Tag Archives: L’Adunata dei Refrattari

Ammazzateli!

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Paolo Schicchi

 

Un prete gallico, di cui non ricordo più il nome, storiografo ufficiale della corte borbonica in Francia durante la Restaurazione, scrisse una storia del regno dei Borboni ad usum Delphini. In essa il cherchiuto scribacchino colla più grande disinvoltura di questo mondo saltava a pie’ pari la Rivoluzione francese, senza farne neanche cenno; e di Napoleone Bonaparte parlava di sfuggita, come d’un ignoto generale che avesse vinto alcune battaglie stando al servizio del re di Francia.
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Ammazzateli!

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 Paolo Schicchi

 

Un prete gallico, di cui non ricordo più il nome, storiografo ufficiale della corte borbonica in Francia durante la Restaurazione, scrisse una storia del regno dei Borboni ad usum Delphini. In essa il cherchiuto scribacchino colla più grande disinvoltura di questo mondo saltava a pie’ pari la Rivoluzione francese, senza farne neanche cenno; e di Napoleone Bonaparte parlava di sfuggita, come d’un ignoto generale che avesse vinto alcune battaglie stando al servizio del re di Francia.

Sembra incredibile, ma è autentico.
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La rivoluzione non è una questione di classe

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Meteor

L’esame e la considerazione di certe attitudini demagogiche, come quella che implica la parola d’ordine dei bolscevichi sull’unità del proletariato, ci hanno condotto, noi anarchici, di nuovo in faccia d’una questione punto facile a risolversi: l’idea delle classi e della lotta di classi. Noi non abbiamo dato alcuna soluzione teorica fondamentale a questo problema; non abbiamo fatto altro che mettere in dubbio la concezione marxista, criticarne le basi e, forse, preparare il terreno a qualcuno dei nostri che un giorno s’occupi seriamente del soggetto dal punto di vista libertario.
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Jean Meslier, curato di Etrépigny

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Hugo Treni (Ugo Fedeli)

 

Viviamo un tempo di miseria acuta. Il popolo lavoratore è spremuto, sfruttato, svaligiato da tutte le parti. Curvo sotto il peso di imposte d’ogni genere, egli vive in uno stato di miseria morale oltre che materiale delle più insanabili. La sua miseria è tale che nessuno dei palliativi proposti da diversi lati, possono anche solo alleviargliela. Essa domanda un profondo sommovimento, un rinnovamento di tutti gli antichi valori politici ed economici, una vera rivoluzione, insomma. Altrimenti la vita sociale degli uomini di questa epoca rimarrebbe ad un livello di molto inferiore a quello delle bestie. Il produttore deve lavorare come un bove e non ritrarre da questo lavoro che nuove pene e miseria sempre più grande. La povera gente è sfruttata da tutti; non possiede alcun mezzo di difesa, è schiacciata, vilipesa, sbeffeggiata, e tutti ne abusano; ognuno vuole trovare il proprio beneficio nella sempre più grande miseria della maggioranza.
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Contributions to the History of Individualism

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Anselm Ruest and Salomo Friedlaender

 

“When one thoroughly knows and deeply examines the notion of individuality and the consequences that derive from the principle that is its basis, meaning that every man is not only related to the world in a particular way, but also to every object in the world and to every idea that these objects awaken, one is astonished that so much natural discord is possible side by side with so much historical concord.”  
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Revolution is not a Class Question

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Meteor

The examination and consideration of certain demagogic attitudes, such as that involving the bolshevik slogan on the unity of the proletariat, have brought us, anarchists, again face to face with a question quite easy to resolve: the idea of classes and class struggle. We have not given any basic theoretical conclusions to this problem; we’ve done nothing more than put the marxist conception in doubt, criticizing its foundations and, perhaps, preparing the terrain for a few of our own that will someday seriously deal with the subject from a libertarian point of view.
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L’antifascismo e noi

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L’Antifascismo è un conglomerato eterogeneo apparso sulla scena politica italiana assai tempo dopo l’avvento del fascismo al potere. È composto da uomini politici, provenienti e aderenti ai partiti più diversi, animati da uno scopo comune: l’abbattimento del fascismo e la liberazione del popolo italiano dallo stato di soggezione medioevale a cui il regime fascista lo ha ridotto.
Anche noi anarchici lottiamo per la libertà del popolo italiano, in quanto lottiamo per la libertà di tutti gli esseri umani. Ma appunto perché la nostra avversione pel fascismo ha più profonde radici nella nostra rivolta contro il capitalismo stesso che quello determina, così il nostro antifascismo è anteriore e più radicale di quello dei partiti che ne hanno monopolizzato il nome.
Nonostante la superficiale apparente comunanza di scopi immediati, con questi uomini e partiti, noi abbiamo ritenuto sempre più opportuno esplicare la nostra attività indipendentemente, e non abbiamo aderito né intendiamo aderire all’antifascismo politicante, né nel suo insieme, né nelle sue singole frazioni che sotto diverse insegne: «fronte unico», «Concentrazione», «Giustizia e Libertà» ecc., tendono alla stessa meta.
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Leggenda e realtà del fronte unico

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L’idea ricorrente di un fronte unico di tutte le forze rivoluzionarie in lotta contro il fronte unico di tutti i poteri e di tutti gli interessi costituiti, trae le sue origini, per una parte dalla lusinga del numero, che è sempre uno degli elementi decisivi nell’evoluzione delle società, e per l’altra dalla credenza, assai più diffusa che esatta, che tutte le forze rivoluzionarie siano scaturite da un comune alveo nel seno della società in dissoluzione.
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