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Sicilia Libertaria (giornale)

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Un’esperienza unica nel suo genere, quello delle pubblicazioni anarchiche, che dura da 34 anni; giornalismo libertario ed internazionalista con le radici nel sud Italia ed in Sicilia, che nel corso della sua esistenza ha ospitato sulle sue pagine compagni italiani e non, occupandosi di lavoro, sociale, bassa politica locale, cinema e musica, anticlericalismo, biografie storiche, sostenendo lotte sociali ed iniziative proprie ed altrui, in maniera congrua allo spirito che contraddistingue da sempre il Movimento anarchico: l’informazione è la forza ed il sostegno delle utopie.
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«In carcere ci sono i nostri amici e le nostre amiche, i nostri parenti e i nostri affetti. La galera è una discarica in cui escluderli, nasconderli e spaventarli. Non serve certo ad eliminare la povertà, le ingiustizie, i privilegi e le cause sociali che portano o costringono uomini e donne a compiere scelte di vita etichettate come “criminali”. Mentre coloro che concentrano nelle loro mani ricchezze assurde, distruggono interi territori in nome del progresso, scatenano guerre per conquistare le risorse di un paese, uccidono tra le mura di una caserma, dormono sonni tranquilli nelle proprie case.

Essere per mesi e anni rinchiusi in una cella non è solo orribile in sé. A questo si aggiunge la privazione delle relazioni che sono controllate nei tempi e nei modi, spesso negate. Le condizioni igieniche e sanitarie, la fatiscenza delle strutture, il sovraffollamento, le violenze e gli abusi sono spesso da tutti taciute e nascoste. Ma anche i tentativi dignitosi di protesta e ribellione, individuali o collettivi, non trovano modo di scavalcare il conƒ ne delle recinzioni. Sta a tutti e tutte noi da fuori rompere questo muro e non lasciare che il silenzio sulla vita dentro le galere diventi una seconda condanna. Non abbiamo bisogno della benevolenza della grande stampa per raccontare le storie dei nostri amici e dei nostri cari, né per far uscire direttamente la loro voce.»

Aria, foglio anticarcerario torinese. Scarica e distribuisci i numeri 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7

OLGa n. 95 (agosto 2014)

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INDICE N.95
KURDISTAN, NELL’OCCHIO DEL CICLONE
AGGIORNAMENTI DALLA LOTTA DENTRO E CONTRO I CIE
DA UNA LETTERA DAL CARCERE DI CREMONA
LETTERA DAL CARCERE DI PAvIA
LETTERA DAL CARCERE DI ROSSANO (CE)
SULLE RECENTI MODIfICHE ALL’ORDINAMENTO PENITENzIARIO
LETTERA DAL CARCERE DI vELLETRI
LETTERA DAL CARCERE DI CALTANISSETTA
NOTIzIE DA SPINI E DINTORNI DOPO L’ULTIMO SUICIDIO
LETTERA DAL CARCERE DI bERGAMO
LETTERA DAL CARCERE DI vERCELLI
LETTERA DAL CARCERE DI fERRARA
SULLA LOTTA CONTRO GLI SfRATTI A TORINO (PRIMA PARTE)
LETTERA DAL CARCERE DI PIACENzA
qUALCOSA DA RACCONTARE DAL CARCERE LE vALLETTE (TO)
bREvI NOTE DAL PROCESSONE NO TAv
SUL PROCESSO PER TERRORISMO CONTRO I NO TAv
SAbATO 4 OTTObRE PRESIDIO AL CARCERE SAN MICHELE (AL)
LETTERA DAL CARCERE DI LECCE
vALSUSA: NONOSTANTE TUTTO, LA RESISTENzA CONTINUA!
SARONNO (vA): SGOMbERATO IL TELOS
AGGIORNAMENTI DALLE LOTTE NELLA LOGISTICA

http://www.autprol.org/Public/news/doc000443003102014.pdf

infoautprol@gmail.com
http://www.autprol.org/

NUNATAK

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Con questo nome, originario della lingua dei popoli nativi del polo artico, sono denominate le formazioni rocciose che spuntano dalla coltre ghiacciata della Groenlandia e del circolo polare antartico. Si tratta in effetti delle vette di alcune, le uniche al giorno d’oggi ancora coperte dai ghiacci perenni, di quelle montagne su cui, all’epoca delle glaciazioni, si rifugiarono embrionali forme viventi che, con il ritiro dei ghiacci, ripopolarono di vita il pianeta.
Dinanzi al dilagare degli scempi sociali ed ecologici prodotti dalla società della Merce e dell’Autorità, le montagne della Terra tornano ad essere lo spazio della resistenza e della libertà. Affinché una vita meno alienata e meno contaminata possa, giorno dopo giorno, scendere sempre più a valle.
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E’ uscito il n° 0 di Agli Antipodi, pagine contro il potere

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Scriviamo Agli Antipodi perché ciò che desideriamo è irrimediabilmente distante e contrapposto rispetto alla logica dominante. L’esistenza oggi è una sorta di labirinto in cui la forte spinta alla competizione, al profitto, all’affermazione vuota di un ruolo porta all’insoddisfazione e alla frustrazione. L’immaginazione stessa è manovrata, gestita, negata affinché l’ingranaggio possa girare senza incepparsi. In questo continuo affannarsi a raggiungere un’inclusione nella società ci sentiamo esclusi a priori perché le regole di questo gioco non ci appartengono, dalle fondamenta. L’intenzione di queste pagine è di ragionare, interrogarsi, confrontarsi sulla base di un’altra concezione della vita e dello stare insieme.

L’oppressione non proviene da un’entità astratta o da un unico centro di potere, ma prende vita nelle relazioni. Affinché lo stato di cose si mantenga, i rapporti tra le persone in questa società sono una rete di ricatti, accettazione, collaborazione. In questo meccanismo non tutti hanno le stesse responsabilità. C’è chi, coscientemente, utilizza queste dinamiche per mantenere uno stato di privilegio. Sono gli stessi che cercano di annullare la possibilità di immaginare e realizzare una realtà diversa: l’accettazione, così, sembra l’unico modo per sopravvivere in questo mondo. Noi pensiamo invece che gli individui possano agire, in primo luogo su se stessi e sui propri rapporti, rompendo con questo pretendere-subire potere.
Noi siamo convinti che gli individui vivrebbero e si esprimerebbero al meglio senza capi, senza politicanti, senza autorità imposte. Senza cartellini da timbrare, valutazioni da ottenere, denaro da rincorrere o accumulare. Pensiamo che il modo migliore per gli esseri umani di stare insieme è quello che li vede tutti sullo stesso piano, senza alcuna gerarchia, e che la forma organizzativa migliore con la quale portare avanti le proprie attività sia l’autogestione.
Queste pagine vogliono diffondere e trasmettere queste idee a chiunque non si senta al proprio posto in una civiltà che sfrutta, discrimina, saccheggia e rinchiude chi non è dalla parte “giusta” o chi rifiuta la sua logica di morte e devastazione.

Questi scritti non sono altro che il pensiero e le riflessioni di alcuni individui che hanno deciso di incontrarsi e confrontarsi sulla base di una visione ed una pratica nemiche dell’autorità.
Vorremmo che il nostro contributo servisse a sondare quegli aspetti che più allontanano l’individuo dalla sincera espressione di sé e ad accrescerne il bisogno di libertà, rendendolo sempre più radicale e diffuso.

Per copie, contributi editoriali e risposte scrivere a:

Sede Malatesta
Via Bixio 62
00185 Roma

agliantipodi@canaglie.net


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