Work is the source of nearly all the misery in the world. Almost any evil you’d care to name comes from working or from living in a world designed for work. In order to stop suffering, we have to stop working. Continue reading The Abolition of Work→
The counterfeiters and poisoners of ideas, in their attempt to obscure the line between truth and falsehood, find a valuable ally in the conservatism of language. Continue reading The Failure of Christianity→
ho ricevuto oggi la tua dell’11. Mi sento più a mio agio a darti del tu e desidererei che tu facessi la stessa cosa con me, affinché fosse possibile rapportarci senza vincoli d’etichetta. Questo perché, riferendoti all’archivio Pinelli e ad “A” rivista anarchica, più o meno dovremmo parlare la stessa lingua. Continue reading Risposta di Horst a Costantino Cossu→
Il 29 luglio è una data simbolica nel movimento anarchico italiano: quel giorno, nel 1900, venne portata a compimento l’uccisione del re Umberto I a Monza, ad opera di Gaetano Bresci, anarchico di Prato (vicino Firenze) emigrato negli Stati Uniti d’America e tornato per quella circostanza. Il regno non cadde, ma le condizioni sociali migliorarono notevolmente in Italia dopo quel gesto, il movimento operaio poté organizzarsi alla luce del sole per almeno 20 anni, prima che un’altra tirannia – quella capeggiata da Mussolini ma tenuta a balia dalla monarchia e dalla borghesia industriale – imponesse ancora un ventennio di buio. Continue reading Ricordando… Gogliardo Fiaschi→
Saul Newman, “From Bakunin to Lacan: Anti-Authoritarianism and the Dislocation of Power” (Lexington Books, 2001, $70.00).
In “From Bakunin to Lacan,” Saul Newman claims to want to reinvent anarchism (130); in fact, he claims not only to reinvent anarchism but to surpass it in creating postanarchism. He does so, because he alleges that anarchism has a hidden authoritarianism at its foundation, the authoritarianism of an essentialized human nature. Continue reading Post-Anarchism or Simply Post-Revolution?→