Tag Archives: 1926

Petali al vento

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Auro d’Arcola
La Civiltà non è altro che il raffinamento della Barbarie.
Norma e pregiudizio diffuso tra la generalità degli uomini è quella di mantenersi in vita lungamente, rinunciando a vivere intensamente. Laddove si deduce come gli uomini si auto-castighino e si auto-sacrifichino a vivere il meno possibile e quasi inutilmente nel maggior tempo possibile.

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Michele Bakunin

101 The General (1926)

Severino Di Giovanni
Michele Bakunin incomincia nel diciottesimo anno a lottare contro il mondo che lo circondava, quando venne mandato come alfiere in un reggimento della regione di Minsk. «Era l’indomani del soffocamento sanguinoso della insurrezione polacca, e lo spettacolo della Polonia terrorizzata agì potentemente sull’animo del giovane ufficiale e contribuì non poco a ispirargli l’orrore del despotismo» (1). Questo fatto ed altri, che sempre provoca il vivere sotto l’uniforme militare, l’obbligarono a dare le dimissioni ed andò a risiedere in Mosca ove si diede quasi interamente agli studi filosofici. Verso il 1839, contrasse con Herzen e il poeta Ogaref un’amicizia che lo legò con questi per tutta la sua esistenza, tale amicizia influì molto sul movimento rivoluzionario del secolo passato. Il primo lavoro a conclusioni rivoluzionarie, Bakunin lo pubblicò nel 1843 sulla rivista Deutsche Jahrbücher, collo pseudonimo di Jules Elysard, aveva per titolo La Reazione in Germania — Frammento di un francese, e così terminava: «Confidiamo, dunque, nello spirito eterno che distrugge e annienta solo perché è la sorgente impenetrabile ed eternamente creatrice di ogni vita. Il desiderio della distruzione è nello stesso tempo un desiderio creatore». L’articolo in questione produsse su Herzen buona impressione e che credendolo veramente di un francese lo giudicò: «… un appello potente, fermo, trionfante del partito democratico… L’articolo è di una grande importanza. Se i francesi cominciassero a render popolare la scienza tedesca — quelli che la comprendono, s’intende — la grande fase dell’azione sarebbe prossima a cominciare» (2).

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The Story of a Proletarian Life

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Bartolomeo Vanzetti

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The case of Nicola Sacco and Bartolomeo Vanzetti has attracted world-wide attention. Yet very few of our people, except those immediately associated with the case, are at all familiar with the personalities of the two men whose fate has aroused this strong international interest.
It has been my privilege to know Vanzetti personally, and I have been struck by his simple-heartedness and sincerity. The belief in his innocence, widely held among those who followed the trials, is strengthened upon personal acquaintance. Though he has been living for more than three years under the shadow of a death sentence, he has maintained an equable temper and keen interest in world affairs, and his thirst for knowledge is unabated. Each inmate of the Massachusetts State prison at Charlestown has to do daily an amount of piece-work that is supposed to take eight hours; but Vanzetti, by extra diligence, gets through his task ahead of time, and uses the extra leisure to study English literature.
Vanzetti’s autobiography is here presented in pamphlet form for the first time. It is a remarkable human document. Let the reader consider it with an open mind, and judge for himself whether it indicates a character of the criminal type.
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Culmine Mentre Parla la Dinamite

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Dopo l’ultimatum dell’Alta Corte di Giustizia del Nord America, i compagni sparsi per tutto il mondo, non fecero rimanere nel silenzio l’appello disperato lanciato da Boston.
Dall’Argentina al Cile, da Cuba a l’Uruguay, e dalla stessa Unione, oltre lo sdegno verbale, anche la dinamite parla.
E di ieri la notizia dell’attentato contro un accusatore dei nostri compagni N. Sacco e B. Vanzetti, oggi il telegrafo ci annunzia, che altri testi di accusa, sono vigilati dalla polizia, impauriti da sicure rappresaglie. Ma la dinamite ha altri obiettivi. Non solo attenta alle belve, ma anche ai suoi averi e ai suoi altari.
A tutto ciò che provenga e sia emanazione Nordamericana, appioppiamogli il più violento e serrato sabotaggio.
Essi, i potenti degli Stati Uniti, vogliono la guerra. La guerra sia!…
fonte: Culmine, pubblicazione anarchica bimensile, Buenos Aires 9 giugno 1926, anno II, numero 9, pagina 4

 

Más allá del Estado y los partidos políticos. Los profesores y el movimiento libertario en la región chilena (1922-1932)

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El siguiente es un extracto del libro de Víctor Muñoz Cortés, Sin Dios ni patrones. Historia, diversidad y conflictos del anarquismo en la región chilena. 1890-1990, de la editorial Mar y Tierra, editado en Valparaíso, 2013. Constituye un acercamiento y revalorización de las ideas anarquistas dentro de los diferentes movimientos sociales en la historia de la región chilena. En este extracto se muestra la influencia libertaria en organizaciones de profesores. Un aporte sin duda interesante en la actualidad, cuando las protestas del magisterio se extienden por toda la región chilena. Al final del texto dejamos el link para la descarga del libro completo.

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Mentre Parla la Dinamite

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Dopo l’ultimatum dell’Alta Corte di Giustizia del Nord America, i compagni sparsi per tutto il mondo, non fecero rimanere nel silenzio l’appello disperato lanciato da Boston.
Dall’Argentina al Cile, da Cuba a l’Uruguay, e dalla stessa Unione, oltre lo sdegno verbale, anche la dinamite parla.
E di ieri la notizia dell’attentato contro un accusatore dei nostri compagni N. Sacco e B. Vanzetti, oggi il telegrafo ci annunzia, che altri testi di accusa, sono vigilati dalla polizia, impauriti da sicure rappresaglie. Ma la dinamite ha altri obiettivi. Non solo attenta alle belve, ma anche ai suoi averi e ai suoi altari.
A tutto ciò che provenga e sia emanazione Nordamericana, appioppiamogli il più violento e serrato sabotaggio.
Essi, i potenti degli Stati Uniti, vogliono la guerra. La guerra
sia!…

fonte: Culmine, pubblicazione anarchica bimensile, Buenos Aires 9 giugno 1926, anno II, numero 9, pagina 4

Borghi in Francia tra i fuoriusciti (Estate 1923 – Autunno 1926) di Luigi di Lembo

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(Foto segnaletica di Armando Borghi‎)

Borghi arriva a Parigi assieme a Angelo Sbrana probabilmente nell’estate del ’23. Virgilia D’Andrea e Erasmo Abate lo seguiranno ai primi di ottobre. Borghi ha 41 anni con addosso un ruolo di esponente sindacale che sostiene con vigore ma che forse già gli è troppo stretto..

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Gli eroi guerreschi come grandi criminali (Ed. Archivio Famiglia Berneri 1987)

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Camillo Berneri

Camillo Berneri – Gli eroi guerreschi come grandi criminali (Ed. Archivio Famiglia Berneri 1987)
[Puj] Io per rilassarmi solitamente leggo vecchi opuscoli anacronistici. Questo, a firma di Camillo Berneri, filosofo anarchico anti-fascista, morto in Spagna durante la guerra civile, è anche ricco di spunti interessanti e pure attuali. Il libretto raccoglie alcuni articoli redatti tra il ‘25 e il ‘29 quando Berneri, in fuga dall’Italia fascista, si era rifugiato in Francia. L’autore si scaglia contro il mito dell’eroismo del soldato, linfa vitale di tutta la propaganda patriottica e guerresca tanto di moda all’epoca, smontandolo pezzo per pezzo.
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