Ieri pomeriggio decine di complici e solidali con Erika, Paolo, Luigi e Toshi si sono ritrovati in una parte specifica delle strade di Aurora: quella in cui tante volte si svolgono retate contro i senza-documenti. Proprio per uno di questi episodi i nostri compagni sono stati arrestati, per aver provato ancora una volta a ostacolare il lutulento lavoro di deportazione che la polizia svolge meticolosamente in tutto il quartiere. L’incrocio tra Corso Giulio Cesare e Corso Emilia, il posto scelto per l’iniziativa, è tuttavia un punto ancor più sensibile nella mappa quotidiana di chi vive da queste parti. E se è vero che crocchi di persone tutti i giorni si radunano là vicino per far due chiacchere davanti ai vari mini market internazionali, kebabbari e frullaterie, lo è anche il fatto che molti tra loro, quelli senza carte in regola, devono sempre tener alta l’attenzione. Il pericolo di trovarsi all’improvviso la via serrata dai cellulari delle forze dell’ordine, di finire reclusi nel Cie, è sempre dietro l’angolo.
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Un presidio al pratone
Un centinaio di solidali, chi arrivato dalla Valsusa, chi dalle strade di Barriera, chi da altre città danno vita a un presidio che per alcune ore tiene compagnia con petardoni, fumogeni e cori a tutti i detenuti dei blocchi B e C che si affacciano sul pratone dietro al carcere delle Vallette. La celere si schiera sin da subito davanti alle recinzioni, ma il perimetro del carcere è talmente lungo che i poliziotti non riescono ad impedire la comunicazione con i detenuti che si addossavano alle sbarre delle finestre. Un saluto particolare viene indirizzato a Erika, Toshi, Luigi, Paolo, Lucio, Francesco e Graziano e qualcuno di loro riesce anche a farsi sentire dai solidali. Con il calare della sera il presidio si scioglie con le luci dei fuochi d’artificio.
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Anonima Coristi @ La piola di Blackout
Operazione della polizia postale contro Anonymous: arresti e perquisizioni
Perquisizioni, denunce e due arresti domiciliari durante un’operazione coordinata questa mattina dalla Polizia Postale contro presunti membri della crew di hacktivisti digitali Anonymous. Ad essere colpite dall’operazione repressiva denominata “UNMASK” (“smascherare”) almeno 5 persone nelle città di Torino, Sondrio, Livorno e Pisa accusate, secondo gli inquirenti, di avere “portato a termine ripetuti attacchi informatici ai sistemi di numerose amministrazioni pubbliche ed aziende private, dalle quali venivano illecitamente carpite credenziali di autenticazione (userid e password) ed altre informazioni sensibili”.
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Gli ultimi tre podcast di “Liberation Front”, su RBO
Resistenze, microchip e d.a.r.p.a.: puntata del 15.04.15
Qualche estratto da una puntata che è partita da una visione allargata di resistenza e del concetto di libertà, per poi passare attraverso alcune rilessioni sulla microchippatura ispirate dalla visione del documentario “mouton 2.0″, per concludersi con una lettura su cosa sia DARPA.
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Difendersi e lottare
Questa mattina, un gruppone di sfrattati e di occupanti di case di Aurora e Porta palazzo ha fatto una breve irruzione dentro gli uffici di Lo.ca.re. di via Corte d’Appello, una delle varie agenzie municipali che dovrebbero occuparsi del problema della casa in città. Volantini, striscione e megafono per ribadire che sfratti a sorpresa e sgomberi non fermano affatto la lotta, poi tutti al mercato a volantinare.
Ascolta un breve racconto dell’iniziativa dai microfoni di Radio Blackout:
Ancora sgomberi a Torino
Dopo l’occupazione di via Biella e i successivi due giorni di assedio della settimana appena passata, non si fermano gli sgomberi in città. Questa volta è la polizia che attacca a bocce ferme, e gli obiettivi che colpisce sono due contemporaneamente, apparentemente opposti:
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24 ore sul tetto. La polizia toglie tegole e perquisisce i vicini
Mentre il presidio in piazza Sassari si sta pian piano facendo più numeroso e ci si prepara a partire in corteo, dal tetto di via Biella 21 arrivano alcune novità. Visibilmente scocciati per la magra figura fatta con il blitz di ieri e non sapendo bene che pesci pigliare, i digossini cominiciano a togliere un po’ di tegole dal tetto per innervosire i compagni che resistono ormai da 24 ore, continuando poi a minacciarli di arresto se non scenderanno a breve.
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Sgombero e resistenza sul tetto. Ci vediamo alle 17.30 in Piazza Sassari
Non è durata molto l’occupazione in via Biella 21, giusto il tempo di vedere in che condizioni è la casa e iniziare a fare le prime pulizie. Verso le 12 e 30 compaiono improvvisamente una cinquantina di celerini e diversi agenti della digos, al solito molto nervosi. La strada viene chiusa, il portone della casa occupata sfondato, chi si trova all’interno dell’abitazione viene identificato e sei solidali sono condotti in questura per accertamenti. Il blitz delle forze dell’ordine non riesce però a bloccare tutti, otto occupanti raggiungono infatti il tetto pronti a resistere. Dopo poco, insieme ad alcuni mezzi dei vigili del fuoco muniti di scale e teloni, arriva anche la pioggia che però non crea grossi fastidi a chi è sul tetto che grazie a un telo di plastica riesce a rimanere all’asciutto.
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Una nuova casa…
Scarica qui il volantino di questa nuova occupazione in arabo, e ascolta il racconto di uno degli occupanti raccolto da Radio Blackout: