica la delega, cioè la cessione di se stessi nelle mani di altri. I più si fanno affascinare da programmi ideologici e da parole facili. Gli anarchici non sono mai caduti nell’equivoco.
Chi partecipa al potere è potere esso stesso. Non esiste – del potere – una gestione ottimale. Ne esiste una migliore e una peggiore, ma dal profondo della dittatura alla superficie (apparentemente) dorata della democrazia permissiva, per gli sfruttati, si tratta sempre di ubbidire, fare sacrifici, accettare la divisione di classe, sperare che i dominatori concedano qualcosa.
E’ più criminale fondare una banca che rapinarla…
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Pestifera la mia vita (Claudio Lavazza)
Présentation de l’autobiographie de Claudio Lavazza
« J’ai réalisé presque tous les rêves que j’avais, et souvent je fais la comparaison entre mon existence et l’ouvrier que j’aurais été si j’étais resté au village. Comme mes vieux camarades d’école, je serais aujourd’hui certainement marié et avec des enfants, obligé de travailler dix heures par jour pour faire vivre une famille. Crevé après le travail, je resterais là à fixer cette boîte idiote, confortablement assis en pantoufles, pour ensuite m’en aller au lit, mort de fatigue et détruit… Aujourd’hui, je ne serais probablement pas en prison.
Mais même s’il était possible de revenir en arrière, je ne changerais pas d’un
millimètre la route que j’ai choisie. Que serait-il advenu de moi si la lumière
de la lutte n’avait pas éclairé mon chemin ? »