Tag Archives: 2000

entrevista a Laudelino Iglesias Martinez

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* Dossier: La carcel desde dentro y desde fuera (VI)

«Llevo un año fuera y todavía sueño con la cárcel»

Laudelino Iglesias, a sus 44 años, ha pasado más tiempo en la cárcel que fuera de ella. Ya en la adolescencia no se resignó a su pobreza y no tuvo problemas en recurrir a la «delincuencia» para intentar salir de ella. Una vez en prisión, con una condena de nueve años, tampoco se resignó a su nueva situación e intentó fugas y también participó en motines para pedir mejoras en las cárceles. No se lo perdonaron y prologaron su secuestro legal hasta los 23 años y diez meses, trece de los cuales los ha pasado en aislamiento como FIES. Desde agosto de 2004 está en la calle, que no en libertad, como él dice «porque fuera de la cárcel tampoco hay realmente libertad».
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A Distanza

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(Killing King Abacus)

Ma da ogni altro punto di vista che non sia quello del facilitare il controllo poliziesco, la Parigi di Haussmann è  una città costruita da un idiota, piena di rumore e violenza, che non significa nulla.
G. Debord


Haussmann non ha inventato la progettazione della città; già i romani e i cinesi antichi pianificavano le città. Quelle moderne vennero progettate e costruite nelle colonie britanniche e francesi prima che in Europa. Washington DC venne progettata e costruita su di un’area vuota decenni prima che Haussmann rimodellasse Parigi. La differenza è che Haussmann costruì la sua nuova capitale sopra la vecchia Parigi, una città preindustriale.
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Con le spalle al muro-L’Insomniaque

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L’occhio del padrone
La prigione moderna prende sempre di più a prestito dalle «norme di vita» della società civile. Lavoro salariato e tempo libero, sport e, da poco, parlatori «coniugali» si sono installati durevolmente nel microcosmo penitenziario, come altrettante carote di cui fa uso l’amministrazione — d’altronde sempre pronta a brandire il suo duro bastone: torrette d’osservazione, manganelli, galera.
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Killing King Abacus No. 1(introduction-spring 2000)

Killing King Abacus No. 1

 

Spring 2000

 To Kill King Abacus is to create relations without measure. If we aim to destroy capitalism we cannot reproduce its necrophilic logic which reduces relationships to numbers. To Kill King Abacus is to destroy the social net which privileges mediated transactions and images over direct relations. Because money is a general equivalent and thus is nearly limitless in its applications, it conquers other signifiers of value; capitalism transforms other value systems

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Velocità

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Alfredo M. Bonanno

Tutti abbiamo bisogno di raggiungere uno scopo. Ci affanniamo per questo e ci diamo continuamente obiettivi da raggiungere.

Quello che sta lontano da noi ci angustia, quando non ci preoccupa nel senso pieno del termine, quindi vogliamo raggiungerlo, se non altro allo scopo di possederlo, e quindi di controllarlo. Ogni viaggio è un modo di fuggire alle proprie paure.
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La Cárcel y su Mundo. (pdf)

 

Massimo Passamani.

  Este texto es la traducción que hemos hecho de la transcripción de la charla con el mismo nombre hecha por el compañero Massimo Passamani en Rovereto, Estado italiano el 5 de diciembre del 2000. La comenzamos en momentos en que el compañero era llevado a la cárcel por su lucha constante contra el Estado y el capital. En el momento en que el poder decide intentar acallar su voz y acción encerrándolo nosotros decidimos que estas se expandan potenciándolas.
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per Horst Fantazzini

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Horst Fantazzini, 1999

 

“…e nell’89 sono uscito per la prima licenza. Al momento il mio fine pena era il 2010 con… diciamo nell’89 avevo 21 anni scontati circa e altri 21 da scontare. Ho avuto la mia prima licenza, la prima volta sono rientrato, ho avuto la seconda, la seconda sono rientrato, e le cose, diciamo così, si stavano mettendo a posto, avevo richiesto il lavoro, per l’articolo 21… non l’articolo 21, la semilibertà proprio… queste cose qua. Però quando sono stato in licenza ho trovato dei compagni che erano in carcere con me all’epoca, durante il periodo delle lotte, e in questo periodo, quando ero fuori, erano in semilibertà – di giorno erano fuori, lavoravano, e la sera tornavano in carcere. E mi fecero un’impressione penosa, cioè pensai: “noi che abbiamo passato una vita a cercare di distruggere le carceri, di uscire dalle carceri, e ora suoniamo il campanello per entrare”. E ho avuto, come dire, questa crisi personale e ho deciso di non rientrare. Mi sembrava una contraddizione, dico: “vada come vada, questo, la scelta di essere io a diventare il mio carceriere, non la posso fare”. E non sono rientrato.”
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A proposito di riforma e galera…

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A.M. Bonanno (1999)

L’universo carcerario è un universo totale, un insieme di luoghi fisici dove uomini e donne vengono tenuti prigionieri. Rinchiusi per la più gran parte della giornata. Nessun discorso, per quanto ricco di dettagli tecnici e approfondito, può descrivere l’orrore del carcere, fare capire che cos’è questa istituzione voluta dagli uomini per sottrarre alla società una parte dei suoi membri ritenuta colpevole di avere trasgredito alle regole. Vivere da carcerato questa esperienza è qualcosa a cui, dopo un certo tempo, ci si abitua, come alle cose peggiori che possono capitare nella vita.
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