Class War
In Italy there is a civil war in course. Just as in every other part of the world, the mortal clash has well defined characteristics in relation to the conditions of exploitation imposed by the dominant class. That is why we are speaking of class (civil) war. Continue reading CLASS WAR→
Alfredo M. Bonanno
Che ci sia in ognuno di noi un bisogno profondo di far conoscere i propri pensieri è faccenda ormai fuori discussione. La cosa più segreta e impenetrabile, il limite che nessuna macchina elettronica per quanto sofisticata può superare, noi decidiamo, spontaneamente, di metterlo da parte. Vogliamo farci conoscere, vogliamo far sapere agli altri quello che siamo e come la pensiamo. Su ogni cosa abbiamo le nostre opinioni, tanto più radicate e irriducibili, quanto più queste opinioni sono superficiali e approssimative. Continue reading Una questione di metodo→
Non occorre essere deterministi per considerare le crisi economiche come fenomeno endemico del capitalismo. I marxisti, partendo da uno schema deterministico (crisi del capitalismo ed avvento necessario della società socialista) hanno indagato le crisi economiche attuali indugiando nella distinzione gramsciana tra “guerra di trincea” e “guerra guerreggiata”. Continue reading Crisi economica e possibilità rivoluzionarie – A.M.Bonanno→
«La rivoluzione tra cent’anni la vogliono tutti, anche i gendarmi»
(Tkacev a Engels)
Lo spirito religioso trascina in catene l’umanità da migliaia d’anni. Figlio della paura e padre di ogni servitù, le sue spettrali sembianze sbarrano da sempre il cammino della libertà e annientano negli uomini la volontà di superare il proprio stato di miseria, fisica ed intellettuale. Le chiese ed i templi di ogni genere (dalle moschee alle case del popolo) non ne sono che i simboli più evidenti, ma la sua malvagia influenza sopravvive, ben più pericolosamente, nella coscienza di ognuno di noi, assai spesso, purtroppo, anche quando ci riteniamo individui liberi e militanti rivoluzionari.
Il capitale, nelle sue molteplici espressioni, sia a livello di formazione economico-sociale, sia a livello di progettualità repressiva e di controllo, si estende su tutta la superficie del globo, nessun piccolo recesso geografico escluso. Ciò comporta, com’è ormai comunemente accettato, un processo relazionale costante, nel senso che non c’è azione, qui, in questa parte del mondo, che non si possa porre, e di fatto non si ponga, in relazione con le situazioni di tutte le altri parti del mondo. Ciò determina conseguenze, spesso non visibili a livello immediato, ma che si insinuano nei rapporti del capitale e ne modificano i processi.
L’estensione dei diritti sanciti dalla moderna democrazia equivale ad una criminalizzazione generalizzata.
Si pretende così bandire la violenza diretta da tutti i rapporti sociali rafforzando il monopolio della violenza statale, considerata come legittima.
La giustizia non diminuisce la violenza, la normalizza soltanto; e quand’anche ne trasgrediamo le regole, quasi sempre ci convince a rientrare nel gioco: perché finiamo col comportarci come bravi ragazzi.
L’estensione dei diritti sanciti dalla moderna democrazia equivale ad una criminalizzazione generalizzata.
Si pretende così bandire la violenza diretta da tutti i rapporti sociali rafforzando il monopolio della violenza statale, considerata come legittima.
La giustizia non diminuisce la violenza, la normalizza soltanto; e quand’anche ne trasgrediamo le regole, quasi sempre ci convince a rientrare nel gioco: perché finiamo col comportarci come bravi ragazzi.
«La rivoluzione tra cent’anni la vogliono tutti, anche i gendarmi»
(Tkacev a Engels)
Lo spirito religioso trascina in catene l’umanità da migliaia d’anni. Figlio della paura e padre di ogni servitù, le sue spettrali sembianze sbarrano da sempre il cammino della libertà e annientano negli uomini la volontà di superare il proprio stato di miseria, fisica ed intellettuale. Le chiese ed i templi di ogni genere (dalle moschee alle case del popolo) non ne sono che i simboli più evidenti, ma la sua malvagia influenza sopravvive, ben più pericolosamente, nella coscienza di ognuno di noi, assai spesso, purtroppo, anche quando ci riteniamo individui liberi e militanti rivoluzionari.
La volpe sa molte cose, ma il riccio ne sa una grande.
Archiloco
Il fascismo è una parola di otto lettere che comincia per f. L’uomo, da sempre, si è appassionato fino a morirne per i giochi di parole che, nascondendo la realtà più o meno bene, lo assolvono dalla riflessione personale e dalla decisione. Così il simbolo agisce al nostro posto e ci fornisce un alibi e una bandiera. Continue reading Che ne Facciamo dell’Antifascismo? (it/en/fr/de)→
Nel corso di questo secolo la morte del nazionalismo è stata proclamata a differenti riprese:
– dopo la prima guerra mondiale, con la frantumazione in nazioni autodeterminate degli ultimi imperi europei: l’Austriaco e il Turco; e con la fine di ogni nazionalismo ad eccezione di quello dei sionisti;